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Spar Svizzera torna elvetica. Exit per la proprietà sudafricana

Spar Svizzera torna elvetica. Exit per la proprietà sudafricana
Il centro di distribuzione Spar di San Gallo/Gossau

Spar Svizzera torna elvetica. Exit per la proprietà sudafricana

Information
Luca Salomone

Inizia un nuovo capitolo per Spar Svizzera (363 punti vendita). L’azienda, infatti, torna ‘a casa’ e si riorganizza.

Fatturato e utile in sofferenza

Il gruppo, con una storia di quasi 300 anni, che risale alla fondazione, nel 1761, di una società commerciale a San Gallo (nell’omonimo Cantone) e sotto l’egida della sudafricana Spar Group Ltd, sarà ora gestita da Tannenwaldholding di Basilea.

Il valore dell’operazione, espresso in franchi, ammonta a 46,5 milioni, circa 50 milioni di euro al cambio attuale.

Oltre alla confederazione sarà interessato un secondo Paese, cioè il principato del Liechtenstein.

L’azienda, come detto, conta una rete di 363 punti vendita, per un giro d’affari che, come riporta Rsi-Radiotelevisione svizzera, ha toccato nell’esercizio 2023-24, chiuso a settembre 2024, un valore di 754,2 milioni di franchi (817 milioni di euro), in flessione del 6% e con un utile netto in caduta del 17% a 5,6 milioni di Chf (6 milioni di euro).

Il nuovo Consiglio di amministrazione sarà presieduto da Peter Weber, mentre il comitato consultivo permanente comprenderà, come altri membri, Reto Francioni, Daniel Häring e Stefan Hromatka.

Nell'ambito del cambio di proprietà, Gary Alberts si dimette dalla carica di amministratore delegato.

Il piano di rilancio

“Per i consumatori e i partner si garantisce – si legge in una nota – la massima continuità: l'attività giornaliera prosegue come sempre, mentre la qualità e l'affidabilità rimangono i nostri valori chiave”.

Sono previste una serie di misure migliorative: ottimizzazione dei processi e delle strutture, investimenti nella digitalizzazione e nell’innovazione, ampliamento e rafforzamento dei punti vendita, nuove sinergie. Questi cambiamenti saranno progettati in modo trasparente e con il coinvolgimento di tutti i dipendenti.

Tuttavia, sempre Rsi, riporta che ci potrebbero essere disagi per circa 350 lavoratori, con un ridimensionamento dagli attuali 1.600 addetti a circa 1.200-1.300 a medio termine. Tuttavia, questa parte dell’organico sarà trasferita agli affiliati, che ora gestiscono circa la metà del network.

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