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La Gdo è chiamata ad evolversi in modo selettivo e strategico

La Gdo è chiamata ad evolversi in modo selettivo e strategico
Antonio Di Ferdinando, ad di Conad Adriatico

La Gdo è chiamata ad evolversi in modo selettivo e strategico

Information
Roberto Valeri

L’Italia si trova in una fase di bassa crescita le cui cause sono strutturali e la Gdo deve ripensare assortimenti e format in relazione all’inevitabile trasformazione demografica.

Questo significa per le insegne governare con precisione assortimenti, target e canali, rafforzando il legame territoriale, elemento tipico e distintivo della cooperazione.

"Una visione di futuro"

Sono queste le sintetiche indicazioni macroeconomiche emerse, in un’epoca definita da un intreccio di crisi economiche, sociali e ambientali, tutte interconnesse, al Meeting d’Autunno 2025 di Conad Adriatico, intitolato “Una visione di futuro”, svoltosi all’Hotel Casale di Colli del Tronto (Ap).

L’appuntamento annuale ha rappresentato, ancora una volta, un momento di confronto e di analisi, intrecciando dati, testimonianze d’impresa e visioni strategiche.

Nel suo intervento di apertura, Emiliano Ciaschetti ha indicato come un modello d’impresa capace di tenere insieme risultati economici e valore umano. “Viviamo in un tempo in cui tutto cambia – ha detto il presidente di Conad Adriatico – anche il modo stesso di fare impresa. Dentro questa trasformazione, credo che la cooperazione debba continuare a creare valore economico di qualità”.

Lo scenario in cui la Gdo si muove oggi e deve prepararsi ad affrontare in futuro è stato subito delineato dall’economista Carlo Cottarelli. A livello mondiale, in base ai dati del Fondo Monetario Internazionale, il Pil globale si è mantenuto negli ultimi cinquant’anni su una media del 3% annuo e per il triennio 2023-2025 è prevista una crescita compresa tra il 3,3% e il 3,1% nonostante le guerre, con l’Europa però fanalino di coda all’1%.

L’Italia si trova in una fase di bassa crescita strutturale: dopo il rimbalzo post-pandemia, le previsioni indicano per il 2025 un aumento del Pil dello 0,5%, con produttività stagnante, salari reali ancora inferiori del 7% rispetto al 2021 e una pressione fiscale tra le più alte d’Europa (42,8% contro il 37% spagnolo).

Questi fattori, ha spiegato Cottarelli, limitano la capacità del sistema di sostenere investimenti e consumi nel medio periodo e condizionano anche il comparto distributivo.

Crescite trainate dai prezzi a settembre

Nello specifico settoriale, Christian Centonze, consumer intelligence sales leader di NielsenIQ, ha offerto una fotografia dettagliata dell’andamento dei consumi.

A settembre il largo consumo ha registrato una crescita complessiva del 3,6%, in accelerazione rispetto al 2024, ma trainata soprattutto dai prezzi: dal 2019 ad oggi i listini sono cresciuti del 22%, mentre i salari non hanno seguito lo stesso passo.

I volumi sono tornati ai livelli pre-pandemia ma mostrano segnali di fragilità quando la spinta inflattiva si riacutizza.

Lo scenario è caratterizzato da una polarizzazione sempre più marcata. Sul fronte dei canali crescono discount, specializzati ed e-commerce, mentre grandi e piccole superfici arretrano, anche se i punti vendita di prossimità che investono riescono a correre a ritmi doppi rispetto al mercato.

La marca industriale leader è in difficoltà mentre la marca del distributore consolida la sua posizione competitiva, trainata da iper e super più che dai discount.

A determinare i comportamenti d’acquisto è soprattutto la demografia. Nei prossimi dieci anni, la popolazione italiana diminuirà di circa un milione di persone, con un calo del 12% delle famiglie con figli e un aumento del 10% dei nuclei monocomponente e over 60.

La domanda si sta quindi spostando dalle famiglie giovani, con bassa capacità di spesa, a famiglie mature con maggiore disponibilità economica. Per la Gdo questo significa dover governare assortimenti e format con maggiore precisione, presidiare i segmenti emergenti e integrare il digitale nella relazione con i clienti: l’e-commerce vale già circa il 7% del largo consumo e i volantini digitali stanno affiancando quelli cartacei come principale canale di scoperta dei prodotti.

Cooperazione: valore strategico

La voce dell’impresa è arrivata da Rossella Ferro, direttrice marketing de La Molisana, che ha raccontato la storia della sua famiglia e della rinascita di un’impresa storica molisana grazie a visione, coraggio e innovazione.

“Abbiamo avuto paura, ma quella paura è stata superata con decisioni importanti, nella convinzione che fossero quelle giuste per generare valore nei territori in cui lavoriamo”, ha ricordato. La scelta del 2011 di rilevare un’azienda in concordato e quella del 2018 di produrre solo con grano italiano sono esempi di leadership fondata su responsabilità, radicamento territoriale e capacità di anticipare i cambiamenti.

L’economista Leonardo Becchetti ha approfondito il tema della cooperazione come valore strategico. Ha parlato di ‘intelligenza relazionale’ come fattore che unisce competitività, produttività e benessere delle comunità.

“La vita economica non è una torta fissa: cooperare significa trasformare un gioco a somma zero in un gioco a somma positiva”, ha spiegato, citando dati che mostrano come le imprese con forti legami territoriali e pratiche collaborative ottengano performance migliori.

Disciplina assortimentale: la priorità di Conad Adriatico

In chiusura, l’amministratore delegato di Conad Adriatico Antonio Di Ferdinando ha riportato l’attenzione sulla strategia di Conad Adriatico, ricordando la crescita costante della cooperativa, oggi seconda azienda per fatturato nelle Marche, con una rete di 439 punti vendita, 267 soci imprenditori, oltre 8.400 collaboratori e un fatturato 2024 di 2,241 miliardi di euro (+4,98%), per una quota di mercato del 17,62% nelle regioni di competenza.

“Siamo una cooperativa: non guardiamo al risultato di un solo anno, ma al medio-lungo periodo. Cresciamo insieme ai territori e contiamo oltre 550 milioni di euro di acquisti locali che tornano in economia reale”, ha dichiarato.

Tra le priorità strategiche per il 2026 ha citato la disciplina assortimentale, lo sviluppo della ristorazione in store e la valorizzazione delle risorse umane, con nuove forme di premialità e coinvolgimento.

Conad Adriatico è presente in Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata, oltre che in Albania e Kosovo. Collabora ogni anno con 549 fornitori locali, generando oltre 539 milioni di euro di valore economico per le economie regionali. Leader in Abruzzo (quota 32,18%), Marche (20,89%) e Molise (20,39%), la cooperativa conferma il suo ruolo di motore di sviluppo per le comunità in cui opera.

Il Meeting d’Autunno 2025 ha dunque confermato la centralità del modello cooperativo come strumento per affrontare le sfide globali con radici territoriali solide.

       
       

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