Retail e Horeca: servono 260mila lavoratori
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Retail e Horeca: servono 260mila lavoratori
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«Trovare manodopera qualificata è sempre più difficile ed è un’emergenza che rischia di frenare la crescita economica di importanti settori del commercio. Tra le cause ci sono il calo demografico e la mancanza di profili adeguati».
«Occorre, con urgenza, sostenere le imprese che investono in nuova formazione, anche di immigrati, e rendono più competitivo il nostro Paese».
L’identikit dei ricercati speciali
A lanciare l’allarme su un tema non nuovo, ma sempre più sentito, è Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. Secondo l’analisi condotta dall’Ufficio studi della maggiore associazione di categoria del settore, mancano infatti all’appello, 258mila possibili occupati nei settori retail, ristorazione e ricettività, un dato in crescita di quattro punti percentuali rispetto al 2024.
Tra le figure professionali più difficili da reperire nel commercio ci sono i commessi professionali (settore moda-abbigliamento) e alcune figure specializzate: macellai, gastronomi, addetti alla pescheria…
Nella ristorazione mancano camerieri di sala, barman, cuochi o pizzaioli, gelatai.
Nelle strutture di ospitalità e accoglienza il quado è lo stesso: servono cuochi, camerieri, addetti alla pulizia e al riassetto delle camere.
Tra le cause di questo deficit si annoverano, come accennato, ragioni che hanno a che vedere, in prima battuta, con il calo demografico di chi ha meno di 40 anni (-4,8 milioni tra il 1982 e il 2024 nella fascia 15-39 anni), ma anche con una progressiva rarefazione di profili adeguati in termini di conoscenze, abilità e competenze. Altra aggravante è la diffusa indisponibilità agli spostamenti dal proprio territorio di origine.
Un parziale, ma robusto, correttivo potrebbe essere, secondo Confcommercio, un incremento delle ore e delle occasioni destinate ai percorsi formativi, per poter contare su una forza lavoro qualificata e in possesso delle competenze non solo tecniche e specialistiche, ma anche di carattere trasversale, fondamentali per governare il cambiamento.
È poi strategico il rafforzamento del legame tra formazione-istruzione e tessuto produttivo, per fare emergere i bisogni veri delle imprese, orientare le risorse umane, accrescendone le motivazioni, e offrire opportunità di stage, tirocini e apprendistati.
Federdistribuzione organizza la prima ‘open week’
All’emergenza ha cominciato a dare una risposta concreta Federdistribuzione, programmando, da lunedì 17 febbraio (domani per chi legge) al 23 febbraio, la sua prima ‘open week’, “Noi distribuzione”.
Durante 7 giorni, in diverse città italiane, si svolgeranno incontri, testimonianze, career e recruiting day, pensati per chi vuole conoscere le opportunità di lavoro nel settore (il calendario si può consultare sul sito dedicato, noidistribuzione.it).
I profili più richiesti dalle imprese del retail moderno riguardano i servizi operativi. In particolare, il 29% concerne la ricerca di addetti alle vendite, mentre il 12% verte sugli specialisti dell’alimentare, in sostanza i responsabili dei reparti assistiti. A seguire, ci sono gli addetti ai segmenti del “fai da te” e arredamento (7%), i capireparto in genere (6%), il personale di magazzino (5,9%) e le figure preposte agli articoli di moda e abbigliamento (5,7%).
Cresce inoltre la richiesta di nuovi ruoli, legati all’utilizzo di tecnologie avanzate, a partire dall’intelligenza artificiale.
Secondo una ricerca di Federdistribuzione e PwC Italia, il mondo distributivo impiega oggi più di 440 mila lavoratori, con una forte stabilità: i contratti a tempo indeterminato rappresentano l’86,5% del totale, un dato di 3 punti percentuali sopra la media nazionale, così come il tasso di occupazione femminile, sopra la media italiana del 42% e pari a 61,1 per cento.
L’apertura del lavoro ai giovani è un altro degli elementi distintivi del retail moderno: nonostante la quota di over 50 sia salita al 28%, in linea con l’andamento demografico del Paese, circa il 18% degli occupati del commercio moderno ha meno di 30 anni, mentre il 54% ha fra i 30 e i 50 anni.
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