Carlsberg Group ha presentato i dati finanziari relativi al 2024, con utili per 9,12 miliardi di corone (1,22 miliardi di euro). L'utile operativo rettificato è salito da 11,1 a 11,4 miliardi di corone, mentre i ricavi sono migliorati del 2%, circa 75 miliardi di corone. A livello di Gruppo, Carlsberg registra una crescita del 2% per le birre premium e del 6% per il segmento dell’alcol-free, mentre, analizzando i brand internazionali, Tuborg cresce del 5%, Carlsberg del 9%, Blanc 1664 del 6% e Brooklyn del 5%.

Il discount non-food olandese Action archivia un 2024 positivo: le vendite nette sono cresciute del 21,7%, raggiungendo 13,8 miliardi di euro; le vendite a rete costante hanno registrato un incremento del 10,3%. Nel 2024, inoltre, Action ha inaugurato 352 store, concludendo l'anno con un totale di 2.918 punti vendita in 12 paesi europei.

Strategia senza frontiere per Eataly. Lo sviluppo del brand diventa davvero globale e non solo “americacentrico”. Soprattutto senza interferenze da parte di soci di minoranza e franchisee. L’ultimo deal di Investindustrial (che controlla con il 52% Eataly) rilancia lo sviluppo internazionale attraverso la leva della gestione diretta avviata con l’acquisto delle minoranze dei soci negli Stati Uniti e in Germania.

Lg archivia il 2024 come un anno da record. L’azienda, infatti, ha registrato il fatturato annuo più alto della storia a livello globale grazie alle performance della divisione degli elettrodomestici e di quella dei componenti per veicoli. Il fatturato consolidato ammonta a 87,73 trilioni di won (più di 58,1 miliardi di euro) e un utile operativo di 3,42 trilioni di won (più di 2,27 miliardi di euro).

L’azienda dolciaria astigiana Fida, conosciuta in Italia e all’estero per i suoi marchi, alcuni dei quali hanno fatto la storia delle caramelle in Italia come Rossana ma anche Bonelle, Gocce e Fondenti, prosegue il suo percorso di crescita. Nel 2024, infatti, ha raggiunto un fatturato di circa 34 milioni di euro (+6,3% rispetto al 2023).

Via all’iter per la pasta Sicilia Dop. La pasta verrà prodotta nell’isola con il grano duro locale e avrà la Denominazione di origine protetta. L’iniziativa parte dal Consorzio regionale di ricerca Ballatore ma l’iter burocratico prevede il sì del ministero delle Politiche agricole e dopo quello di Bruxelles. L’iniziativa è sostenuta oltre che dalla Regione anche da una quarantina di imprese, di cui una ventina di pastifici.