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De Cecco: real premium quality, export e innovazione spingono la crescita

De Cecco: real premium quality, export e innovazione spingono la crescita
Carlo Aquilano, direttore commerciale De Cecco

De Cecco: real premium quality, export e innovazione spingono la crescita

Information
Veronica Fumarola

Con un fatturato 2024 superiore ai 686 milioni di euro, in crescita del +10% rispetto al 2023, e utili netti saliti a 15 milioni, De Cecco conferma il proprio ruolo di riferimento nel comparto pasta.

In un contesto di mercato complesso, caratterizzato da una crescente “domanda di convenienza” per alcune tipologie di consumatori, l’azienda abruzzese continua a investire su qualità, innovazione di prodotto e internazionalizzazione, con l’obiettivo di rafforzare la propria presenza in Gdo e anche nel fuori casa. Di risultati, strategie e obiettivi abbiamo parlato con il direttore commerciale Carlo Aquilano.

Può tracciare un bilancio del 2024 di De Cecco nel comparto pasta?

I trend di sell out di De Cecco sono stati decisamente positivi, con la conferma per il brand della prima crescita del mercato a volume sia per la pasta di semola con +3.944 t (+6,2%) sia per la pasta integrale con +651 t (+20,5%, fonte: elaborazione dati NIQ M*T Discover, a.t. 29.12.2024, i + s+ ls + hd). La performance nel 2024 è stata positiva anche a valore con +1,8 milioni di euro (+1,2%), contro il totale mercato che segna -5,6%.

Per quanto riguarda la pasta all’uovo?

Nel 2024 la categoria pasta all’uovo ha visto un importante contrazione rispetto alla semola, con -2,0% volume e -2,3% valore, con una ulteriore riduzione degli assortimenti disponibili: -0,2 referenze. La perdita è stata trasversale a tutte le aree. È evidente, quindi, che anche questa categoria ha bisogno di una rivitalizzazione e rilancio da parte del trade. De Cecco nel 2022/2023 ha registro la prima crescita del mercato, confermata anche nel 2024 sia a volume (+129 t, +10,5%) sia a valore (+0,4 milioni di euro, +9,4%), con una quota nei trattanti in forte aumento. Performance positive che nel 2025 saranno supportate da un progetto di restyling impattante e da consumer promotion dedicate per intercettare i buongustai più esigenti.

I trend positivi si confermano anche nel 2025?

Nel primo semestre 2025 stiamo assistendo ad un ulteriore trend negativo della categoria pasta di semola sia a volume (-1,9%) sia a valore (-5,9%) a causa del perdurare della forte “domanda di convenienza” generata dal periodo inflazionistico e alla relativa perdita del potere di acquisto di diversi segmenti di consumatori. La pasta resta un bisogno centrale delle famiglie, ma cresce la sensibilità al prezzo che rimane drammaticamente cruciale nonostante l’euro/kg basso. A questa dinamica si lega sia l’importante intensificazione della promozionalità di diversi player sia il riposizionamento verso il basso dei prezzi a scaffale. In questo contesto, il posizionamento di De Cecco è molto chiaro: real premium quality/price. Dato rilevante per la categoria è la flessione negativa del prezzo medio di -0,09 euro/kg, rispetto a quella bassa del nostro marchio che registra il -0,05 euro/kg (fonte: elaborazione dati NIQ M*T, dm, ytd 29.06.2025).

Quali sono le vostre quote di mercato nei segmenti presidiati?

Nel 2024, in distribuzione moderna abbiamo raggiunto una quota a valore del 12,4% per la pasta di semola, del 3,5% per la pasta all’uovo e del 13,6% per la semola rimacinata di grano duro. Nel segmento gnocchi di patate ambient ci attestiamo al 28% (fonte: elaborazione dati NIQ M*T, dm, a.t. 29.12.2024).

Presidiate anche il mondo dei sughi e dei pesti. Come state performando in questa categoria?

Il nostro ruolo in questi mercati retail è quello di un brand entrante. In questi anni abbiamo cercato di approfondire bene i reali bisogni dei consumatori per proporre, con il restyling in corso, un prodotto premium di qualità superiore, così buono da poter essere consumato da tutta la famiglia. Le performance iniziali hanno confermato un mercato fortemente aggressivo caratterizzato da segmenti e spazi promozionali fortemente presidiati. L’azienda ha predisposto un progetto dedicato per il 2025 che vuole creare valore per la categoria e il consumatore. Proporremo ai clienti trade un potenziamento e sviluppo oltre le classiche referenze altorotanti, lavorando sui segmenti in crescita nei consumi e sulle nuove abitudini di consumo. Contiamo nei prossimi mesi di incrementare la copertura sui punti vendita. Attualmente, cresciamo del +2,5% a volume.

