Migros: 2,6 miliardi per lo sviluppo. Mille ribassi
Migros: 2,6 miliardi per lo sviluppo. Mille ribassi
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Nei prossimi cinque anni il gruppo svizzero investirà complessivamente due miliardi di franchi, 2,12 miliardi di euro, nello sviluppo rete. E a questo si aggiungeranno altri stanziamenti…
Centoquaranta opening
Intanto è prevista l’apertura di 140 nuovi punti vendita, principalmente di piccolo formato, nelle aree in cui la densità abitativa sta aumentando in modo più significativo. Così saranno raggiunte ben 200 mila nuove famiglie.
La popolazione della Confederazione elvetica, che pure sta invecchiando, come accade in moltissime altre nazioni, ha registrato, nel 2023 un aumento demografico dell’1,7 per cento. Il totale di coloro che hanno una residenza permanente è salito, secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, fino a 8 milioni e 962.300 persone, con l’incremento più robusto dall’inizio degli anni Sessanta, anche per via del forte rialzo dell’immigrazione, specie dall’Ucraina.
Una grande opportunità che, entro il 2030, porterà la rete delle attuali 790 unità a circa 930 insediamenti.
Inoltre, il gruppo rinnoverà e amplierà una parte consistente dei suoi 350 supermercati, per adottare un concept molto più moderno, in grado di migliorare l’esperienza di acquisto.
Mezzo miliardo contro l'inflazione
C’è poi il tema del contenimento dei rincari. Negli ultimi mesi di quest’anno, e per tutto il 2025, Migros abbasserà i prezzi di oltre mille articoli di uso quotidiano allineandoli a quelli dei discount, manovra già iniziata dal 28 ottobre su 60 referenze ortofrutticole.
L’investimento promozionale sarà di 500 milioni di Chf, ossia 530 milioni di euro, da sommare ai 2,12 miliardi di euro equivalenti stanziati sulla rete, per arrivare a un totale di 2,6 miliardi di euro.
I prezzi tagliati non andranno a discapito degli agricoltori e dei produttori e questo perché il colosso elvetico intende mantenere saldi i propri rapporti con tutta quella costellazione di imprese che alimenta i suoi oltre 200 marchi propri. Anzi: le private label aumenteranno numericamente e faranno un upgrade anche dal punto di vista della qualità.
La corposa manovra è il coronamento di un faraonico percorso di razionalizzazione, che ha portato ad alienare molte attività in perdita, per concentrare le operazioni del gruppo sul retail. Questo ha condotto alla nascita, dal 1° gennaio 2024, della newco Migros Supermercati.
Cessioni come polmone finanziario
Nel corso dell’anno corrente sono stati venduti molteplici asset riguardanti la produzione e i negozi specializzati: Meletronics, per esempio, è passata in larga parte (20 Pdv su 37) a MediaMarkt. Anche Bike world (biciclette e articoli per il ciclismo), in settembre, ha trovato un compratore, il retailer elvetico Thömus, che si è aggiudicato 12 Pdv su 14. E lo stesso percorso attende Do it + Garden (bricolage e giardinaggio) e Micasa (negozi di mobili e arredamento).
E proprio dalla vendita delle attività collaterali è derivato il cash flow necessario a finanziare il nuovo piano industriale, come ha spiegato Mario Irminger, presidente della direzione generale della Federazione delle cooperative Migros: «Grazie alle cessioni, abbiamo i fondi da destinare ai supermercati. Inoltre, abbiamo accettato, in modo consapevole, di guadagnare meno: in quanto cooperativa, Migros non cerca di massimizzare i profitti. E poi stiamo sfruttando i vantaggi in termini di efficienza e costi che derivano da una più stretta collaborazione all'interno del gruppo».
Il fatturato cresce ancora
Nonostante la svolta, Migros - che nel 2025 festeggerà il centenario - continua a mantenere la propria salute finanziaria.
Nel 2023 ha fatto segnare 32 miliardi di franchi di giro d’affari consolidato, in crescita di 6 punti, superando il record dell'esercizio antecedente.
L'utile ha invece avuto una flessione rimarchevole, a 175 milioni di Chf contro i 459 del 2022. La stessa cosa per l’Ebit (utile al lordo degli oneri finanziari e fiscali), che si è attestato a 286 milioni di franchi, rispetto ai 628 milioni precedenti.
Le cause di questi ripiegamenti, però, secondo la cooperativa, non sono da ricercarsi nella svolta, che del resto si è concretizzata quest’anno, ma nell’impatto dei costi delle materie prime, dell'energia e degli imballaggi.
Inoltre, si è resa necessaria una rettifica di valore, di circa 500 milioni di franchi svizzeri, riguardante gli immobili logistici, i progetti informatici e diverse altre voci patrimoniali che hanno ora un valore di bilancio inferiore a causa delle differenti condizioni di mercato.
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