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Plac-Fattorie Cremona cresce a doppia cifra e lavora per uno sviluppo sostenibile

Plac-Fattorie Cremona cresce a doppia cifra e lavora per uno sviluppo sostenibile
Pasquale Cofano, direttore commerciale di Plac

Plac-Fattorie Cremona cresce a doppia cifra e lavora per uno sviluppo sostenibile

Information
Veronica Fumarola

Fattorie Cremona, il brand di Plac-Produttori latte associati Cremona, continua a consolidare la propria posizione nel settore lattiero-caseario italiano.

L'azienda ha chiuso il 2024 con un fatturato di 172 milioni di euro, in crescita di circa il 15% rispetto all'anno precedente, grazie al presidio dei diversi canali: dalla Gdo all'out of home, fino alla marca del distributore.

Il direttore commerciale di Plac Pasquale Cofano illustra le strategie adottate per gestire costi e volatilità del mercato, sostenere la filiera, interpretare le nuove abitudini dei consumatori e rafforzare la sostenibilità ambientale e sociale.

Con quale fatturato stimate di chiudere il 2025?

Nel corso dei primi otto mesi del 2025 il trend di fatturato è ancora in crescita del +18%. Stimiamo di chiudere l’anno con un giro d’affari in una forbice tra il +10 e il +12% rispetto al 2024. Ciò in virtù di un rallentamento legato alle incertezze riguardo al contesto internazionale e alla ridotta capacità di spesa sul mercato nazionale che sta provocando una frenata nell’ultima parte dell’anno.

In che entità sono aumentati i volumi prodotti negli ultimi anni?

Negli ultimi cinque anni i volumi sono cresciuti del +14%, con un rallentamento nell’ultimo biennio.

Come si posizionano i vostri prodotti nella Gdo italiana?

Da un’indagine commissionata circa un anno e mezzo fa a una delle società di analisi attive sul mercato, risulta che siamo i terzi produttori di Provolone a livello nazionale, una posizione di podio che manteniamo da anni. I dati del Consorzio Grana Padano, invece, ci certificano come quarti produttori di forme, anche in questo caso un traguardo che stiamo consolidando nel tempo. Per quanto riguarda le vendite, nei primi otto mesi del 2025 osserviamo una lieve flessione a volume, con una crescita del valore pari al +9% (fonte: dati Plac).

Quanto incide l’export sul fatturato aziendale?

L’export rappresenta oggi circa il 16-17% del fatturato complessivo. Fattorie Cremona è presente in 50 paesi nel mondo. I risultati più rilevanti si registrano in Europa, in particolare in Francia, Grecia, Germania, Spagna. Allo stesso tempo, stiamo consolidando la nostra presenza in mercati extraeuropei, come America e Asia, che offrono prospettive di crescita enormi. Affrontare la complessità di questi scenari richiede però strutture adeguate e investimenti mirati, per competere in modo efficace e sostenibile. Nei prossimi anni intendiamo quindi concentrarci su un percorso di consolidamento e razionalizzazione delle nostre attività internazionali, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la competitività dell’azienda sui mercati esteri.

Che ruolo ha, invece, l’out of home?

Il canale del fuori casa rappresenta una componente significativa delle vendite di Plac. Stiamo assistendo a trasformazioni strutturali del comparto, con una progressiva riduzione del numero di operatori, a fronte però di una maggiore solidità e dimensione di quelli rimasti. In questo contesto, il nostro impegno è volto a consolidare e rafforzare le collaborazioni con i partner più strutturati, che stanno crescendo in termini di organizzazione e fatturato. Nel primo semestre del 2025 il canale ha registrato un leggero rallentamento, che riteniamo tuttavia fisiologico dopo il forte sviluppo vissuto nel periodo post-Covid.

La marca del distributore continua a crescere in Italia e all’estero: che importanza ha per il vostro business?

Produciamo a marchio del distributore sia per il mercato italiano sia per l’estero. Oggi questo segmento rappresenta poco più del 20% del nostro fatturato complessivo. È un canale che riteniamo strategico e che intendiamo continuare a presidiare, alla luce della crescente rilevanza e del trend positivo che la Mdd sta registrando in Gdo.

Avete in programma il lancio di nuove referenze?

Stiamo consolidando i risultati ottenuti e strutturando un processo di razionalizzazione delle referenze a listino, in linea con i tempi che viviamo. Tuttavia, i consumi stanno rapidamente cambiando per cui stiamo facendo delle riflessioni su alcuni ambiti collegati al ready to use e al consumo dei più giovani.

La categoria dei formaggi Dop ha mantenuto buoni volumi anche in un contesto inflattivo: quali fattori spiegano questa resilienza?