Quanto incide l’export sul fatturato di De Cecco?

Nel 2024 l’incidenza dell’export ha raggiunto circa il 50% dei volumi, con una presenza in oltre 120 paesi. Continuiamo a lavorare intensamente per sviluppare e replicare il modello italiano di penetrazione e partnership con i distributori e le insegne leader che ci ha consentito di raggiungere una quota trattanti rilevante. Guardiamo con un occhio di riguardo ai mercati, europei, agli Usa e ai paesi orientali, cercando di leggere i bisogni per mettere a punto un’offerta su misura.

Quanto è importante, invece, l’out of home?

Sul mercato italiano il canale Foodservice nel 2019 generava circa l’11,6% del fatturato. Nell’annus horribilis del Covid, la percentuale è scesa al 6,9% per tornare nel 2024 al 10,3%. Stiamo portando nel canale nuovi prodotti, che stanno riscuotendo successi importanti, come la linea “I Regionali”, “i Grandi” e la “Chef Edition” così da supportare i ristoratori e intercettare il trend anche dei formati a forte vocazione regionale/locale, per nuove esperienze e maggior appetibilità nei menu. Altra tendenza rilevante nel fuori casa è la crescita della domanda nel segmento healthy sia dei prodotti senza glutine premium sia ad alto contenuto di proteine multicereali/legumi e multibenefit, Vegan Certified dove abbiamo appena lanciato due progetti innovativi per i ristoratori e chef che hanno bisogno di differenziare ulteriormente i loro menu intercettando i bisogni non solo degli sportivi, ma anche dei millennials fino ai vegetariani e vegani.

Quali sono, dal suo punto di, le sfide che il mondo della pasta dovrà affrontare?

In primis, la cultura del “real premium”. Oggi sul mercato ci sono molti brand che, grazie a pack attrattivi o claim impattanti, riescono a comunicare e a far percepire una buona qualità del proprio prodotto fortemente distante dalla qualità reale. È un problema trasversale a tante categorie di prodotti grocery e non. La sfida sul consumatore sarà quella di far crescere la cultura della qualità e dei prodotti che possono vantare una premiumness certificata come De Cecco e che vada oltre il saving di alcuni centesimi. Inoltre, sarà importante affiancare i category e i buyer nella valorizzazione di categorie iper-affollate, proponendo attività e progetti di category/space management con raccomandazioni per massimizzare le rotazioni.

Avete previsto degli investimenti per l’ampliamento degli stabilimenti?

L’azienda sta potenziando diverse aree della propria catena del valore e pianificando altri anni di crescita, grazie anche al forte piano di investimenti che interessa l’ampliamento della capacità produttiva nel 2025-2026. Abbiamo previsto oltre 20 milioni di euro nel 2025 per due nuove linee produttive, una di pasta lunga e una di corta, che si affiancano a quelli recenti del 2024 di stoccaggio dei grani e di produzione di elettricità con impianti solari.

A quali progetti state lavorando per il prossimo futuro?

Tra i principali progetto a cui stiamo lavorando ci sono il potenziamento del già importante pacchetto di certificazioni Internazionali; la comunicazione pubblicitaria e le sponsorship, con in prima linea il nostro global brand ambassador Jannick Sinner che racconta cosa rende unica la pasta De Cecco con un communication tool “full funnel”. C’è poi un progetto sell-out, per incrementare le rotazioni a scaffale e l’efficienza dei punti vendita, supportando il trade e ottimizzando i planogrammi con logiche di category/space management e progetti di priorità assortimentale win-win-win. Stiamo lavorando sull’e-commerce per intercettare i consumatori multichannel e/o omnichannel. Infine, lanceremo nuovi formati e linee: in particolare il Rigatoncello e le Fettuccelle Grandi, oltre ad altre new entry per la gamma bakery, degli oli e dei sughi pronti. Infine, per il periodo natalizio abbiamo appena lanciato una Christmas Collection 2025 per intercettare i bisogni di convivialità con famiglia e amici, offrendo un pack tematizzato raffinato e una gamma di quattro formati per un’esperienza di consumo magica.

A fronte di questi progetti, quali obiettivi vi ponete?

Dopo le importanti crescite degli anni precedenti, il 2025 ci vede impegnati su tre direttrici: proseguire la crescita sui mercati internazionali potenziali ed emergenti; presidiare i mercati maturi dove vanno ridotti diversi gap; potenziare la nostra presenza/quota su tutti i mercati nel segmento salutistico e gastronomico.

       
       

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