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Co.Vi.Res: il progetto di Ri.Nova guida la svolta sostenibile del vino

Co.Vi.Res: il progetto di Ri.Nova guida la svolta sostenibile del vino

Co.Vi.Res: il progetto di Ri.Nova guida la svolta sostenibile del vino

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redazione

Ridurre fino all’80% i trattamenti fitosanitari in vigneto, migliorare la sostenibilità economica e ambientale e aprire nuove opportunità di mercato per i vini del futuro: è questo l’obiettivo di Co.Vi.Res – Coltivare Viti Resistenti, il progetto coordinato da Ri.Nova.

Valorizzazione delle varietà Piwi

Il progetto avviato nel 2024, e che proseguirà fino al 2027 con il coinvolgimento di università, cooperative e imprese agricole leader della vitivinicoltura emiliano-romagnola, vede in prima linea 11 aziende agricole dell’Emilia-Romagna, tra cui alcune cooperative di primaria importanza: Caviro, Terre Cevico, Cantine Riunite & Civ e altre realtà produttive del territorio.

Nato in risposta alla crescente necessità di una viticoltura più sostenibile e competitiva, Co.Vi.Res punta a valorizzare le varietà Piwi (acronimo di Pilzwiderstandfähig, letteralmente “resistenti alle patologie fungine): viti ottenute da incroci tradizionali e selezione assistita da marcatori molecolari – capaci di resistere naturalmente a oidio e peronospora, le principali malattie fungine della vite.

“Le prove condotte nei primi due anni di progetto su 16 varietà Piwi coltivate in diverse aree pedoclimatiche dell’Emilia-Romagna hanno già fornito dati promettenti – spiega Pietro Rebeggiani, responsabile scientifico del progetto per Ri.Nova –. Le varietà resistenti hanno mostrato livelli differenti di tolleranza alle malattie fungine, offrendo la possibilità di adattare la gestione agronomica al contesto pedoclimatico in cui ciascun viticoltore opera. Questa diversità rappresenta un vantaggio strategico per le aziende perché consente una riduzione significativa dei trattamenti fitosanitari e un risparmio sui costi di produzione”.

Profili sensoriali distintivi

Dal punto di vista enologico, inoltre, le prove di microvinificazione condotte da Ri.Nova e Astra Innovazione e Sviluppo hanno dimostrato che i vini Piwi non solo raggiungono standard qualitativi comparabili a quelli dei vitigni tradizionali, ma offrono anche profili sensoriali distintivi e un potenziale enologico innovativo.

“A parità di condizioni pedoclimatiche e agronomiche, le 16 varietà monitorate hanno manifestato attitudini agronomiche ed enologiche diverse – prosegue Rebeggiani –, che da un lato rendono necessario un adattamento della strategia di gestione in relazione a ciascuna varietà, mentre dall’altro permettono di rispondere alle diverse esigenze produttive dei viticoltori dell’Emilia-Romagna. Dal punto di vista enologico, queste varietà stanno pienamente superando le prove di vinificazione, dando la possibilità di creare prodotti innovativi che potrebbero aprire nuove vie di commercializzazione”.

Formazione e comunicazione

Oltre alla sperimentazione in campo e in cantina, il progetto prevede, inoltre, attività di formazione tecnica per agricoltori e operatori del settore, azioni di comunicazione – con l’obiettivo di individuare strategie di valorizzazione e storytelling del prodotto, legando l’innovazione genetica ai concetti di sostenibilità e tutela del territorio – e percorsi di inclusione sociale e di formazione, questi ultimi in collaborazione con Dinamica Soc. Consortile.

Co.Vi.Res rappresenta un passo decisivo nella transizione ecologica del settore vitivinicolo regionale – conclude Rebeggiani –, con l’ambizione di portare l’Emilia-Romagna sempre più all’avanguardia in Europa nella sperimentazione e valorizzazione dei vini Piwi: un modello replicabile di viticoltura moderna, competitiva e sostenibile”.

       
       

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