Eataly compie un altro passo avanti. E chiude il primo semestre dell’anno con ricavi consolidati in crescita del 4,4% a 333 milioni di euro. Il debito netto si attesta a circa 165 milioni. Risultati soddisfacenti se si considera che la prima metà dell’anno è il meno vivace per il business della catena italiana guidata dal ceo Andrea Cipolloni.
Quest’anno però è da valutare l’impatto che avranno i dazi imposti da Trump sulle importazioni negli Stati Uniti, mercato fondamentale per Eataly. Eataly è una catena internazionale specializzata nella ristorazione e nella distribuzione di alimentari italiani di qualità, spesso produzioni artigianali.
Lo scorso agosto la società ha deliberato un aumento di capitale di 75 milioni di euro da erogarsi per metà entro il 30 novembre prossimo e per l’altra metà entro il 30 giugno 2026. L’operazione ha l’obiettivo di supportare i piani di sviluppo di Eataly, compresi il nuovo format Eataly Caffè e i nuovi canali commerciali. E forse anche un riequilibrio patrimoniale rispetto al maxi prestito di 225 milioni erogato dalle banche nel 2024. Oggi il capitale sociale è di 108,6 milioni e arriverà a 183,6 milioni.
La road map
I piani di crescita di Eataly prevedono aperture di nuovi store soprattutto in Nord America, con tre nuovi entro fine anno a Philadelphia, Toronto e West Palm Beach. Inoltre, dopo i primi 2 negozi a New York del nuovo format Eataly Caffè, a Rockfeller Center e Hudson Yards, sarà inaugurato un altro punto vendita a Lexington Avenue.
Nel travel retail, dopo la recente apertura a Schiphol, entro fine anno verrà inaugurato lo store di Linate, che si aggiunge ai 5 a Parigi, tra Orly e Charles De Gaulle, e ai 4 a New York Jfk.
A tutto campo
Nel 2024 Eataly ha realizzato ricavi consolidati per 684 milioni di euro (+4,3%) e un Ebitda di 53,3 milioni (+29,7%), con un’incidenza sul fatturato passata dal 6,3% al 7,8%. La perdita netta è stata di 13,4 milioni (più che dimezzata).
Il nord America conta una quindicina di negozi, l’Europa 25 e Medio Oriente e Asia altri 15.
Il 60% dei ricavi arriva dall’America mentre l’Europa è al 38%.
Eataly è controllata per il 52% dal fondo di private equity Investindustrial. Con quote minori, Eatinvest (22,01%) della famiglia Farinetti, Clubinvest di Tamburi (17,67%) e Carlo Alberto della famiglia Baffigo-Miroglio (8,32%).
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