di Luca Salomone

Dieci milioni di euro entrano nelle casse del gruppo oleario toscano, per incrementarne ulteriormente la presenza sui mercati internazionali. A erogarli sono Crédit agricole Italia e Sace, la quale è garante del 70% dell’ammontare.

La storia di Salov - Società anonima lucchese olio e vino - è legata al nome di Filippo Berio, il marchio di produzione olearia nato nel 1867 e diventato celebre in tutto il mondo e al brand Sagra, distribuito, nel nostro Paese, dal 1959.

L’azienda, la cui sede e sito produttivo si trovano a Massarosa (Lucca), opera in oltre 70 Paesi nel mondo occupando posizioni di leadership in Usa, Gran Bretagna, Russia, Belgio, Svizzera, Hong Kong…

Sottolinea Fabio Maccari, amministratore delegato: «Questo significativo contributo permetterà, da un lato, di proseguire nell’implementazione di un sempre maggiore controllo della nostra supply chain e, dall’altro, nello stimolare l’innovazione grazie a nuove collaborazioni con importanti poli accademici e centri di ricerca. Abbiamo in essere progetti industriali legati al perfezionamento dei sistemi produttivi, agronomici - per lo sviluppo di un’olivicoltura sempre meno impattante - e sensoriali, per il miglioramento della qualità dell’olio e della sua percezione nel mondo».

Salov è tra le più grandi aziende italiane del proprio settore, con un fatturato netto consolidato 2022 di 491 milioni di euro e 120 milioni di litri venduti. L’incidenza delle esportazioni è intorno al 65 per cento.

Dal 2015 la società fa parte della multinazionale cinese Bright food.

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