Amica Chips e Pata: l'Antitrust indaga su un presunto cartello
Amica Chips e Pata: l'Antitrust indaga su un presunto cartello
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Istruttoria dell’Agcm su Amica Chips (140 milioni di fatturato nel 2023) e Pata (171 milioni). L’autorità, grazie alla segnalazione di un whistleblower, ha avviato un provvedimento che deve chiarire se effettivamente esista un coordinamento fra le due aziende per mantenere alto il prezzo praticato nella vendita alla Gdo.
Questo porterebbe a gonfiare i prezzi delle private label, con inevitabili ricadute su tutto il mercato, mercato che vale circa 600 milioni di euro nel nostro Paese.
In particolare, si legge nel testo che avvia l’istruttoria, Amica Chips è fornitrice di Esselunga, Lidl, Carrefour, Selex e Crai, mentre Pata di Coop, Pam, Tigre, Conad, Eurospin e Despar.
“Le quote di mercato ascrivibili ad Amica Chips e Pata, sulla base del fatturato realizzato, possono essere stimate rispettivamente nel 24 e 29 per cento.
"Dal lato dell’offerta, la produzione di chips è piuttosto concentrata. I principali produttori, in Italia, risultano essere San Carlo Gruppo Alimentare, Pata, Amica Chips, Preziosi Food e Crik Crok. Esistono inoltre diverse società che producono brand di chips in stabilimenti operativi in altri Paesi europei e le importano nel nostro”.
Ieri (25 settembre per chi legge), i funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo speciale antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle principali sedi delle parti, nonché presso un altro soggetto ritenuto in possesso di elementi utili.
Sulla vicenda è intervenuto il Codacons, precisando che qualsiasi intesa restrittiva della concorrenza ha effetti negativi diretti sui consumatori. “Simili pratiche hanno infatti come conseguenza diretta quella di impedire la riduzione dei prezzi al dettaglio, e mantenere forzatamente i listini sopra determinati livelli, costringendo gli utenti a maggiori esborsi economici”.
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