Fedagripesca E-R, 80% della produzione del vino da cantine cooperative

Fedagripesca E-R, 80% della produzione del vino da cantine cooperative
- Information
La superficie dedicata alla coltivazione di uva da vino in Emilia-Romagna si attesta su 50.182 ettari, pari al 7,6% sul totale a livello nazionale. Oltre l’80% dell’uva da vino prodotta in Emilia-Romagna viene conferito dalle aziende agricole alle cantine cooperative e sociali presenti in regione che si occupano delle fasi di trasformazione, imbottigliamento e commercializzazione, anche con la forza di noti marchi del Made in Italy. Cantine che in alcuni casi possono vantare storie ultracentenarie. È quanto emerge da una elaborazione di Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna relativa al focus Censis-Confcooperative dal titolo “L’Italia del vino: superfici, costi ed export”, presentato in occasione del Vinitaly.
La produzione regionale di vino nel 2024 in Emilia-Romagna si è attestata a 6 milioni 903mila e 977 ettolitri pari al 14,4% della produzione nazionale: un dato che pone la regione sul podio italiano, al terzo posto dopo Veneto e Puglia, con un aumento dell’11,1% rispetto al 2023 e di quasi il 20% (19,4%) rispetto al 2019. A determinare questi dati sono in particolare province come quella di Ravenna, dove si producono 2,9 milioni di ettolitri, e di Reggio Emilia (1,4 milioni). Se si considera il rapporto fra produzione e superficie coltivata, l’Emilia-Romagna è al primo posto con 137,6 ettolitri per ettaro.
«Questi numeri confermano il ruolo fondamentale della cooperazione nel comparto vitivinicolo regionale – dichiara Aristide Castellari, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna e presidente della cooperativa Agrintesa –. La filiera del vino oggi è concentrata su due priorità: da un lato difendere le produzioni dalle avversità determinate da nuove patologie delle piante, effetti dei cambiamenti climatici e norme europee spesso in contrasto con le necessità produttive, un imperativo dettato dalla necessità di continuare a presidiare i mercati. Dall’altro occorre promuovere il nostro vino a livello internazionale con il supporto delle Istituzioni, a partire dalla Regione».
A tal proposito, rispetto ai dazi imposti dagli Stati Uniti, il vicepresidente della Federazione regionale delle cooperative agroalimentari sottolinea come «nel settore vitivinicolo regionale ci sia preoccupazione: il vino è il prodotto agroalimentare nazionale più colpito da questa iniziativa e gli Usa sono il primo mercato di destinazione delle esportazioni anche di numerose eccellenze emiliano-romagnole. Oltre agli effetti economici negativi nel breve periodo, il timore è che lo scenario vada peggiorando ulteriormente».
L’auspicio, continua Castellari «è che l’Unione Europea si muova in maniera coesa scongiurando guerre commerciali che possono solo moltiplicare i danni alle aziende, avviando negoziati e cercando di aprire nuovi canali commerciali anche con altri Paesi. Tutto questo è possibile solo se le istituzioni europee compiono uno scatto in avanti nella difesa della competitività delle nostre imprese che, nel caso del vino, si trovano a fare i conti con campagne di comunicazione denigratorie e allarmistiche, aggravi burocratici che scoraggiano gli investimenti, risorse non sufficienti destinate alla ricerca».
Ti è piaciuto l'articolo?
Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.