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Lattiero-caseario: il valore della filiera sale a 29 miliardi di euro

Lattiero-caseario: il valore della filiera sale a 29 miliardi di euro

Lattiero-caseario: il valore della filiera sale a 29 miliardi di euro

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Luca Salomone

Ismea fa il punto sulla filiera lattiero-casearia, registrando una netta crescita anche nei mesi più recenti, una tendenza che consolida le dinamiche della prima parte dell'anno.

La spesa delle famiglie per questi prodotti - che incide per circa il 14% sullo scontrino medio - fa segnare un deciso incremento, con una maggiore propensione da parte dei consumatori a riempire il carrello con formaggi freschi (+5,7% in volume da gennaio a luglio) e yogurt (+6 per cento).

All’opposto rallenta la domanda di latte fresco, a causa di alcune dinamiche sociodemografiche, ma anche per via della tendenza a non sprecare, che favorisce i prodotti a lunga conservazione.

Export ancora in crescita

I dati sono emersi nell’ambito della presentazione di Think Milk, Taste Europe, Be Smart!, campagna di promozione di latte e derivati promossa dal settore lattiero-caseario di Alleanza delle Cooperative Italiane e realizzata da Confcooperative, con il cofinanziamento della Commissione europea.

Il valore del settore (28,9 miliardi in totale) ne conferma l’importanza nell'economia nazionale: con 7,1 miliardi di euro realizzati nella fase di allevamento e 21,8 miliardi dovuti alla trasformazione industriale, questo comparto primeggia nell’agroalimentare.

L'Italia è anche il quinto produttore di latte bovino in ambito UE, con più di 13mila tonnellate consegnate, provenienti da circa 1,7 milioni di vacche e da 23mila imprese specializzate.

Nel 2025 la produzione - continua Ismea – si è dimostrata in calo (-0,6% in gennaio-luglio), a fronte di prezzi alla stalla mediamente in crescita (+15% nei primi otto mesi) e sostenuti dalle quotazioni all'ingrosso dei principali formaggi della tradizione.

A trainare sono ancora le esportazioni: dopo lo straordinario risultato dello scorso anno (5,4 miliardi euro e 660 mila tonnellate che hanno varcato la nostra frontiera), le vendite oltre confine hanno fatto segnare ancora, da gennaio a giugno 2025, un +15,7% in valore e un +5% in volume.

Mangiare informati

Nell’ambito delle attività di monitoraggio di “Think Milk, Taste Europe, Be Smart!”, Nomisma ha presentato una ricerca sui consumatori.

L’indagine dimostra che yogurt e formaggi sono molto diffusi sulle tavole degli italiani, con il 98% di penetrazione.

Fra i criteri di acquisto vincono convenienza e sconti, accompagnati però da valori come qualità, filiera tracciata e certificazioni.

Cresce anche la fiducia nei latticini made in EU: 8 italiani su 10 hanno un atteggiamento positivo, con percentuali più significative fra gli uomini e i giovani. All’aumento del reddito e dell’istruzione corrisponde un incremento della richiesta di elevati standard di prodotto.

Dal lato delle informazioni i nostri connazionali sono molto scrupolosi, e questo vale per tutto l’alimentare. Prevalgono coloro che cercano fonti ufficiali, a conferma delle notizie trovate online (44 per cento). Ma sale anche il gruppo di consumatori che si informa tramite web e social (28%), indice di una progressiva, quanto evidente, affermazione dei canali digitali.

Nel complesso la quota di persone “acculturate” tocca ora l’85%, con un incremento di 23 punti rispetto al 2024.

Oltre 6 su 10 italiani hanno conoscenze specifiche sui latticini, con una correlazione positiva tra fiducia e livello di informazione. Così 2 consumatori su 3 sono in grado di individuare e scartare le fake news

L’indagine ha anche esplorato la percezione degli italiani relativamente alla sostenibilità, con un focus sul comparto bovino da latte. La principale evidenza è l’associazione tra benessere animale e allevamenti puliti e spaziosi.

Infine, il 78% dei nostri connazionali si dichiara interessato ad avere informazioni ancora maggiori sul latte e sulle sue proprietà nutrizionali.

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LATTIERO CASEARIO FILIERA 1

       
       

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