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Bresaola della Valtellina Igp in ripresa

Con una produzione che supera le 12.600 tonnellate (+6,52% sul 2023), il comparto della Bresaola della Valtellina Igp chiude un 2024 in positivo, tornando a riscontrare i numeri pre-pandemici. Il settore ha inoltre segnato 480 milioni di euro (+6,52%) di valore al consumo e un aumento dell’impatto occupazionale sul territorio – diretto e indotto – del +4%. Lato distribuzione, la Gdo si conferma il principale canale di vendita della Bresaola della Valtellina Igp (77% della produzione totale).

Bresaola della Valtellina Igp in ripresa

Ivsi compie 40 anni

L’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (Ivsi) – nato nel 1985 con l’obiettivo di promuovere, valorizzare e diffondere la cultura dei salumi italiani in Italia e nel mondo – ha celebrato un traguardo significativo: 40 anni di attività al fianco delle imprese della salumeria italiana. L’anniversario, festeggiato lo scorso 16 aprile in occasione dell’assemblea annuale, rappresenta quattro decenni di impegno nella promozione, comunicazione e tutela dei salumi italiani, sia a livello nazionale che internazionale.
A tagliare questo importante traguardo, insieme all’attuale presidente Marella Levoni, in carica da un anno, erano presenti anche i past president Francesco Pizzagalli e Nicola Levoni.

Ivsi compie 40 anni

Il Consorzio della Finocchiona Igp festeggia dieci anni

Il 2025 segna il decimo anniversario per il Consorzio della Finocchiona Igp, che riunisce 38 produttori delle colline toscane. Un grande traguardo che arriva dopo un anno da record che ha visto un aumento della quantità di insacco fino a 2 milioni e 400mila chilogrammi, volumi quasi raddoppiati rispetto all’anno di fondazione del Consorzio, per un fatturato che si attesta intorno ai 25 milioni di euro.

Il Consorzio della Finocchiona Igp festeggia dieci anni

Mele trentine, numeri positivi per Apofruit

Apofruit, cooperativa con sede in Romagna di produttori ortofrutticoli con oltre 2.700 soci presenti nelle zone più vocate d’Italia, ha completato nei giorni scorsi la liquidazione della campagna autunnale 2024 per le mele conferite dai soci dell’area trentina, che rappresenta una parte rilevante della produzione della cooperativa. Da questo territorio, infatti, sono stati conferiti oltre 7.000 quintali di mele autunnali di cui circa il 50% ottenuti da produzione biologica.

Mele trentine, numeri positivi per Apofruit

Il preaffettato spinge la crescita della Coppa di Parma Igp

Si è chiuso in positivo il 2024 del Consorzio della Coppa di Parma Igp, l’ente di tutela nel cuore della Food Valley che racchiude 21 aziende associate per un comparto da oltre 500 occupati tra addetti diretti e lavoratori legati all’indotto. La quota export è salita al 16% (+6%), portando così il fatturato a 74 milioni di euro, e continua ad avanzare il preaffettato, arrivato a rappresentare il 33% del giro d’affari complessivo.

Il preaffettato spinge la crescita della Coppa di Parma Igp

Confimprese, confermate 5.580 nuove aperture nel 2025

La lettura dei dati del Centro studi Confimprese in collaborazione con Global Strategy sull’anno in corso fotografa un mercato in evoluzione e positivo per il retail, nonostante un avvio 2025 piatto in termini di consumi e lo sconcerto dovuto ai dazi americani. Dall’analisi semestrale sulle stime di aperture di nuovi punti vendita in Italia, condotta sulla base associativa ripartita in modo omogeneo tra ristorazione, abbigliamento-accessori e altro retail (casa-arredo, elettronica, telefonia e cura della persona), emerge che oltre il 90% delle aziende prevede nuove aperture, mentre solo il 50% ha programmi di chiusure. Il saldo totale tra aperture in franchising e punti vendita diretti contro le chiusure replica il quadro del 2024 pari a 5.580 nuovi esercizi commerciali al netto delle chiusure con una ricaduta occupazionale di oltre 33mila nuove assunzioni a fronte della mancanza di almeno 3.500 assistant store manager.

«Stiamo vivendo una situazione conservativa e molto grave – afferma Mario Resca, presidente di Confimprese (490 brand commerciali, 90mila punti vendita, 800mila addetti) –. Le aziende sono chiamate a rivedere i piani di sviluppo che programmano prima della fine dell’anno precedente. Fino a 10 giorni fa c’era un cauto ottimismo, oggi c’è sconcerto. Le nostre imprese hanno rivisto i programmi alla luce delle politiche di autarchia e protezionismo degli Stati Uniti e per questo stimano 5.580 nuove aperture come nel 2024».

