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Mediobanca, nel 2025 vino avanti piano. L'anno scorso giù i ricavi di Gdo e Horeca

Sul vino tricolore incombono i dazi americani, ma i produttori di vino si attendono per il 2025 una crescita delle vendite complessive dell’1,7% e dell’export del 2%. Le bollicine rimarranno il traino del comparto, +4,4% dei ricavi e +6,1% dell’export, mentre i vini fermi si aspettano un più modesto +0,9% delle vendite e +1,2% dell’export. Almeno queste sono queste le indicazioni raccolte da un sondaggio dell’Area studi Mediobanca nel tradizionale rapporto sul settore vinicolo in Italia. Coinvolge 255 società di capitali e ricavi per 11,7 miliardi di euro. Il campione copre circa il 95% del dato nazionale.

Mediobanca, nel 2025 vino avanti piano. L'anno scorso giù i ricavi di Gdo e Horeca

Tonno in scatola, nel 2024, volumi in assestamento

Il tonno in scatola presente sulle tavole di sei italiani su dieci almeno una volta alla settimana (59,9%) e oltre tre italiani su dieci (34,8%) ne hanno incrementato il consumo negli ultimi due-tre anni. Tra i motivi dell’incremento, il suo essere ready to use (35,1%), anti-spreco (26,1%), una valida alternativa al “fresco” (25,9%), adatto a chi pratica sport grazie alla sua quota proteica (21,3%, fonte: AstraRicerche/Ancit – Associazione Nazionale Conserve Ittiche e delle Tonnare). L'Italia è il secondo produttore europeo dopo la Spagna e al secondo posto per il consumo, sempre dopo la Spagna.

Tonno in scatola, nel 2024, volumi in assestamento

Birra senza schiuma: consumi -1,5%. Crescono Corona, Peroni e birrifici

Su di giri Corona, Peroni e i microbirrifici, giù Heineken e Castello. Sono questi i trend di consumo, confermati nel 2024, nell’arena della birra. L’anno scorso in Italia le vendite di birra sono state, secondo il Rapporto Assobirra, circa 21,5 milioni di ettolitri fra produzione e import, l’1,5% in meno del 2023 e solo l’1,2% in più rispetto al pre-pandemia. Nel confronto con il picco del 2022 il calo è del 4,7%. In Italia il consumo pro-capite annuo di birra è di 36,4 litri. 

Birra senza schiuma: consumi -1,5%. Crescono Corona, Peroni e birrifici

Bio, quasi il 60% lo acquista 2-3 volte al mese

In occasione della Festa del bio, Carrefour Italia presentata i risultati della nuova ricerca condotta insieme a Human Highway (indagine nazionale Cawi svolta tra il 1° maggio e il 7 maggio su un campione di 2.300 italiani, rappresentativo della popolazione italiana online per genere, età, zona di residenza e livello di istruzione) per fotografare il livello di conoscenza e consapevolezza degli italiani rispetto ai prodotti alimentari biologici. Un’indagine che mette in luce un dato sorprendente: sebbene il 57,5% degli italiani acquisti prodotti bio almeno 2-3 volte al mese, solo un quarto della popolazione è in grado di identificarli correttamente.

Bio, quasi il 60% lo acquista 2-3 volte al mese

Pesche, percoche e nettarine, nel 2025 produzione italiana simile al 2024

Dal quadro riportato per il 2025 a livello europeo sulle previsioni di produzione di pesche, percoche e nettarine, il complesso della specie pare porsi su circa 3,2 milioni di tonnellate, il -7% rispetto al 2024 caratterizzato da un livello produttivo sostanzialmente normale. Escludendo le percoche destinate prevalentemente alla trasformazione, l’offerta europea in base alle indicazioni è stimata su 2,6 milioni di tonnellate, -6% rispetto ai volumi del 2024.  

Pesche, percoche e nettarine, nel 2025 produzione italiana simile al 2024

Nel 2025 l’e-commerce b2b in Europa vale il doppio del b2c

Il commercio digitale tra imprese non è più una nicchia tecnologica, ma una vera e propria infrastruttura strategica dell’economia moderna, destinata a trasformare in profondità le filiere produttive, distributive e relazionali. Secondo le stime (fonte: dati AgileIntel Research, Statista), il valore dell’e-commerce b2b nel 2025 varrà il doppio (oltre 1.600 miliardi di euro) rispetto al mercato del b2c online (più di 840 miliardi di euro), con una crescita di quasi il 9% rispetto al 2025, spinto dalla necessità di rendere più efficientitrasparenti e flessibili i rapporti commerciali tra le imprese. Si tratta di un’accelerazione che tocca tutti i comparti merceologici e che coinvolge attivamente anche l’Italia, sempre più presente nei marketplace internazionali e nei canali digitali.

Nel 2025 l’e-commerce b2b in Europa vale il doppio del b2c
       
       

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