Fnac Champs-Elysées: stop il 12 gennaio
Fnac Champs-Elysées: stop il 12 gennaio
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Fnac chiude il suo negozio più rappresentativo, sugli Champs-Elysées di Parigi. Lo stop definitivo sarà, appunto, il 12 gennaio, mentre a partire dal 3 gennaio ci sarà una colossale svendita.
Il provvedimento era già stato annunciato in marzo, ma mancava ancora la data esatta.
Aperto nel 1997 su 3 mila mq, il punto vendita dà lavoro a 101 persone che, rassicura il gruppo, saranno ricollocate negli altri 5 insediamenti di Parigi, quasi altrettanto centrali: nel quartiere di Ternes, in Rue Saint-Lazare (dove sorge la storica stazione ferroviaria), Forum des Halles, Montparnasse, Rue Beaugrenelle
La decisione, ha spiegato Fnac, è la sola economicamente ragionevole e socialmente responsabile.
Ma perché un colosso, che, sommato con la sorella Darty, ha avuto le risorse per acquisire, recentissimamente, l’italiana Unieuro e che conta circa 8 miliardi di fatturato, si trova a dismettere uno dei suoi negozi più iconici?
Perché il commercio deve rendere o, quantomento, chiudere i conti in pareggio. E la catena non fa certo misteri e, sia nelle note ufficiali, sia nelle dichiarazioni ai singoli giornali, ammette che il megastore ha vissuto un progressivo calo dei clienti, aggravato da un livello degli affitti che sta rendendo il più famoso viale francese una location riservata ai signori del lusso.
E infatti, come emerge dalla nuova edizione di Main streets across the world, il rapporto che ogni anno Cushman & Wakefield dedica alle vie più care del mondo, il canone dell’Avenue, è ora di 12.519 euro annui al metro quadrato, in aumento del 10% rispetto al 2023. Il che vuol dire che, in teoria, Fnac paga qualcosa come 37,5 milioni di euro ogni dodici mesi.
Eppure gli Champs Elysées sono quasi economici, se paragonati con le cifra media della nostra Via Montenapoleone, dove la richiesta dei proprietari ha raggiunto 20 mila euro al mq, con un delta positivo dell’11 per cento. Seconda in classifica la Quinta Strada di New York, che costa 19.537 euro, ma che non ha dimostrato rincari nell’ultimo anno.
Sono andamenti che non si possono certo discutere, visto che ci troviamo in un libero mercato, ma tutto questo non ha ormai trasformato queste high street in altrettanti ‘ghetti’ del lusso, con una pura funzione pubblicitaria e visitati sempre di più da semplici curiosi? Forse esiste anche una desertificazione verso l’alto.
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