La raccolta delle mele ha preso il via in Val di Non e Val di Sole, con aspettative positive nonostante l'incertezza della stagione. Nel frattempo, la Funivia delle Mele ha compiuto il primo viaggio.
L’Italia dovrebbe sperimentare una produzione complessiva di quasi 2,25 milioni di tonnellate con un calo del 3% rispetto al 2024 mentre i volumi continentali viaggiano poco sotto ai 10,5 milioni di tonnellate, in linea con lo scorso anno. In crescita la produzione prevista in Trentino (+5%), in leggero calo quella in Alto Adige (-3%). Buone le caratteristiche organolettiche delle mele.
“I primi riscontri della raccolta 2025 autorizzano a un cauto ottimismo, nonostante alcune aree produttive siano state colpite da grandinate tra la tarda primavera e l'inizio dell'estate – commenta Simone Dalpiaz, responsabile qualità del Consorzio Melinda –. Abbiamo iniziato la raccolta con le varietà Gala e Sweetango: quest’ultima, in particolare, si presenta in ottima forma, con frutti croccanti, succosi e dal gusto equilibrato, molto apprezzato soprattutto dai consumatori più giovani.”
La raccolta è destinata a coinvolgere un elevato numero di lavoratori. Sono quasi 14.600, secondo l’Agenzia del lavoro della provincia autonoma di Trento, gli avviamenti in agricoltura registrati lo scorso anno in Valle di Non (13.681) e in Valle di Sole (893). Il dato rappresenta circa la metà di tutte le assunzioni del settore nella Provincia di Trento (29.494). Le donne (26%) erano oltre un quarto della forza lavoro. Le persone straniere, l’81%.
“I dati occupazionali fanno percepire quanto siano rilevanti le attività della melicoltura, non solo per la Val di Non e Val di Sole ma per l’intero ecosistema produttivo trentino – sottolinea Mario Cescolini, consigliere del Consorzio Melinda –. Dietro ad esse si cela uno sforzo organizzativo enorme e in questo il valore della cooperazione aiuta molto le singole aziende, anche nel reperimento della forza lavoro necessaria. Un tassello essenziale, soprattutto mentre i cambiamenti climatici rendono sempre più incerta la produzione e le marginalità per gli agricoltori.”
La raccolta delle mele, iniziata in questi giorni nelle valli trentine di Non e Sole, entrerà nella storia. Merito di un “gioiello tecnologico” destinato a segnare il futuro della frutticoltura italiana e non solo.
Ora, infatti, le mele appena colte possono essere trasportate in funivia. Ha infatti compiuto il suo primo viaggio l’avveniristico impianto a fune ideato da Melinda per collegare una delle sale di lavorazione di Predaia con le celle ipogee nel cuore della miniera di Rio Maggiore, a 900 metri dall'ingresso delle cave, a circa 575 metri sul livello del mare.
Finanziata in parte dal programma europeo Next Generation Eu – che ha coperto il 40% dell’investimento – l’opera è il primo impianto al mondo a fune dedicato al trasporto di frutta. Un progetto 100% Made in Italy, realizzato dal Consorzio Melinda con la collaborazione del gruppo Leitner, leader internazionale nell’impiantistica a fune, insieme a maestranze locali.
"Quest’opera rappresenta per noi agricoltori un grande motivo di orgoglio – sottolinea Ernesto Seppi, presidente di Melinda e Apot – e riteniamo possa esserlo anche per le istituzioni, a partire dal Ministero dell’Agricoltura. La Funivia delle Mele è un esempio virtuoso di risorse del Pnrr ben investite ma anche un ulteriore elemento che arricchisce un percorso di sostenibilità che il nostro Consorzio ha avviato già molti anni fa, adottando con visione e tempismo soluzioni concrete come l’impiego esclusivo delle energie rinnovabili, l’uso dell’irrigazione a goccia per garantire il risparmio idrico nei campi e il ricorso alla frigoconservazione naturale nelle celle ipogee.”
La nuova infrastruttura, inoltre, garantisce migliori condizioni di sicurezza per il personale impegnato nel lavoro quotidiano in ipogeo. Grazie a questo nuovo grande impianto, infatti, l’accesso alle celle ipogee avviene attraverso un ingresso esclusivo e dedicato, pensato proprio per chi lavora quotidianamente all’interno del sito minerario. Un aspetto fondamentale che consente di ridurre interferenze con altri percorsi, migliorare l’organizzazione del lavoro e assicurare maggiore tutela a chi opera in un contesto tanto particolare e prezioso.
La funivia – lunga 1,3 chilometri e con un dislivello di quasi 90 metri – è in grado di trasportare ogni ora 460 contenitori da 300 chili ciascuno, viaggiando alla velocità di 5 metri al secondo. Le mele raggiungeranno così le celle ipogee ospitate nel cuore delle Dolomiti, dove la frigoconservazione naturale garantisce un risparmio energetico del 30% rispetto ai magazzini tradizionali.
Accanto ai vantaggi logistici, non vanno sottovalutati i benefici ambientali: ogni anno si eviteranno infatti oltre 5.000 viaggi di camion, con riduzione di emissioni e maggiore sicurezza sulle strade. La struttura a fune, alimentata da fonti rinnovabili – fotovoltaico e idroelettrico – sfrutta inoltre il peso delle mele in discesa per contribuire alla produzione di energia. L’inaugurazione ufficiale è prevista in autunno