Il primo quotidiano sulla GDO
Aggiornato al 22 Gennaio 2021 - ore 12:30
Nel 2018 il fatturato aggregato dei maggiori operatori della Gdo italiana si è attestato a 84,3 miliardi di euro segnando un incremento dell’1,9% sul 2017. Si tratta della minore crescita dal 2015.
Tra le 25 nomine molte riguardano il mondo dei beni di consumo, retail, durevoli e real estate. Ecco i nomi.
Rispetto al passato è maturata una definitiva consapevolezza dei limiti fino a oggi imposti dall’operatività. Ed è grazie a questa consapevolezza che stanno prendendo forma nuove strategie,
Tra i principali effetti sui consumi si osserva che il 48% ha dovuto rinunciare definitivamente a qualsiasi forma di vacanza e il 23% all'acquisto di beni durevoli già programmato.
La scelta si innesta in un ampio percorso di attenzione ambientale. Alla riduzione degli imballaggi si aggiunge il progressivo abbandono della plastica in favore della carta per tutto il reparto dell’ortofrutta confezionata.
Adriano Turrini: “Possiamo dire con soddisfazione che nel 2019 siamo riusciti a fare tutto quello che avevamo previsto e comunicato ai nostri soci, e i risultati generati superano e migliorano le previsioni".
La perdita, o sospensione del lavoro e la riduzione degli stipendi, stanno causando gravi difficoltà anche nel fare fronte alle spese più basilari, come le bollette e il semplice vitto.
Il ricco portafoglio comprende due importanti complessi retail: Porta di Roma (97.000 mq e 250 negozi) e lo shopping center di Rescaldina (circa 30.000 mq e 77 attività), a meno di 30 km da Milano.
La Gd non alimentare vale per il Paese 60 miliardi di euro di fatturato e oltre 200.000 occupati. Eppure i Decreti finanziari di emergenza....
La quota di mercato ha superato il 30% in tutte le nazioni monitorate, tranne l’Italia, dove però si è registrata una variazione positiva di 2 punti.
Stefano Portu: " Siamo in grado di mettere in comunicazione 30 milioni di consumatori geolocalizzati con 250.000 punti vendita e di generare oltre 1 miliardo annuo di visite in store".
Finalmente oggi, 18 maggio, moltissime attività possono alzare le saracinesche in tutto il Paese, pur con misure molto stringenti e limitative.
Per almeno un terzo degli imprenditori, la riapertura di alcuni esercizi commerciali è sconveniente sul piano economico, tenuto conto dei costi fissi che non vengono in alcun modo congelati né ridotti.
L'importante operazione immobiliare dimostra, anche in tempi di emergenza, la tenuta del segmento del retail real estate.