Il colosso Chiquita ha deciso di tornare a Panama, e questo dopo i licenziamenti di massa, portati a termine nella primavera del 2025. Lo riferisce l’agenzia Reuters, citando un incontro avvenuto, a fine agosto, fra la multinazionale e il governo locale.
Chiquita Brands International – 3,1 miliardi di dollari di fatturato nel 2024 - prevede di investire 30 milioni di Usd per riavviare la produzione nella provincia occidentale di Bocas del Toro, con l'obiettivo di essere operativa entro febbraio 2026, come ha dichiarato lo stesso presidente di Panama José Raul Mulino, che si è recato a Brasilia per incontrare l'azienda.
Chiquita creerà 3.000 posti di lavoro in agricoltura, durante una prima fase, più altri 2.000 adibiti alle operazioni di raccolta e confezionamento.
L’ufficio Ice di Caracas riporta che il colosso delle banane aveva annunciato, nel mese di maggio, come accennato in apertura, un massiccio provvedimento di dismissioni, e questo a seguito di due mesi di scioperi che avevano bloccato la produzione.
Erano dunque state chiuse una piantagione e due ulteriori aree di coltivazione proprio nell'area di Bocas del Toro.
Nello stesso mese il gruppo aveva sospeso temporaneamente i suoi uffici a Changuinola, mentre il personale dirigente era stato trasferito nel Costa Rica.
La manovra aveva causato alla compagnia una predita di 75 milioni di dollari.
Secondo l’ultimo bilancio di sostenibilità il gruppo vantava, a fine 2024, 150 anni di storia e 20.000 addetti nel mondo.
Le operazioni agroindustriali sono oggi radicate in 10 nazioni, mentre i Paesi raggiunti dai prodotti Chiquita sono in tutto quarantasette.
Dal 2015 Chiquita Brands International è di proprietà delle società brasiliane Cutrale Group e Safra Group, che hanno finalizzato l'acquisizione per un ammontare di 742 milioni di dollari.
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