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Finanza e retail: il punto sul primo semestre

Finanza e retail: il punto sul primo semestre

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Luca Salomone

Il primo semestre 2024 parte bene per gli investimenti nel retail, con un ammontare impiegato, da parte dei fondi, di 208 milioni di euro contro i 69 milioni di gennaio-giugno 2023 e con otto deal chiusi, rispetto ai sei del corrispondente.

Il peso del settore sul totale delle operazioni di private equity è ora del 5%, in crescita sul periodo 2016-2023.

C’è ancora spazio per le acquisizioni

A questo si sommano le grandi manovre di alcuni operatori ‘industriali’, per altre quattro operazioni di ingresso in nuovi mercati e diversificazione, rispettivamente nel lusso, pet food e cosmetica: Richemont (su maison Vehrnier, deal finalizzato in settembre), Miroglio (su Trussardi), L’Occitane (Dr. Vranjes Firenze) e, naturalmente, Fressnapf, che ha conquistato Arcaplanet.

A fare il punto è il rapporto “Retail & finanza”, condotto da Pwc per Confimprese e presentato a Milano il 3 ottobre.

La ricerca dimostra che, anche in un percorso di consolidamento dei brand, rimane spazio per fusioni e acquisizioni, sia nel commercio, sia nella ristorazione.

Più in dettaglio, nel 2024, non ancora finito, sono state annunciate e, in larga parte, chiuse 14 operazioni, di cui 8 portate a termine nella prima metà dell’anno e altre 2 dopo il 30 giugno 2024.

I deal principali includono, oltre ai nomi già citati, Tod’s (Opa amichevole della famiglia Della Valle e di L Catterton), Elisabetta Franchi (investimento nel capitale da parte di Nessifashion, di Marco Bizzarri), La Piadineria (rilevata da Cvc capital), Fra Diavolo (andata ad Alto partners), Temakinho (acquisita da Mutres), Acqua & Sapone (passata da Cinven a Tdr capital), Veralab (skinkare, 30% a Peninsula), Kiko (maggioranza a L Catterton), Animalia (cliniche veterinarie, 56% a Charme capital partners).

L’Italia è poco attraente?

Se il 2024 dimostra un certo movimento, l’anno resta comunque ampiamente al disotto dei valori registrati nel 2022 che, ricorda Pwc, è pur sempre il periodo record per le operazioni di private equity e venture capital nel commercio, con 859 milioni di euro movimentati e 31 deal.

Nei due anni successivi a gelare anche il mondo finanziario hanno contribuito la situazione geopolitica internazionale, l’inflazione record, l’aumento dei tassi di interesse, la forte volatilità dei mercati e, per conseguenza, la marcata stagnazione dei consumi, che, nel progressivo gennaio-agosto 2024 su gennaio-agosto 2023, ha fatto segnare ancora una perdita dello 0,4 per cento.

Un tema di fondamentale importanza per il nostro sistema Paese è, infine, legato alla capacità di migliorarne l’attrattiva per gli investitori esteri. Nel 2023 i capitali non italiani immessi sono diminuiti del 40%: la Penisola è riuscita ad attrarre solo 18 miliardi, la metà della Spagna, con l’aggravante che il nostro retail è ancora molto frammentato, visto che il tasso di presenza delle catene è pari a un terzo della media europea.

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