Lattiero-caseario: consumi in volata

Lattiero-caseario: consumi in volata
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Tutto bene per il lattiero caseario. Secondo il report pubblicato, venerdì 11 luglio 2025, da Ismea, nei primi quattro mesi di quest’anno si segnala un netto rialzo della domanda interna. Molto rilevanti sono anche i dati delle nostre esportazioni.
Yogurt e formaggi protagonisti
La spesa delle famiglie cresce del 7,7% rispetto a gennaio-aprile 2024, mentre salgono anche i volumi, i quali mettono a segno un +0,8 per cento.
Fatta eccezione per il latte, in costante declino (-3,3% in volume il fresco e -1,2% per l'Uht), nella prima parte di quest’anno (quattro mesi) incrementa soprattutto la richiesta interna di yogurt (+5,4%) e formaggi (+4,1% in volume), con una tendenza che interessa, peraltro, quasi tutti i principali segmenti.
I formaggi freschi, per esempio, salgono in valore dell’8,1% e del 5,1% in quantità, quelli molli lievitano, rispettivamente dell’8 e del 6,1% e quelli duri del 12,6 sul versante dei valori del 3,7% in volume.
L’intero aggregato lattiero-caseario denota un rincaro medio del 6,8%, che però non frena i nostri consumatori.
Gli allevatori dimostrano un clima di fiducia positivo, come conseguenza della tenuta dei prezzi alla stalla e dell'andamento degli affari correnti.
Il sentiment degli operatori dell'industria di trasformazione subisce, invece, un lieve peggioramento nel primo trimestre 2025, soprattutto con riferimento alla flessione degli ordini, dopo il boom delle festività natalizie, e a un atteggiamento più prudente della domanda estera, in considerazione delle incertezze legate al contesto geopolitico globale.
Preoccupano specialmente i dazi Usa, già previsti nella misura del 20 per cento, anche se le trattative in corso miravano, almeno fino a poche ore fa, a ottenere un più ragionevole 10 per cento. Ma le speranze sono davvero minime, visto che il presidente Donald Trump ha inviato oggi, 13 luglio, una missiva all'UE, in cui annuncia tariffe del 30% per tutto l'import europeo a partire dal 1° di agosto.
Il trend della materia prima
In ambito comunitario, dopo il lieve recupero dello scorso anno, la produzione di latte vaccino è in contrazione (-1% nel periodo gennaio-aprile 2025).
Il trend è influenzato dall'andamento negativo in alcuni dei principali Paesi produttori (Germania -2,9%, Francia -1,8%, Paesi Bassi -2,3%, Spagna -2,3%).
A livello comunitario i prezzi del latte alla stalla sono attestati su medie piuttosto alte, arrivando in media a toccare i 53 euro per 100 kg nel mese di maggio 2025 (+15,4% rispetto a un anno fa).
In Italia la produzione di latte, dopo il +1,9% registrato nel 2024 (dati Agea), ha registrato una contrazione dell'1% nel primo quadrimestre 2025, in linea con quanto verificatosi in tutte le principali nazioni comunitarie.
Il prezzo nazionale alla stalla ha proseguito la dinamica iniziata nell'estate 2024 e nei primi cinque mesi del 2025, superando mediamente i 59 euro per 100 litri (Iva esclusa, senza premi), con una variazione tendenziale del +16 per cento. E questo grazie alla favorevole congiuntura dei principali formaggi della tradizione.
I prezzi all'ingrosso del Grana Padano, dopo gli elevati livelli del 2024, hanno raggiunto, nel mese di giugno, la quotazione record di 11 euro/kg per la stagionatura minore, con uno scarto di quasi il 14% rispetto al dato di un anno prima, soprattutto grazie al dinamismo della domanda estera.
Andamento analogo per il Parmigiano Reggiano, che per la stagionatura di 12 mesi, ha toccato, sempre in giugno, i 13,3 euro/kg, con un incremento tendenziale del 21 per cento.
Prosegue anche la spinta al rialzo per i listini del burro, influenzati dalle dinamiche continentali, con il prodotto comunitario arrivato 7,2 euro/kg (+9,5% su giugno 2024).
Italia in corsia di sorpasso
Per quanto riguarda gli scambi con l'estero si conferma, per il 2024, il saldo attivo della bilancia commerciale settoriale per il quinto anno consecutivo con oltre 592 milioni di euro.
L’export dei formaggi è cresciuto fortemente (+10,7% in volume e +9,2% in valore rispetto al 2023), con uno storico sorpasso dell'Italia che, lo scorso anno, è diventata il secondo esportatore mondiale di generi caseari e latticini, dietro alla Germania e prima dei Paesi Bassi e della Francia.
I flussi in uscita hanno fatto segnare un valore record, di oltre 5,4 miliardi di euro per 658mila tonnellate di prodotto.
Sono aumentate le esportazioni soprattutto di caseari freschi (+12,4% in volume e +9,5% in valore), Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+8,7% in volume e +11,4% in valore) e di grattugiati (+10,7% in volume e +12,2% in valore).
In crescita anche il Gorgonzola (+4,8% in volume e +0,8% in valore).
Risultati positivi sono stati realizzati nei principali mercati di sbocco, con Francia e Germania che si sono confermate, anche nel 2024, le prime due aree di destinazione dei formaggi italiani, assorbendo complessivamente il 36% dei quantitativi esportati.
Dati molto forti, poi, nelle due principali geografie extra-UE, con un aumento dei flussi diretti verso il Regno Unito e gli Stati Uniti.
Nel primo trimestre 2025 le esportazioni casearie hanno visto aumentare il valore (+13,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), a fronte di una crescita - seppure rallentata - sul versante dei volumi (+3,4 per cento).
Scarica il rapporto Ismea: Tendenze lattiero-caseario
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