Buoni pasto: soluzione 5 per cento?
Buoni pasto: soluzione 5 per cento?
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Commissioni limitate al minimo anche per i buoni pasto destinati al settore privato, prima applicate solo al pubblico impiego. È questa la novità sostanziale approvata, il 21 novembre, dalla Commissione Attività produttive della Camera dei deputati.
Si tratta di un emendamento al Ddl annuale sulla concorrenza, una modifica, presentata da Forza Italia, nelle persone degli Onorevoli Luca Squeri e Maurizio Casasco, che piace a molti, ma non certo a tutti – specie alle società emittenti - e che deve, comunque, ancora passare all’esame del Senato. Possiamo dire che il 5 per cento è una soluzione? E per chi?
Un benefit poco diffuso
La drastica correzione, ammesso che entri in vigore, avrà un periodo di transizione e alcuni distinguo: si applicherà, dal primo gennaio 2025, solo a quegli esercizi che non hanno ancora adottato il buono, mentre per le imprese che già lo accettano il tetto massimo scatterà dal primo settembre 2025.
In sostanza per i datori di lavoro, forse, non cambia nulla, mentre la vera rivoluzione consiste nel fatto che il buono pasto, una volta diventato meno oneroso per gli esercenti (che oggi pagano fino al 20%) sarà accettato da un parterre distributivo molto più vasto, facilitando i lavoratori che vedranno ampliate le occasioni per spendere il proprio “blocchetto” mensile.
Del resto, il cosiddetto ‘ticket’, con un ammontare medio di 6,75 euro (fonte Altis-Anseb), non è tanto diffuso quanto si crederebbe: pare che, a fine 2023, lo ricevessero 3,5 milioni di lavoratori, tanti, ma non tantissimi: a gennaio 2024, secondo l’Istat, i dipendenti erano infatti 18,7 milioni, tra occupati fissi e a termine.
Il versante del ‘sì’
Secondo Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, «l’emendamento è un passaggio che sancisce finalmente un principio di equilibrio in questo mercato, portando – ribadisce - le commissioni a un massimo del 5% anche nel settore privato. Diamo atto al Governo di aver sostenuto una scelta normativa che salvaguarda i buoni pasto come strumento di welfare per milioni di lavoratori e pone le basi per consolidare un settore in crescita. Grazie alla nuova norma si dà la possibilità alle imprese della distribuzione e a tutti gli esercenti di continuare a offrire un servizio prezioso, accettando i buoni pasto senza incorrere in un livello di commissioni che, a oggi, è divenuto insostenibile. È un risultato davvero importante, che si pone a vantaggio di milioni di lavoratori».
Allineata la posizione di Fipe-Confcommercio (pubblici esercizi) che «esprime il proprio apprezzamento in merito all’emendamento. L’introduzione di un tetto massimo alle commissioni, fissato al 5%, rappresenta per la nostra federazione un grande traguardo, che consente di garantire l’efficacia e i benefici del buono pasto come strumento indispensabile per i lavoratori, senza danneggiare gli esercenti, che oggi pagano – conferma la federazione - fino al 20% di commissioni. Una soluzione che premia il buon senso, perché riduce sensibilmente i costi per le migliaia di piccole imprese che accettano i buoni pasto, senza penalizzare i lavoratori per i quali il valore del buono resta immutato».
Favorevole anche, se più circostanziato, il parere di Fiepet-Confesercenti, Federazione italiana esercenti pubblici e turistici: «La revisione del sistema di commissioni sui buoni pasto, pagate dagli operatori commerciali, è una necessità ormai inderogabile: siamo dunque assolutamente favorevoli all’introduzione di un tetto massimo del 5%, come previsto dal Ddl Concorrenza – afferma il presidente, Giancarlo Banchieri -. Un tetto di questo tipo garantirebbe un mercato più equo e sostenibile per tutti gli operatori.
«E sarebbe utile - continua - per tutelare anche gli esercenti, spesso piccole imprese, dai costi eccessivi attualmente imposti unilateralmente dagli emettitori dei buoni. Costi insostenibili potrebbero, infatti, spingere negozi e pubblici esercizi a rifiutare i buoni, riducendo significativamente l’efficacia di questo importante strumento di welfare aziendale. È fondamentale, però, che l’introduzione di un tetto alle commissioni avvenga con una transizione attenta e graduale, che non metta a rischio la validità dei contratti attuali e senza aggravare i carichi amministrativi degli esercenti stessi. Serve un dialogo costruttivo fra le parti per implementare la misura in modo equilibrato e giusto per tutti gli stakeholder coinvolti».
Ma c’è chi dice no
Se il fronte del ‘sì’ appare compatto, c’è anche chi dice ‘no’. In prima fila, naturalmente, Anseb, l’associazione delle società emittenti, che già il 9 novembre, praticamente all’atto della presentazione dell’emendamento, faceva notare che «una volta definito il valore massimo della commissione, risulterebbe indirettamente definito anche l’importo massimo degli sconti che le società emettitrici possono offrire ai propri clienti, vista la stretta proporzionalità tra queste due voci».
Secondo l’associazione quelle misure nazionali capaci di incidere direttamente sui prezzi, determinando, per legge, il livello minimo e/o massimo e sottraendoli così al gioco della concorrenza, sono in linea di principio contrarie al diritto UE, che prevede tali interventi solo in casi veramente estremi e previsti dalla Corte di Giustizia europea (salute pubblica, lotta alle frodi e altro).
«Il blocco dei prezzi, continua Anseb, configurerebbe un aggravio dei costi per le imprese che acquistano i buoni pasto per i propri dipendenti. Con un tetto alle commissioni del 5%, le aziende clienti potrebbero riscontrare maggiori costi almeno per un 6% (differenziale tra l’attuale media commissionale e le future medie), stimabili in 180 milioni annui».
E questo, solo per sunteggiare al massimo, visto che l’argomentazione di Anseb è molto più ampia, come si legge in una nota.
Pertanto, l’associazione, ritiene corretto coinvolgere in maniera preventiva l’Agcm (Autorità garante per la concorrenza e il mercato) per definire in anticipo l’opportunità di un intervento normativo sull’attuale sistema dei buoni pasto.
DOVE SI UTILIZZANO I BUONI PASTO
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