Dino Corsini, società partecipata in maggioranza, dal 2019, dall’investitore italiano Consilium, si mangia la pasticceria di Chocolitaly.
Fondata nel 1935 e con sede a Valsamoggia (Bologna), l’impresa Dino Corsini è una delle principali operatrici italiane nei colati da forno (tortini, plumcake e muffin) per la marca privata, rifornendo le principali catene della Gdo.
L’azienda, che opera anche all’estero, vanta una gamma completa pure nel settore, ad alta crescita, dei dolci salutari: biologico, senza glutine, senza latte, senza zuccheri aggiunti e proteici.
Nel corso del 2024, secondo i dati camerali, Dino Corsini ha conseguito un fatturato di quasi 31 milioni di euro.
Chocolitaly di Bareggio (Milano metropolitana) è, come indica il nome, uno specialista del cioccolato e poi dei macarons e delle torte, con una trentina di lavoratori.
Detiene uno stabilimento di proprietà di 3.500 mq: 2mila mq coperti, più 1.500 adibiti a carico e scarico. La fabbrica ha due linee, completamente automatizzate, che soddisfano l’intera offerta.
Costituita nel 1980 l’impresa ha totalizzato, lo scorso anno, un giro d’affari di quasi 4,7 milioni di euro, con un utile superiore a 816mila euro.
Sommando i ricavi, Corsini sale a circa 36 milioni di euro e promette di rafforzarsi in Italia e oltre confine.
Il dolciario italiano, con un valore produttivo di una decina di miliardi di euro e una crescita export di 9 punti percentuali nel 2023 (dato Coldiretti), è stato, negli ultimi tempi, un vero protagonista delle M&A.
Fra le operazioni più importanti quelle che hanno coinvolto Valeo Foods, che ha rilevato Freddi Dolciaria e Melegatti, la campagna di deal successivi di Vandemoortele, che, da noi, ha comprato Lizzi, l’acquisto di Sorrento Sapori e Tradizioni da parte del gruppo svizzero Idak Food, la transazione condotta da Vergani su Scarpato, la fusione tra Pernigotti e Walcor.
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