Li chiamano programmi di coalizione. E c’è chi giura che rappresentino il futuro nelle attività di loyalty realizzate dalle catene di supermercati e non solo. Il principio che vi sta alla base, del resto, è vincente: aggregare alla fidelity card più realtà distributive per accrescere le possibilità di accumulare punti fedeltà facendo i propri acquisti. Il consumatore ci guadagna. E anche l’insegna, che vede sicuramente rafforzato l’appeal della propria card e può persino beneficiare di una più nutrita quantità di informazioni sul possessore della tessera.

Finora, nel nostro paese, le iniziative di tale natura sono state realizzate in modo sporadico e con un esiguo numero di soggetti distributivi, spesso operanti a livello locale. Ora però le cose pare siano cambiate. I tempi appaiono maturi. Lo dimostra il recente lancio di Nectar (dall’inizio del mese scorso), il sistema studiato dal gruppo canadese Aeroplan leader mondiale nella gestione dei programmi di fedeltà.

Al momento la Nectar Card italiana raccoglie i punti di oltre 5 mila esercizi commerciali, senza contare la possibilità di utilizzarla per gli acquisti online. A cominciare dagli iper Auchan e dalle insegne Sma (Punto, Simply, Ipersimply, Sma e Cityper), fino ai magazzini di elettronica di consumo UniEuro e PC City, alle stazioni di servizio IP e Api e alle agenzie di autonoleggio Hertz.

L’ingresso in Italia di Nectar, peraltro, è avvenuto in grande stile- Almeno a giudicare dal consistente battage pubblicitario che ne ha accompagnato e ne sta accompagnando il lancio. Sicuramente su questo ha giocato anche lo straordinario successo che ne ha accompagnato la diffusione negli ultimi anni nel Regno Unito.

A dimostrarlo
giungono alcune dichiarazioni dalla catena britannica Sainsbury’s. La quale ha recentemente reso noto che grazie alla propria Nectar Card è riuscita nel giro di pochi anni a ottenere la leadership nella classifica delle carte fedeltà circolanti sul territorio inglese, raggiungengedo la ragguardevole cifra di 16,8 milioni di fidelity distribuite (oltre un milione i sottoscrittori solo negli ultimi dodici mesi). Ma soprattutto superando la catena rivale Tesco, da sempre leader assoluta nella gestione dei programmi fedeltà.

Il caso italiano è assai diverso. I dati dell’Osservatorio dell’Università di Parma (realizzato in collaborazione con Nielsen) sulle fidelity indicano chiaramente che il nostro paese ricopre posizioni di coda nel panorama europeo. In testa alla classifica delle catene italiane che possiedono il maggior numero di carte fedeltà vi è Coop Italia (che ne può vantare oltre 6,7 milioni), seguita da Conad (5 milioni) e da Esselunga (circa 4,2 milioni). La medesima quota di Esselunga si ricava dall’aggregazione delle fidelity emesse da Auchan e Sma insieme. Non crediamo che con l’ingresso di Nectar nel Belpaese si scateni una battaglia all’ultima carta fedeltà come è avvenuto nel Regno Unito. Ma non crediamo nemmeno che le altre insegne stiano a guardare. Di sicuro qualcosa accadrà. Si tratta solo di aspettare.