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Federalimentare: esportazioni a tutta forza

Federalimentare: esportazioni a tutta forza

Federalimentare: esportazioni a tutta forza

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Luca Salomone

Mentre a Davos il presidente Usa, Donald Trump, tuona sui dazi (“Venite a produrre negli Stati Uniti, oppure li pagherete”), Federalimentare tira un bilancio del nostro export di settore nei primi 10 mesi del 2024.

I dati, diffusi ieri, 23 gennaio, sono molto positivi e improntati a un consolidamento della crescita.

Secondo l’elaborazione dati del Centro Studi della federazione sulle statistiche diffuse dall’Istat, l’industria alimentare italiana ha registrato una quota export, nel periodo, di 47 miliardi e 411,5 milioni di euro, con una crescita tendenziale del 9% su gennaio – ottobre 2023, superiore al +8,6% segnato nella rilevazione a settembre. 

Dopo il +6,6% registrato a consuntivo 2023, ne esce un ulteriore un passo premiante, che conferma il cibo e le bevande al vertice delle voci manifatturiere più dinamiche del Paese. 

Negli ultimi cinque anni (2019-2024) l’export di settore è cresciuto del 56,3%, un tasso praticamente doppio rispetto al 28,3% registrato, in parallelo, dall’export complessivo del Paese. L’incidenza dell’export dell’alimentare, all’interno di quello nazionale, è salita dal 7,8% del 2019 al 9,2% del 2024”. 

Nel 2024, le vendite oltre confine hanno trainato la produzione dell’industria di settore, al punto che essa è stata l’unica a registrare un andamento espansivo nel panorama produttivo dei grandi comparti manifatturieri nazionali.  

Il fenomeno si lega alle performance di molti mercati, ma in gran parte alla spinta specifica del mercato statunitense, che ha segnato un +18,4% sui dieci mesi. Esso dovrebbe toccare perciò, a consuntivo 2024, una quota pari a 7,8 miliardi, ponendosi a ridosso della Germania, mercato estero leader da sempre dell’alimentare italiano. 

Fra i grandi  compratori vanno ricordate anche le crescite a due cifre della Polonia (+18,7%), del Canada (+16,6%), del Giappone (+12,5%) e dell’Australia (+15,4%).  A queste performance, si affiancano le spinte dei grandi Paesi europei: Spagna (+7,7%), Regno Unito (+6,3%), Germania (+6,6%) e Francia (+4,4%). 

Tra gli spunti espansivi più forti, gli “oli e grassi” (+28,0%), seguiti dal “dolciario” (+16,6%) e dalla “trasformazione ittica” (+16,2%).   

A fianco dell’industria, il settore primario (agro-zootecnico) raggiunge, sui 10 mesi, la quota export di 9.166,4 milioni di euro, con una crescita tendenziale del 7,3%, dopo il +7,2% dei nove mesi.

L’agroalimentare complessivo registra perciò, da gennaio a ottobre, un valore export di 56 miliardi e 577,8 milioni, con un tendenziale del +8,7%, avvicinandosi a un altro grande traguardo, che segnerà il record di sempre, sfiorando i 70 miliardi a consuntivo annuo.

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