Dal kefir al greco, dal senza lattosio ai nuovi gusti indulgent, dalle varianti a base vegetale ai bicompartimentali, il mondo degli yogurt e similari piace sempre di più ai consumatori, soprattutto per la capacità di coniugare gusto e salute.
Nell’anno terminante il 25 maggio 2025, il mercato degli yogurt e similari (dati NIQ, totale Italia, Iper+Super+Liberi Servizi+Discount) ha generato un giro d’affari di 2 miliardi e 162 milioni di euro, registrando un trend positivo a valore del +5,8% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo, sono cresciute anche le quantità vendute, mostrando un trend del +5,5% con 494 milioni di chilogrammi, e le confezioni hanno registrato una crescita pari al +6,6%.
I risultati positivi a valore e a volume sono trasversali in tutte le aree NIQ e in tutti i canali. «L’Area 1, che si conferma il mercato più importante per la categoria, in grado di veicolare il 30,3% del fatturato e il 30,4% dei volumi di vendita, cresce con un trend del +4,9% a valore – spiega Alberto Pincelli di NIQ. L’Area 4 è quella che registra l’incremento maggiore, con una crescita del 9% a valore e del 7,7% a volume, grazie anche all’aumento del 4% nel referenziamento.
L’Area 3 è il secondo mercato per giro d’affari e produce il 24,2% del fatturato totale, anche in virtù di un prezzo medio stabile (4,55 euro al chilo), ma superiore a quello delle altre aree. L’Area 2, invece, è il secondo mercato per quantità (25% dei volumi) e leader in termini di referenziamento medio venduto (137,2 referenze)». A livello di canale, i super sono il mercato principale, responsabile del 45,4% del fatturato e del 41,1% dei volumi, e registrano trend positivi a valore (+6,3%) e a volume (+5,7%).
I discount sono le superfici che crescono maggiormente sia nel fatturato (+7,8%) sia nelle quantità (+7,6%), diventando il secondo canale. Gli ipermercati sono invece il secondo mercato per giro d’affari, con il 23,5% del fatturato. I trend che registrano sono positivi (+4,6% a val. e +4,3% a vol.), ma crescono meno rispetto alla media. Rimangono pressoché stabili i liberi servizi che, come gli ipermercati, perdono importanza a totale mercato (-0,4 punti di sales location sia a valore che a volume).
Per quanto riguarda i segmenti, il 28,9% del giro d’affari e il 37,0% dei volumi è veicolato dallo yogurt intero, che si conferma il segmento principale e registra nell’ultimo anno trend positivi sia a valore (+2,6%) che a volume (+2,8%). All’interno di questo, la variante alla frutta, che incide per oltre la metà del fatturato e delle quantità vendute nel segmento, evidenzia una decrescita a valore (-0,5%).
«Lo yogurt funzionale – prosegue Alberto Pincelli – è il secondo segmento per importanza e produce, infatti, il 26,2% del fatturato e il 23,7% dei volumi, registrando una crescita a valore (+6,8%) superiore a quella del mercato. In questo segmento, la tipologia principale è quella che si riferisce ad “altre funzioni, doppie funzioni e delattosato”, che mostra una crescita a due cifre sia a valore (+20,6%) che a volume (+21,1%), sostenuta da un aumento della promozionalità (+0,7 punti) e del numero medio di referenze (+10,5%)».
Lo yogurt greco, che pesa per il 21,1% sul fatturato totale e per il 14,5% rispetto ai volumi, registra un incremento significativo del +19,6% a valore e +23,5% a volume, mentre il prezzo medio si conferma il più alto del mercato (6,40 euro al chilo) ma si riduce del 3,2% rispetto al periodo precedente. Il segmento dei prodotti bicompartimentali, che produce il 9,5% del fatturato e il 6,6% dei volumi, mostra una crescita a valore (+2,1%) e a volume (+1,9%) inferiore rispetto alla media.
Per quanto riguarda lo yogurt magro, che genera l’8,8% del fatturato e il 12,3% dei volumi di vendita, i trend sono negativi (-5,9% a val. e -4,4% a vol.), anche a causa di una riduzione della promozionalità (-1 punti). Trend positivi, invece, per i sostitutivi a base vegetale dello yogurt, che registrano un incremento del +5,6% a valore e +3,4% a volume, con una crescita del fatturato attribuibile anche a un aumento del prezzo medio (+2,1%). Infine, gli yogurt da bere sono il segmento con le performance peggiori, con -10,4% a valore e -3,9% a volume e una promozionalità che si riduce di 2,3 punti, così come il numero medio di referenze (-8,3%). Anche il prezzo medio cala del 6,7%, attestandosi sui 2,65 euro al chilo.