Cosmesi ancora in bellezza nel 2025, secondo la nota previsionale del centro studi di Cosmetica Italia. Il fatturato dell’industria dovrebbe attestarsi, nel nostro Paese, a 17,4 miliardi di euro.
La crescita sarà quindi del 5,1% rispetto al 2024, dato in linea con la performance media dell'ultimo decennio.
E, nonostante un contesto geopolitico complesso, le esportazioni si confermano un forte traino. Con un valore stimato di 8,5 miliardi di euro (+7% sul 2024), rappresentano circa la metà delle vendite complessive.
La presentazione dell'Outlook 2025, reso noto durante il convegno “Il Beauty tra etica e innovazione”, organizzato da Assolombarda per inaugurare la Milano Beauty Week (17-21 settembre) - un'iniziativa della stessa Cosmetica Italia in collaborazione con Cosmoprof ed Esxence (l’evento della profumeria artistica internazionale) - ha anche permesso di fare il punto sul mercato interno.
Questo segna un rallentamento rispetto alle stime di inizio anno, principalmente a causa della riduzione della capacità di spesa degli italiani.
Il giro d’affari dovuto al nostro Paese incrementerà del 3,3% a 8,9 miliardi di euro, mentre il valore dei consumi arriverà a 13,9 miliardi di euro segnando un +3,7 per cento.
«La cosmesi è diventata essenziale e possiede un forte valore sociale, perché risponde a esigenze legate al benessere, all’igiene, alla cura di sé, alla prevenzione e alla protezione: con una spesa pro-capite di 219 euro, rientra fra i beni primari a uso ricorrente nei consumi quotidiani delle famiglie, con dinamiche analoghe a quelle degli articoli per la salute», ha sottolineato Benedetto Lavino, presidente dell’associazione.
Analizzando la domanda per comparto distributivo, le migliori performance si evidenziano nell’e-commerce (+9% rispetto al 2024) e, nei canali tradizionali della profumeria (+5,8%) e della farmacia (+3,3%).
Più contenuto l’andamento della grande distribuzione (+2,1%), che resta comunque, a valore, il primo classificato, anche grazie allo sviluppo delle insegne ‘drug’. E nel mass market, per il 2026, si attende un piccolo rialzo, con un trend del 2,6 per cento.
Buone anche le stime per i canali professionali, con l’acconciatura che segnala un +3,4% e l’estetica, con una variazione, stimata del +2,6% per cento.
A livello di prodotti, spicca la profumeria alcolica (+5,2%) seguita dalla cura dei capelli (+4,9) e dalla cura della pelle (+3,9 per cento).
Nel 2024, il fatturato complessivo della filiera cosmetica ha generato un valore di 41,2 miliardi di euro e ha sostenuto l’occupazione, con circa 440mila posti di lavoro (1,6% del totale Italia).
Ricerca e innovazione rimangono due tasselli chiave nello sviluppo dei prodotti, con investimenti pari al 6% del fatturato, in rapporto a una media nazionale manifatturiera del 3 per cento.
In particolare, l’attenzione alla transizione sostenibile si riflette lungo tutta la filiera produttiva, dagli imballaggi alla gestione energetica, dalla riduzione delle emissioni all’ottimizzazione della logistica.
"Il comparto - osserva Cosmetica Italia - si trova però ad affrontare un pesante sovraccarico normativo, specie da parte delle istituzioni europee. Secondo un’indagine condotta in collaborazione con Teha – The European House of Ambrosetti, una semplificazione regolatoria porterebbe le aziende del settore a liberare risorse da investire in export, innovazione e occupazione ed entro il 2030 il fatturato così “abilitato” potrebbe raggiungere 26,2 miliardi di euro, mentre l’occupazione crescerebbe di 54mila nuovi posti di lavoro".
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