Auchan lascia la Russia dopo due anni e mezzo di guerra
Auchan lascia la Russia dopo due anni e mezzo di guerra
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Il conflitto è iniziata a febbraio 2022, ma Gruppo Auchan si appresta solo ora a lasciare la Federazione. È una delle ultime grandi imprese occidentali. Perché compie il grande passo?
Una decisione “contabile”
Perché, come ha riportato per primo il quotidiano La Lettre, poi ripreso largamente dalla stampa francese e internazionale, il fatturato cade.
Più in particolare, la decisione, non ancora confermata dall’interessato, trova risconto in un calo delle vendite che, sommando Russia e Ucraina, ha raggiunto il 4,2%, una flessione che, alla lunga, potrebbe trainare verso il basso l’intero risultato del marchio.
Quanto al problema morale bisogna ricordare che la posizione di Auchan, criticata da moltissimi, è sempre stata fortemente laica, visto che il retailer ha scelto di rimanere fin da subito, ricordando che la Francia non è in guerra con i russi e che tutti i popoli hanno comunque diritto a rifornirsi di beni di prima necessità.
Il gruppo, secondo il quotidiano Le Monde, avrebbe già un pretendente, cioè Gazprombank, polmone finanziario di Gazprom, multinazionale energetico-mineraria governativa e dunque sottoposta a pochissime restrizioni.
Da maneggiare con cautela
Il vero problema, infatti, è procedere con i piedi di piombo, per evitare un esproprio con successiva cessione forzata. È già successo a molti, come Carlsberg Russia, messa sotto sequestro e poi obbligatoriamente venduta a Baltika Breweries, secondo operatore birrario europeo e leader sul mercato locale. Stessa cosa per Danone, che, dopo la confisca, ha passato la mano, nella primavera 2024, alla società Vamin R.
La rete russa non fa capo ad Auchan retail, ma direttamente a Elo (ex Auchan holding), che a sua volta raccoglie, per conto di Association familiale Mulliez, la stessa Auchan retail, New Immo holding (immobiliare) e Oney che si occupa di finanza per il settore commerciale ed è controllata al 49,9% (il restante 50,1% è di Bcpe - banche popolari e casse di risparmio -, terzo istituto di credito dell’Esagono).
Elo – che vuol dire oggi 33 miliardi di euro di fatturato, 13 nazioni presidiate e 155.179 addetti, di cui 86.166 anche azionisti – ha già ceduto, il 25 marzo 2025, ben 19 gallerie commerciali sul suolo russo, sempre a causa di un arretramento delle vendite.
Tre miliardi in meno
Auchan Russia, nonostante la flessione, è un asset molto importante. Sempre La Lettre scrive che la rete totale, seconda solo alla Francia, è di 231 negozi (94 ipermercati e 137 supermercati), mentre il fatturato supera i 3 miliardi di euro (10% dei 32,9 miliardi incassati da Auchan retail nel 2023).
Insomma, il colosso francese si trova fra l’incudine e il martello: meglio vedere intaccati i propri conti, o meglio rinunciare a una pietra preziosa? E’ possibile che a fare pendere la bilancia dal lato della vendita siano stati anche gli innumerevoli sequestri.
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