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Expo Milano: i primi numeri di un successo

Expo Milano: i primi numeri di un successo
Expo Milano: i primi numeri di un successo

Expo Milano: i primi numeri di un successo

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Redazione

Dopo 184 giorni si chiude la kermesse di Expo Milano 2015, che ora passa il testimone a Dubai, dove, nel 2020, si svolgerà la prossima esposizione universale.

Al centro, questa volta, la tecnologia pervasiva al servizio dell'uomo, con lo slogan "connecting minds, creating future".


I dati forniti in anteprima durante la cerimonia di chiusura, sono testimoni di un grande successo: 21,5 milioni di biglietti venduti, di cui 4 milioni in settembre e 5 in ottobre, oltre 7 milioni di visitatori esteri, più di 1 milione di firmatari della "Carta di Milano", 145 padiglioni nazionali.


Molte le eredità morali, ma soprattutto l'impegno, entro il 2030, per un mondo dove nessuno sia più costretto a soffrire la fame. "Il cibo - come ha sottolineato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - è un terreno di confronto e di comunanza mondiale, ma è anche uno dei tanti elementi del diritto alla vita. Una buona alimentazione è energia per la vita".


Nei sei mesi dell'esposizione gli italiani si sono sempre più affezionati all'evento. Lo rivelano i dati della sentiment analysis che Aida Partners Ogilvy PR ha affidato a web-rese@rch.it.


È stata effettuata un'analisi semantica, semiotica, euristica e psicometrica su un campione di oltre 3,7 milioni di opinioni postate in italiano, inglese, spagnolo, tedesco e francese nei 60 giorni precedenti l'inaugurazione di Expo e nel terzo e quarto mese di apertura.


Una volta che Expo è entrata nel vivo, la percezione degli italiani è cambiata, superando le remore e le polemiche precedenti la kermesse e raggiungendo prima il 44% di commenti positivi e poi, nell'ultima rilevazione, l’83% di opinioni favorevoli.


Gian Marco Stefanini, titolare di web-research.it ha constato che "in linea generale, gli utenti stranieri hanno sempre mostrato di essere più soddisfatti dell'andamento, rispetto ai nostri connazionali".


Alessandro Paciello, presidente di Aida Partners Ogilvy PR ha concluso: "Ciò che sospettavamo, ancora prima che la manifestazione iniziasse, è stato ampiamente confermato. La scommessa è stata vinta ed Expo ha consegnato al mondo un'immagine finalmente diversa del nostro Paese".


Altri dati vengono dall' indagine elaborata da Coldiretti/Ixe'. Gli italiani hanno speso complessivamente 2,3 miliardi per visitare l'Esposizione universale tra viaggio, alloggio, spese varie all'esterno, e ingresso e consumazioni all'interno, tra le quali 570 milioni per il cibo.


Sul podio dei padiglioni stranieri preferiti - precisa la stessa fonte - è salito il Giappone con il 21% dei consensi, seguito dalla Cina con il 9% e dal Kazakistan con l'8 per cento, ma apprezzati sono stati anche gli Emirati Arabi e Israele, entrambi con il 7 per cento.


Per quanto riguarda i padiglioni italiani che sono piaciuti di più, al primo posto c'è Palazzo Italia, con il 26%, seguito da Perugina con il 15%, da Coldiretti con il 12 e da Coop e Eataly con l'11 per cento.


Se questi 6 mesi hanno consegnato al mondo l'immagine di un'Italia capace di un grandissimo lavoro di squadra, rimane comunque un grande interrogativo sul futuro utilizzo dell'enorme area occupata (1 milione e 100.000 metri quadrati).


Di sicuro, come è stato già annunciato, il Padiglione Italia, insieme al simbolico "Albero della vita", sarà trasformato in una struttura permanente. Altri, come Eataly, hanno confermato la propria volontà di restare.


Su tutto darà maggiori indicazioni il Governo, che farà il suo ingresso in Arexpo, la società che gestisce i terreni. Il 10 novembre il premier Matteo Renzi sarà a Milano proprio per dare indicazioni pratiche sulle possibili destinazioni del polo.


Al momento l'ipotesi più accreditata è quella di un gigantesco Campus per l'Università Statale di Milano, accompagnato da un hub tecnologico per le start up.

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