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Ri.Nova promuove un progetto per la pataticoltura emiliano-romagnola

Negli ultimi anni la pataticoltura emiliano-romagnola è stata messa in gravissima difficoltà dall’aumento dei danni provocati dagli elateridi, insetti terricoli noti anche come “ferretti”, la cui diffusione è stata favorita dagli effetti del cambiamento climatico. Temperature elevate sempre più anticipate, precipitazioni a elevata variabilità con eventi di piogge intense alternati a periodi di siccità sempre più ampi e frequenti picchi di calore prolungati hanno offerto il “terreno ideale” per la proliferazione di queste specie dannose che, fino a pochi anni fa, giungevano a maturazione (e quindi alla piena capacità di danneggiare il prodotto) solo nelle fasi finali della campagna pataticola.

Negli ultimi anni, invece, presenza e dannosità di questo parassita hanno visto un’impennata con manifestazioni sempre più anticipate, causando ingenti perdite di produzione in tutti i principali areali produttivi regionali, con un progressivo coinvolgimento anche del settore della patata da industria. Per affrontare questa sfida, Ri.Nova capofila del progetto – insieme ai partner dell’Università di Bologna e dell’Università di Ferrara e importanti realtà agricole del territorio – ha lanciato Em.e.pa.clima, un progetto triennale che punta a fornire soluzioni concrete agli agricoltori per difendere la coltura della patata attraverso strategie innovative e sostenibili nell’ambito del cambiamento climatico. L’obiettivo generale del progetto è aiutare i produttori a gestire meglio le nuove condizioni climatiche e fitosanitarie, attraverso pratiche agronomiche ottimizzate, metodi di irrigazione efficienti e tecniche di difesa integrate a basso impatto ambientale. Em.e.pa.clima coinvolge direttamente aziende agricole, tecnici e operatori commerciali della regione Emilia-Romagna con attività sperimentali e dimostrative condotte in campo.

Strategie innovative per la difesa sostenibile
Il progetto promosso da Ri.nova prevede diversi step, a partire dall’individuazione del periodo di massima pericolosità delle diverse specie di elateridi (Agriotes spp) in relazione alle nuove condizioni ambientali per stimare il grado di correlazione fra diffusione dei parassiti ed entità del danno.

Parallelamente si lavorerà sugli aspetti agronomici per ridurre la vulnerabilità della coltura. «Le corrette strategie in campo rappresentano un tassello fondamentale nel progetto Em.e.pa.clima – spiega Lorenzo Barbanti, responsabile scientifico del progetto e docente dell’Università di Bologna –. Attraverso precise rotazioni colturali e specifiche lavorazioni del terreno, possiamo intervenire con azioni di disturbo nel momento di massima vulnerabilità degli elateridi, variabile a seconda delle specie coinvolte. Inoltre, anticipando i tempi di raccolta, riusciamo a ridurre significativamente l'esposizione dei tuberi alle larve. Unendo questi approcci renderemo gli areali produttivi meno “attrattivi” per il parassita, riducendo così i danni alle colture e migliorando la sostenibilità e redditività della pataticoltura regionale».

Riflettori accesi anche sul tema della gestione idrica, aspetto sempre più cruciale nel contesto di cambiamento climatico in corso. «L’efficienza nell'uso delle risorse idriche è cruciale per affrontare gli effetti del cambiamento climatico sulla pataticoltura – spiega Stefano Civolani, docente dell’Università di Ferrara –. Con Em.e.pa.clima, analizzeremo diversi sistemi irrigui per individuare quelli meno favorevoli alle larve di elateridi, oltre a essere in grado di garantire un maggior risparmio idrico, limitando così la pressione sulle risorse naturali e ottimizzando l’utilizzo degli input energetici e tecnici. L’obiettivo, in sintesi, è quello di ottenere produzioni più o meno equivalenti a quelle attuali con meno acqua e meno fitofarmaci. In questo senso, lavoreremo anche su tecniche innovative di difesa, utilizzando geo-insetticidi naturali specifici per agire contro le larve presenti nel terreno, combinati con sostanze ad azione ‘esca’ possibilmente più attrattive dei tuberi, mettendo in campo una strategia attract-and-kill. L’obiettivo è quello di sviluppare trattamenti ad alta precisione sia per l’inserimento di questi prodotti direttamente nelle pareti laterali del solco vicino ai tuberi che nel periodo della maggior virulenza delle larve per massimizzarne l'efficacia. Questa soluzione consentirà di contenere gli attacchi degli elateridi con metodi sostenibili ed efficaci».

Formazione e sensibilizzazione
Oltre a sviluppare linee di intervento in campo, il progetto prevede attività di formazione e sensibilizzazione verso agricoltori, tecnici e comunità locali. «Con Em.e.pa.clima vogliamo dare una risposta concreta e sostenibile alla crisi generata dagli elateridi, fornendo strumenti operativi e tecnologie innovative capaci di restituire competitività alle nostre aziende agricole e garantire la sostenibilità economica e ambientale della coltivazione della patata nella nostra regione – spiega Stefania Delvecchio, responsabile organizzativa del progetto –. Puntiamo a ridurre significativamente le perdite produttive e offrire agli operatori del comparto pataticolo regionale gli strumenti giusti per difendere le proprie colture e il frutto del proprio lavoro».

L’interesse è alto verso la problematica degli elateridi e lo dimostra anche il parteneriato costituito dall’ente di ricerca privato Ri.Nova (capofila del progetto), due centri di ricerca pubblici (Università di Bologna e di Ferrara), un ente di formazione (Dinamica) e imprese agricole del territorio: Astra Innovazione e Sviluppo, Orogel Fresco, Apofruit Italia, Pizzoli, Vecchiattini Claudio, Marabini Luigi, Tamisari Paolo, Patfrut, Bonfiglioli Paolo, Chiarini Andrea, Orticolti.

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