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Confimprese lancia l'allarme consumi

Confimprese lancia l'allarme consumi
Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese

Confimprese lancia l'allarme consumi

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Redazione

È un dicembre stagnante quello che emerge dall’Osservatorio permanente sui consumi Confimprese-Jakala. Dopo la fiammata dei mesi di settembre e ottobre (+4,0% nel bimestre) e il black friday, i consumi del mese di dicembre tornano al +1,2% a valore e si riallineano al trend debole del 2024 che ha chiuso con un +0,6%. Se il black friday ha centrato il suo obiettivo originale, cioè spingere i consumatori ad anticipare la spesa dei regali di Natale, resta alta l’attenzione dei consumatori al portafoglio, alla ricerca di sconti e convenienza, come dimostrano anche i risultati del primo week end di saldi (4-6 gennaio), che hanno registrato un +8,8% complessivo a valore. I dati dimostrano che a far salire i consumi sono le promozioni, il black friday e i saldi, ma queste operazioni non sono sufficienti, secondo Confimprese, a risollevare l’andamento dei consumi.

«L’anno 2024 – dichiara Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese – chiude all’insegna di consumi stagnanti, potere di spesa in leggero recupero ma ancora lontano dai livelli pre-inflazione e conseguente ricerca di prezzi bassi, sconti e promozioni. Il trend in atto è testimoniato dal brillante avvio dei saldi con un +8,8% nei primi giorni di avvio. L’incertezza sull’inflazione e i prezzi energetici insieme alle instabilità internazionali ancora aperte non indicano particolari cambi di passo nei primi mesi del 2025, salvo ovviamente aspettare l’andamento dei saldi nel proseguo del mese di gennaio».

L’andamento nei vari segmenti
La ristorazione chiude il mese di dicembre a +1,6%, frutto, però, di un effetto inflattivo dei prezzi intorno +2,9% in dicembre su base annua. Abbigliamento-accessori registra il +1,2%, nota comunque positiva dopo anni complessi e la crisi del lusso. Più debole risulta l’andamento del comparto “altro retail”, con un timido +0,7% e il settore casa che continua a soffrire.

La preferenza ricade sui centri commerciali
Nei canali di vendita i consumatori a dicembre hanno premiato i centri commerciali che mostrano un andamento del +2,4% a scapito delle vie dello shopping in flessione del -2%. Nella media la prossimità, che registra +1,3%. Il calo del travel a -1,6% è dovuto all’impennata dei prezzi nel mese di dicembre e nel periodo natalizio.

Allarme consumi
L’analisi del progressivo anno da gennaio a dicembre 2024 evidenzia una situazione di parità sul 2023, con un mercato che tiene ma debole e stagnante. La crescita pari al +0,6% non porta un reale sostegno ai consumi. Su 12 mesi sette hanno performato sopra lo zero, ma di poco, soprattutto nel primo semestre, con febbraio a +0,7% e marzo a +3,9%, non sufficienti per risollevare il dato generale. Nel secondo semestre non sorprende che luglio a -1,8% e agosto a +0,9% abbiano avuto risultati poco soddisfacenti. Il bimestre settembre a +4,4% e ottobre a +3,5% ha registrato un aumento che ha fatto sperare in una chiusura d’anno positiva, ma novembre a +1,5%, nonostante il black friday, ha frenato la corsa agli acquisti e dicembre, notoriamente il mese più importante dell’anno per i consumi, non ha dato i risultati sperati. Nei settori merceologici la ristorazione chiude l’anno a +1,2%, abbigliamento-accessori a +1,1%. Continua la flessione di altro retail con -1,2%. I canali di vendita mostrano andamenti analoghi al totale mercato. I centri commerciali sono di poco sopra la parità a +1%, le high street in calo al -0,3%, i negozi di prossimità al +0,6%.

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