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Il Consorzio Doc delle Venezie alla prova della sostenibilità vitivinicola

Varietà resistenti e ricambio generazionale: il Consorzio Doc delle Venezie alla prova della sostenibilità
Stefano Sequino, direttore del Consorzio Doc Delle Venezie

Il Consorzio Doc delle Venezie alla prova della sostenibilità vitivinicola

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redazione

Il settore vitivinicolo italiano vale 14 miliardi di euro di fatturato e rappresenta il 10% dell'intero settore agroalimentare nazionale.

Tuttavia, deve confrontarsi con sfide strutturali significative: il cambiamento climatico sta influenzando significativamente la produzione di uva nelle principali zone vinicole italiane, mentre sono solo il 9,3% i titolari di imprese agricole under 40, con un'età media degli agricoltori che continua ad essere di 63 anni.

In questo scenario, il Consorzio di Tutela Vini delle Venezie Doc ha portato la propria visione al Salone della Csr e dell'Innovazione Sociale presso l'Università Bocconi di Milano, partecipando alla tavola rotonda 'Custodi del territorio: i Consorzi di tutela del vino tra qualità, criticità e sostenibilità'.

Stefano Sequino, direttore del Consorzio, ha presentato due progettualità strategiche: il Pinot Grigio Doc a bassa gradazione alcolica e l'utilizzabilità di varietà resistenti, cosiddette Piwi (acronimo tedesco che sta per Pilzwiderstandsfähige, ovvero viti resistenti alle malattie fungine, ottenute da incroci naturali tra diverse specie di vite), nella quota complementare del disciplinare di produzione della DOC Delle Venezie, con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale e rafforzare la sostenibilità economica delle imprese vitivinicole della filiera del Pinot Grigio DOC nordestina. Parallelamente, ha illustrato il progetto Impresa-Giovani-Futuro, condiviso con la Re.N.Is.A (Rete degli Istituti Tecnici Agrari italiani), dedicato all'inserimento e alla formazione delle nuove generazioni nel settore vitivinicolo.

Il ruolo potenziato dei Consorzi nella gestione territoriale

“Sono lieto di aver partecipato al Salone della Csr e dell'Innovazione Sociale, un contesto strategico e qualificato che rappresenta un'importante occasione di confronto e condivisione sui temi centrali per il futuro del nostro settore”, ha dichiarato Sequino, che ha poi aggiunto: “Nello specifico, i progetti che stiamo portando avanti come Consorzio, e che ho illustrato in questa sede, offriranno strumenti concreti di programmazione e rafforzeranno la capacità delle imprese di affrontare le nuove sfide, adattarsi ai modelli emergenti e mitigare criticità, come ad esempio il ricambio generazionale”.

Il direttore ha evidenziato la rilevanza del Regolamento UE 2024/1143 di riforma delle Indicazioni Geografiche, che riconosce ai Consorzi un ruolo potenziato nella gestione del territorio viticolo e nella definizione di pratiche di sostenibilità integrate nei tre pilastri – economico, sociale e ambientale – rafforzando così la funzione dei Consorzi come veri e propri attori di sviluppo territoriale.

«In uno scenario complesso come quello attuale, riteniamo fondamentale partecipare attivamente all'analisi della congiuntura, interpretando le variabili economiche, politiche, normative e di mercato, per fornire strumenti e riflessioni utili a definire nuovi spazi di competitività e tracciare il futuro del settore vitivinicolo», ha sottolineato Sequino.

Innovazione varietale e sostenibilità economica

I progetti presentati dal Consorzio delle Venezie Doc si inseriscono in un contesto in cui il cambiamento climatico sta rivoluzionando il mondo vitivinicolo, con regioni storiche che subiscono profondi cambiamenti che influenzano non solo la produzione, ma lo stesso stile dei vini. Le varietà Piwi, sviluppate attraverso incroci naturali, rappresentano una risposta concreta a queste sfide, riducendo drasticamente la necessità di trattamenti fitosanitari e mostrando maggiore resilienza agli stress idrici.

L'introduzione del pinot grigio a bassa gradazione alcolica risponde invece a una duplice esigenza: da un lato intercetta la crescente domanda dei mercati internazionali per vini più leggeri, dall'altro consente di anticipare la vendemmia riducendo il consumo idrico finale, elemento cruciale in un territorio che deve confrontarsi con le conseguenze del cambiamento climatico.

Formazione e ricambio generazionale

Il progetto Impresa-Giovani-Futuro affronta una delle criticità più urgenti del settore agricolo italiano. Le aziende agricole italiane condotte da imprenditori con età sotto i 40 anni sono il 7,5% del totale, una percentuale che non basta a ringiovanire un settore dove l'età media è 63 anni. Solo il 13,4% dei titolari di impresa agricola è sotto i 44 anni, con un dato che rimane ben al di sotto della media europea.

Il programma sviluppato con la Re.N.Is.A punta sull'inserimento e la formazione delle nuove generazioni nel settore vitivinicolo, fornendo strumenti concreti per facilitare l'accesso dei giovani a un comparto che necessita di competenze tecniche avanzate e di apertura all'innovazione.

Un confronto tra Consorzi e ricerca

L'incontro alla Bocconi – moderato da Laura Ricci, founder e senior sustainability advisor di Linfa Consulting – ha riunito i rappresentanti di altri tre importanti Consorzi di tutela vino: Sicilia Doc, Vini del Trentino e Prosecco Doc, oltre al Crea, Centro di ricerca in viticoltura ed enologia.

Al centro del confronto, l'idea che la tutela e la responsabilità non possano più essere intese solo in termini ambientali, ma debbano comprendere l'intero ecosistema economico e sociale che ruota attorno ai territori vitivinicoli. Le testimonianze dei Consorzi hanno evidenziato l'impegno crescente verso modelli di gestione sostenibile che integrano ricerca, formazione e tracciabilità, con l'obiettivo di conciliare la tutela ambientale con la redditività delle imprese e la valorizzazione delle comunità locali.

Il Crea-Ve, rappresentato dal direttore Riccardo Velasco, ha portato il punto di vista della ricerca scientifica, illustrando strumenti concreti per una viticoltura più resiliente: varietà resistenti, gestione integrata delle risorse idriche, modelli digitali per il monitoraggio e, soprattutto, la diffusione della conoscenza come chiave per rendere l'innovazione patrimonio accessibile alle imprese.

“La ricerca è oggi uno strumento chiave per condurre una viticoltura responsabile e sana, non solo con soluzioni tecniche, ma anche come veicolo per trasferire conoscenza alle imprese e rendere l'innovazione accessibile”, ha sottolineato Velasco.

Verso un modello di sviluppo equilibrato

L'appuntamento ha confermato come i Consorzi di tutela vino rappresentino oggi un punto di convergenza tra territori, imprese e ricerca, con un ruolo crescente nel guidare il cambiamento verso un modello di sviluppo equilibrato e lungimirante. Un percorso nel quale il Consorzio delle Venezie Doc intende continuare a essere protagonista, con azioni concrete, visione strategica e attenzione alle nuove generazioni.

Il quadro normativo europeo, dalla direttiva sui green claims alla Csrd sulla rendicontazione di sostenibilità, sta spingendo l'intero settore verso dichiarazioni ambientali verificabili e misurabili. Per i Consorzi, questo rappresenta un'opportunità per trasformare un obbligo normativo in vantaggio competitivo, anticipando i requisiti e valorizzando commercialmente gli sforzi di sostenibilità attraverso certificazioni di terza parte su impatti ambientali misurati.

Vai su greenretail.news per approfondimenti e altre notizie sulla sostenibilità nel largo consumo

       
       

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