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Vendite al dettaglio, a settembre l'alimentare scende e il non food sale

Vendite al dettaglio, a settembre l'alimentare scende e il non food sale

Vendite al dettaglio, a settembre l'alimentare scende e il non food sale

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Emanuele Scarci

Finale d’anno incerto per le vendite al dettaglio. A settembre l’Istat segnala che, su base annuale, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,7% a valore e dello 0,3% a volume.

Tuttavia divergono food e non food: gli alimentari segnano +0,6% a valore e -0,6% a volume (si è pagato di più e si è messo nel carrello di meno) e il non alimentare, rispettivamente, +0,7% e +0,9%.

Sul fronte del non food, l’aumento maggiore riguarda elettrodomestici, radio, tv e registratori (+4,4%), mentre segnano il calo più consistente cartoleria, libri, giornali e riviste (-2,5%).

Quanto alla tipologia dei canali commerciali, nei primi 9 mesi dell’anno gli ipermercati registrano a valore +1,7% e i super +1,1% mentre il canale discount alimentare avanza del 3%.

Gioco a somma zero?

Nella sua analisi, Confcommercio dà peso al dato congiunturale positivo Istat (+1,2%). Tuttavia «è necessario attendere i prossimi mesi per comprendere se si tratti di un punto di svolta nell’atteggiamento delle famiglie. Va segnalato, inoltre, come su questo andamento potrebbero aver inciso fattori che hanno solo spostato quote di consumi (per l’alimentare dal fuori casa al domestico), o anticipato gli acquisti in considerazione di condizioni meteorologiche diverse da quelle dello scorso anno (abbigliamento). In entrambi i casi, gli impulsi osservati a settembre potrebbero tradursi in un gioco a somma zero sul totale della spesa delle famiglie, con effetti trascurabili sulla crescita dei consumi e del Pil».

Esame di fine anno

Federdistribuzione valuta invece il dato tendenziale e rileva che «settembre conferma il perdurare di una situazione caratterizzata dalla debolezza dei consumi. L’andamento delle vendite nella fase finale dell’anno, caratterizzata dai consumi legati alle festività, rappresenta un momento importante per i risultati delle imprese del retail moderno, sia in ambito alimentare sia per il comparto non alimentare, e consentirà di fare una valutazione complessiva sullo stato della domanda interna nel nostro Paese».

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