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Mars investe un altro miliardo di euro nel bacino comunitario

Mars investe un altro miliardo di euro nel bacino comunitario
Crediti fotografici: di Harrison Keely, via Wikimedia Commons

Mars investe un altro miliardo di euro nel bacino comunitario

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Luca Salomone

La multinazionale americana punta sul nostro continente, dove opera da oltre 90 anni, raggiungendo oggi 22 Stati, Italia compresa.

Lo scopo – in sintesi - è di aumentare la produzione e promuovere l'innovazione in tutto il bacino comunitario.

Produzione UE all’85 per cento

Il gruppo, che sviluppa 24 stabilimenti in 10 nazioni europee, con una forza lavoro di 25 mila persone, vuole rendere centrale l’UE, dove, negli ultimi cinque anni, ha già stanziato più di 1 miliardo e mezzo di euro, cui si aggiungerà, un altro miliardo entro il 2026. Ma questo senza dimenticare gli Usa, dove, in luglio, è stato annunciato un piano di crescita da 2 miliardi di dollari.

Da notare che l'85% dei prodotti Mars (pet food e generi alimentari come snack e altri dolciari, primi piatti, salse e condimenti), venduti sullo scacchiere continentale è, già oggi, fabbricato localmente.

Non solo: le nazioni del bacino comunitario sono anche una piattaforma export che permette di raggiungere oltre cento mercati mondiali.

In Polonia, Francia e Lituania

Per fare un esempio, tra il 2023 e il 2027, il gruppo, 56,4 miliardi di dollari di fatturato 2024, in crescita del 4,6%, ha pianificato di investire 250 milioni di euro sul proprio impianto di Janaszówek, nella Polonia centro-orientale. Il polo, dedicato fondamentalmente al cioccolato e con 30 anni di storia, aumenterà la capacità di lavorazione del 63% per cento.

Una larga parte della strategia è diretta a decarbonizzare la catena del valore e a migliorare la sostenibilità in genere: a livello globale Mars ha ridotto le proprie emissioni di gas serra di oltre il 16% dal 2015, mentre, contemporaneamente, il business è incrementato del 69 per cento.

E ancora: nel 2022, la fabbrica di gelati di Steinbourg, nell’est della Francia – dedicata ai marchi Snickers, Twix e Bounty - è passata interamente alle fonti energetiche rinnovabili, diventando il primo sito aziendale che non prevede l’uso di combustibili fossili.

Lo stesso in Lituania, dove, nel locale impianto, destinato al pet food, è stata installata una linea di produzione di packaging alimentata al cento per cento da elettricità rinnovabile.

Kellanova rimandata a dicembre

Oltre ai problemi ambientali legati alla catena produttiva la multinazionale sta anche affrontando la questione delle emissioni agricole, con un piano, Moo'ving Dairy Forward, da 47 milioni di dollari, che contribuisce a ridurre l’impatto del metano in diversi Stati Ue, a cominciare dai Paesi Bassi.

Infine, il gruppo intende rafforzare ulteriormente la proprie alleanze con i partner locali, dagli agricoltori ai fornitori di tecnologia e, nel 2025, ha annunciato oltre 100 milioni di euro di stanziamenti per modernizzare e digitalizzare i suoi siti industriali francesi, creando nuovi posti di lavoro e decarbonizzando totalmente la propria filiera.

Notizie problematiche, invece, per quanto concerne l’acquisizione di Kellanova, spin off dell’ex gruppo Kellog. Il deal, da 36 milioni di dollari, annunciato nell’agosto 2024, vede schierate da tempo, su posizioni quasi opposte, la Federal Trade Commission americana, favorevole, e la Commissione europea (perplessa). Bruxelles ha annunciato che la decisione finale arriverà il 19 dicembre di quest’anno.

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