Il franchising si conferma una formula distributiva di successo tra le scelte strategiche dei retailer, tanto che le aperture registrano il maggiore aumento rispetto allo scorso anno pari al +5,6%, mentre i diretti sono in crescita del +4,9%. Inoltre, 3 aziende su 4 prevedono di investire nel rinnovamento dei negozi.

«Il retail organizzato ha un’anima resiliente – prosegue Resca – che permette di guardare avanti e puntare sullo sviluppo delle reti distributive nonostante i consumi non siano decollati nel primo bimestre 2025 e un quadro internazionale condizionato da forte instabilità, tanto che il 50% dei retailer ritiene che le strategie di nuove aperture nazionali abbiano risentito del calo dei consumi interni iniziato nell’ultimo bimestre del 2024. I dati emersi confermano, comunque, la buona tenuta del retail organizzato rispetto al commercio tradizionale che è in sofferenza, in quanto si difende in modo più strutturato grazie alla forza del marchio, alle economie di scala e alla revisione del rapporto con il consumatore».

 

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fonte: Confimprese

 

Abbigliamento-accessori al primo posto con 2.340 nuovi punti vendita
Sullo scacchiere distributivo italiano abbigliamento-accessori apre il maggior numero di punti vendita pari a 2.282, seguito da altro retail che stima 2.020 punti vendita e dalla ristorazione con 1.278 aperture. Da notare che la quasi totalità delle imprese di abbigliamento-accessori pianifica sia aperture sia rinnovamento dei propri negozi, a testimonianza della volontà di sviluppo e miglioramento qualitativo della rete e dell’importanza della customer experience per la specificità del settore. Circa metà delle aziende ritiene che il calo dei consumi abbia un impatto sulla strategia di nuove aperture per il 2025. Un fenomeno indicato dal 75% degli operatori di abbigliamento-accessori, in misura minore dalla ristorazione (45%) e da altro retail (40%).

Il sentiment conferma che, nonostante la dinamicità del settore, le aziende adottano un atteggiamento di maggiore cautela nell’espansione della rete commerciale orientandosi su strategie omnicanale sofisticate per garantire un’esperienza fluida tra i canali online e offline. L’ottimizzazione delle esperienze mobile e l’integrazione dell’intelligenza artificiale per offerte personalizzate giocheranno un ruolo chiave. Anche a livello occupazionale i risvolti sono positivi. Le aziende dichiarano di incrementare il personale. Gli aumenti sono guidati da ristorazione e seguiti da abbigliamento-accessori e in ultimo da altro retail, l’aumento totale si attesta al +6,3% in relazione al differente mix di formati e attività delle nuove aperture rispetto alle reti esistenti.

Nella ristorazione si segnalano i piani di sviluppo di Penta Group (La Yogurteria) con 22, Cigierre e 12Oz con 15, Gioia (food retail) con 13, Rivareno (gelaterie) con 8.

In abbigliamento-accessori Teddy stima 95 nuovi negozi, Golden Point 25, Morellato 15. In altro retail Wind Tre segnala 27 store, Vodafone 10, Tim 4, La Casa de las Carcasas 20, Nau! 18, Corani & Partners (Jean Louis David e Franck Provost) 14, Facile.it 10.

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Canali di vendita: risalgono i centri commerciali
Per quanto riguarda i canali di vendita per le nuove aperture, si registra un rinnovato interesse per i centri commerciali indicati dal 68% delle aziende, mentre il 42% prevede di aprire nelle high street e il 29% punta sui negozi di prossimità nelle città di provincia. Gli stessi canali sono interessati dal maggior numero di chiusure, ma il saldo rimane positivo. I centri commerciali catturano maggiormente l’attenzione della ristorazione, mentre altro retail conosce un’espansione più equilibrata tra i vari canali.

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La diminuzione dei ricavi determina le chiusure
In termini di chiusure e di motivazioni alla base, oltre un terzo degli imprenditori dichiara che la causa principale è la diminuzione dei ricavi. In particolare, il fatturato per metro quadro inferiore alla media della rete e i maggiori costi legati alle ubicazioni sono tra i fattori determinanti. La riduzione percentuale maggiore delle chiusure pari al -3,4% si registra in abbigliamento-accessori, seguito dal -3,2% di altro retail. La ristorazione a -1,8% risente in misura minore dei fattori impattanti sopra elencati e continua a cavalcare l’onda dei consumi fuori casa che stanno riprendendo a crescere, dopo una fine anno in flessione rispetto ai mesi precedenti a +2,1% e un inizio 2025 altrettanto piatto a -1,8%.

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Confimprese, confermate 5.580 nuove aperture nel 2025
       
       

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