Esiste un legame profondo tra le Dop e valori come tradizione, salubrità, rigorosi controlli di processo e appagamento personale. Gli italiani sono disposti a rinunciare, a risparmiare su altri fronti, perché sanno che un prodotto Dop rappresenta una garanzia di gusto e sicurezza, trasformando un gesto quotidiano e naturale come mangiare in un’esperienza piacevole e gratificante. E questo stesso valore è riconosciuto anche nel resto del mondo: sempre più consumatori cercano i nostri prodotti Dop sugli scaffali proprio per queste ragioni.

In generale, come sta evolvendo la domanda di formaggi? Notate cambiamenti nei gusti o nelle abitudini d’acquisto dei consumatori?

La Gdo si evolve per interpretare le esigenze di un consumatore sempre più variegato: si cucina meno in casa, spesso cercando soluzioni pronte. Nel dairy questo significa prodotti affettati, cubettati o grattugiati. Il take-away è spinto al limite, ma la ricerca di un assortimento ampio e profondo resta: c’è chi preferisce il piccante, chi il dolce, lo stagionato più saporito o il fresco. Cambiano le forme e le modalità, ma i formaggi continuano a essere molto apprezzati. Alcuni comparti hanno ormai una certa consistenza, come il “meno”, il “senza”, il “leggero”, il “local”. Tuttavia, è noto che in un’alimentazione completa e nutriente è necessaria anche una corretta dose di grassi, spesso troppo demonizzati in passato, insieme a proteine, carboidrati e altri nutrienti. Va considerato, però, che la capacità di spesa e le incertezze del contesto nazionale e internazionale (guerre, instabilità, dazi, ecc.) stanno influenzando le scelte dei consumatori che diventano sempre più razionali, con una propensione crescente al risparmio e a un consumo più attento.

Il prezzo del latte e i costi delle materie prime restano una variabile cruciale per il settore lattiero-caseario: come state gestendo la volatilitè di questi elementi e quali strategie adottate per garantire stabilitè alla vostra filiera?

Dopo anni di prezzi molto bassi che hanno messo in forte difficoltà i nostri soci allevatori, abbiamo attraversato un periodo con un prezzo del latte soddisfacente e una disponibilità regolare, talvolta leggermente inferiore alle medie storiche, soprattutto in alcuni Paesi europei. In generale, le quantità sono state in linea con i consumi. Vedremo cosa ci riservano i prossimi mesi in cui alcune variabili si stanno modificando. I costi delle altre materie prime, in primis l'energia, rappresentano sempre un fattore significativo, ma fortunatamente alcune preoccupazioni su questo fronte sono oggi lontane. Stiamo cercando di tutelarci in diversi modi per attenuare eventuali impatti di possibili aumenti futuri, per quanto nelle nostre possibilità, attraverso iniziative come biogas, fotovoltaico e riciclo idrico. In particolare, alla base della nostra filiera, le aziende socie stanno investendo su tutti i fronti per rendere più efficiente la produzione del latte, con un approccio che coniuga le migliori tecniche disponibili e il rispetto della tradizione.

Che futuro prospettate per la vostra filiera?

L’apprezzamento della materia prima latte, naturalmente, ci gratifica, dal momento che Plac è una cooperativa di allevatori. Questo comporta anche un aumento del valore dei formaggi che, in un contesto incerto come quello descritto, può oltre certi limiti provocare una contrazione dei volumi. È una situazione che va monitorata con attenzione. Per il resto, credo fermamente che tradizione e innovazione siano le linee guida per il futuro: in altre parole, si tratta di continuare a produrre formaggi di qualità, adattandoli alle nuove modalità di consumo.

Strategie di comunicazione per il prossimo anno?

Stiamo ancora valutando come approcciare il 2026, per comunicare che in Fattorie Cremona siamo sempre “buoni per tradizione”.

Avete pubblicato il vostro primo bilancio di sostenibilità: quali sono i risultati più rilevanti conseguiti fino a oggi e a quali puntate per il prossimo futuro?

Stiamo proiettando l’azienda verso il rispetto dei tre pilastri: economico, sociale e ambientale. Si tratta di principi che hanno da sempre contraddistinto il modo di essere di Plac-Fattorie Cremona, ma ora li certifichiamo formalmente e abbiamo tracciato un percorso di miglioramento continuo per consolidare la strada virtuosa intrapresa. Sul fronte della sostenibilità ambientale è stato ridotto del 70% consumo di acqua negli ultimi anni. Grazie a iniziative come biogas e fotovoltaico, il sistema Plac, tra soci e cooperativa, produce più energia di quanta ne serva per il funzionamento dell’azienda stessa. Parallelamente, i consumi energetici complessivi si sono ridotti del 5%, nonostante la crescita dell’azienda, con conseguente riduzione delle emissioni nell’ambiente. Sono risultati molto positivi, che intendiamo continuare a migliorare nel tempo.

       
       

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