di Luca Salomone

Mentre il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, collegato in videoconferenza con il Parlamento francese, accusa le imprese dell’Esagono di continuare a fare affari con Mosca, Auchan retail, non si fa mancare le risposte.

Pur concordando, ovviamente, sul fatto che la guerra non è certo lo strumento giusto per risolvere le controversie fra nazioni e che è quanto mai necessario raggiungere un accordo al più presto possibile, la catena, operativa nelle due nazioni in conflitto da 15 anni, elenca le proprie motivazioni.

Trentaseimila collaboratori

«Il nostro mestiere – si legge – è di fare il possibile perché gli abitanti dei Paesi in cui siamo attivi possano disporre di risorse alimentari di buona qualità, a un prezzo accessibile e così rispondere ai bisogni primari della popolazione».

Auchan è - insieme a Decathlon e Leroy Merlin anch'essi dell'Association familiale Mulliez -, una delle ultime grandi imprese del retail occidentale a mantenere il proprio presidio, con una rete di più di 310 punti vendita - con posizionamento discount - e tramite il canale online.

I collaboratori della catena francese sono 30.000 in tutta la Russia. Altri 6.000 operano in Ucraina e 3.000 sono in zona di guerra (il 40% dello staff è anche socio). Dunque, chiudendo i punti vendita queste persone si ritroverebbero senza un posto di lavoro e senza la possibilità di prestare un servizio essenziale a una popolazione civile che, fino a prova contraria, non ha alcuna responsabilità personale nel conflitto.

Perdite nel 2022

«Abbandonare non è la scelta giusta – conclude Auchan – perché, come ha detto il nostro presidente, Emmanuel Macron, “noi non siamo in guerra contro il popolo russo”. Uscire sarebbe un fallimento premeditato e condannerebbe al precariato i nostri colleghi e le loro famiglie, per giunta in un periodo di forte inflazione. Dall’inizio della guerra abbiamo fermato i nostri investimenti su Auchan Russia, che, oggi lavora in regime di completa autarchia e senza generare, al momento, utili e, anzi, aspettandosi perdite nel bilancio 2022».

I due Paesi generano, secondo la stampa francese, il 10% dei ricavi di Auchan holding, che ha chiuso il 2020 con un fatturato mondiale di 32 miliardi di euro.