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Le bollette pazze rilanceranno l'inflazione?

Le bollette pazze rilanceranno l'inflazione?
Secondo Federconsumatori un'altra stangata di oltre 900 euro colpirà la famiglia

Le bollette pazze rilanceranno l'inflazione?

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Luca Salomone

Più che i dazi Usa, preoccupano gli imprenditori e i consumatori i rincari energetici.

E dire che, nel 2024, il costo della vita ha rallentato la sua folle corsa.

Cgia Mestre: la bolletta esplode

Secondo l’Ufficio studi di Cgia Mestre l’aggravio, rispetto all’anno scorso, sarà di ulteriori 13,7 miliardi di euro rispetto al 2024, corrispondente a un incremento del 19,2 per cento.

La spesa totale prevista raggiungerebbe quindi 85,2 miliardi: di questi 65,3 miliardi per l’energia elettrica e 19,9 miliardi per il gas (nell’ipotesi di un prezzo medio delle forniture elettriche 2025, di 150 euro per Megawatt e di 50 euro per il gas).

Di chi la colpa? Di un insieme di fattori che vanno dalle perduranti tensioni geopolitiche alla difficile integrazione fra sistemi energetici e finanziari, per arrivare ai perduranti limiti delle infrastrutture.

Federconsumatori: speculazione natalizia

Aggiungiamo, a questo, la durissima ‘frecciata’ di Unione nazionale consumatori. Spiega il presidente, Massimiliano Dona: «Si è fatta una speculazione sulle vacanze invernali degli italiani. In appena una settimana (la dichiarazione è del 14 gennaio) i carburanti per autotrazione sono saliti di oltre l’1%, con un pieno da 50 litri che costa, per entrambi, 1 euro e 3 cent in più e questo in base ai dati settimanali del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), secondo il quale il prezzo della benzina in modalità self-service lievita ancora, attestandosi a 1,793 euro al litro e il gasolio a 1,692 euro al litro.

«Dall’inizio dell’anno – continua Dona - un litro di benzina self è aumentato di quasi 4 centesimi, dunque del 2,1%, pari a 1 euro e 82 cent per un pieno di 50 litri. Anche per il gasolio il rincaro è di quasi 4 cent al litro, +2,2%, pari sempre a 1 euro e 82 cent a rifornimento. Insomma, ancora una volta si arrotondano gli incassi approfittando dei viaggi degli italiani».

Se consideriamo poi anche la logistica delle merci, tutto ciò rischia, inevitabilmente, di ripercuotersi sui prezzi al consumo, che già nel 2024, per quando in tendenziale discesa, rispetto alla fiammata del 2023, non erano certo sotto controllo.

Codacons: chi sale e chi scende

Il Codacons ha stilato e diffuso recentemente (il 18 gennaio) quello che rappresenta, in molti casi, un vero bollettino di guerra e questo a dispetto dei calcoli dell’Istat, che valuta, per l’anno intero, un’inflazione media “solo” all'1% (era del 5,7 nel 2023), che però diventa del 2,2% per l’alimentare, con l’inflazione nel carrello che rallenta la crescita al 2% da un precedente +9,5 per cento.

Codacons attribuisce un record dei rincari 2024 all’olio d’oliva che, rispetto all’anno precedente, segnala un aumento medio dei prezzi del 30 per cento.

Al secondo posto troviamo i pacchetti vacanza nazionali, che su base annua salgono del 16,6% e, al terzo, i supporti per la registrazione di immagini, suoni e video (+10,7%).

Aumentano di oltre il 10% i gioielli, mentre i biglietti delle manifestazioni sportive rincarano del 9,8%; la frutta con nocciolo (albicocche, ciliegie, pesche, prugne ecc.) sale del 9,8%, le assicurazioni connesse alle abitazioni del 9,3%, i frutti a bacca (uva, fragole, frutti di bosco ecc.) del 9,1%, i servizi ricreativi e sportivi dell’8,8 per cento.

Chiude la top ten la voce ‘servizi di alloggio in altre strutture’ (b&b, case vacanza, ecc.), con una variazione media del +7,3%.

Tra i beni i cui listini al dettaglio scendono di più figurano gli apparecchi per la telefonia mobile (-17,4%), l’olio di semi (-13,2%) che però nell’ultimo biennio aveva registrato picchi record, computer portatili, palmari e tablet (-11,9%), gas naturale (-11,6%).

Se però si analizza l’andamento dei prezzi nell’ultimo triennio, si scopre che, per alcune voci, i rincari sfiorano, o addirittura superano quota 100% – continua il Codacons –. È il caso dell’energia elettrica sul mercato libero che, nonostante il calo registrato lo scorso anno, segna, nel periodo 2022-2024 un incremento complessivo del 108,2 per cento. Al secondo posto della classifica degli aumenti triennali si piazzano i biglietti dei voli europei (+99,5%), al terzo i voli internazionali (+89,6%).

In tre anni l’olio d’oliva rincara complessivamente del 72,7%, i voli nazionali del 56,3%, il gas del 55,7%, lo zucchero del 46,1%, il riso del 43,1%, il burro del 37,6%. Fuori dalla top ten variazioni pesanti anche per le patate (+37,6%), i pacchetti vacanza (+36%), la margarina e gli altri grassi vegetali (+34%), gli alberghi e motel (+32,9%).

Una stangata da oltre 900 euro

Sull’altro lato della classifica, la voce che registra il più forte decremento in tre anni è relativa agli apparecchi per la ricezione e riproduzione di immagini e suoni (-36,4%), seguita dagli apparecchi per la telefonia mobile (-29,5%), dai test di gravidanza e dispositivi meccanici di contraccezione (-15%), da apparecchi fotografici e informatici (-14,1%), apparecchi per la pulizia della casa (-13,1%), pc, tablet e palmari (-9,8%). In sostanza, a parte la contraccezione, si tratta sempre di beni durevoli.

Una situazione abbastanza complessa, quasi schizofrenica, che però vuol dire una sola cosa, per quanto prevedibile: l’attenzione al prezzo dei consumatori rimarrà molto elevata anche nel 2025.

Secondo l’Onf, cioè l’Osservatorio Nazionale Federconumatori, infatti, se il tasso di inflazione medio del 2024 ha comunque causato ricadute, per una famiglia media, pari a 409,50 euro annui, la minaccia dei nuovi costi energetici potrebbe portare, nel 2025 una stangata di 914,04 euro annui in più per nucleo familiare.

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