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Casalasco apre l’Innovation Center. Cosa c’è nella nuova struttura?

Casalasco apre l’Innovation Center. Cosa c’è nella nuova struttura?

Casalasco apre l’Innovation Center. Cosa c’è nella nuova struttura?

Information
Luca Salomone

Casalasco inaugura a Fontanellato (Parma) il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione sostenibile del made in Italy agroalimentare.

Mille metri quadrati di sperimentazione

Con una superficie utile di circa 1.000 metri quadrati su due livelli, il centro è un luogo di lavoro concepito per favorire la collaborazione e il dialogo e rientra, come riporta Il Sole 24 Ore, in un più ampio investimento industriale del valore di 20 milioni di euro.

A Fontanellato trovano spazio, innanzitutto, un laboratorio e una cucina sperimentale, dove vengono sviluppate nuove ricette e testate soluzioni di prodotto, che sono poi presentate al visitatore nella sala degustazione. C’è, inoltre, un auditorium multifunzionale per incontri, eventi e attività formative. Il tutto si salda con uffici e aree comuni, studiati per agevolare il benessere e la creatività delle persone.

L’hub parmense è diretto a sviluppare nuovi prodotti, migliorare processi, ridurre l’impatto ecologico: «Abbiamo voluto creare uno spazio dove la tradizione si integra con la ricerca, dove il sapere delle nostre persone dialoga con le competenze scientifiche e tecnologiche dei partner - commenta Costantino Vaia, amministratore delegato di Casalasco Spa - L’Innovation Center non è solo un laboratorio, ma un motore strategico per l’intero gruppo: un investimento che traduce la nostra visione di crescita sostenibile e responsabile, capace di anticipare i bisogni dei consumatori di domani e di rafforzare il ruolo del made in Italy nel mondo».

Archivio, parco e, prossimamente, agri voltaico

Un forte elemento identitario è rappresentato dall’Archivio Sensoriale, i cui allestimenti sono stati curati da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione: si tratta di un ambiente multimediale indirizzato a trasmettere, attraverso stimoli visivi, sonori e olfattivi, la storia e i valori che guidano il gruppo, creando un’esperienza partecipata.

La riqualificazione delle aree esterne, inoltre, ha permesso di inserire l’edificio in un parco, il quale rimanda alla campagna padana: orti con piante alimentari autoctone, una serra per esposizioni ed eventi, zone relax.

E l’opera non è ancora conclusa. Accanto sorgerà infatti un polo agri-voltaico, sviluppato in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Esso coniugherà la coltivazione del pomodoro con la produzione di energia da fonti rinnovabili. E sarà proprio l’energia prodotta da questo impianto ad alimentare l’Innovation Center.

L’insieme, progettato dallo studio parmense Gazza Massera Architetti, interpreta, in veste contemporanea, gli elementi chiave delle cascine padane, coniugando materiali tradizionali con elementi moderni.

Il miglioramento energetico e la rinaturalizzazione delle aree esterne testimoniano un approccio di responsabilità verso le generazioni future. «L’Innovation Center non è solo un edificio funzionale, in linea con i criteri di riuso, desealing (liberazione del suolo grazie a interventi di desigillazione, o deimpermeabilizzazione, ndr) e Near Zero Energy Building (capacità di produrre in loco quasi tutta l’energia consumata, ndr) - chiarisce l’architetta Daniela Gazza-, ma una struttura generativa, dove le configurazioni spaziali facilitano tanto la sperimentazione, quanto la costruzione di una cultura aziendale condivisa».

Fsi progetta il raddoppio

Gruppo Casalasco, realtà agroalimentare leader nella filiera integrata del pomodoro con un fatturato 2024 di 605 milioni di euro e oltre 2mila addetti, durante il periodo della campagna stagionale, a fine marzo 2025 ha ‘sposato’ Fondo strategico italiano (Fsi), che possiede oggi un 49% di quota, prima in capo a Fondo QuattroR.

Precisa Maurizio Tamagnini, amministratore delegato di Fsi: «Abbiamo investito in Casalasco, in partnership con gli agricoltori azionisti e la cooperativa, per creare un leader agroalimentare italiano nel mondo. Al centro del nostro progetto condiviso, che prevede il raddoppio dimensionale nei prossimi anni, c’è, appunto la ricerca tecnologica di prodotti italiani sempre più di qualità, che possono essere valorizzati all’estero solo continuando a supportare lo sviluppo di una filiera sostenibile “tricolore” del pomodoro e del basilico. Ritengo che l’impianto di Fontanellato possa essere di stimolo per una nuova generazione di produttori agritech, figli dei nostri soci agricoltori, che realizzino il loro progetto imprenditoriale tramite tante filiere Casalasco, talora frutto di aggregazioni, vicine al proprio territorio, rilevanti e operative su tutti i mercati mondiali».

Una girandola di acquisizioni

Gruppo Casalasco comprende, anche grazie ad alcune acquisizioni, una costellazione di società: Casalasco Società Agricola, Emiliana Conserve, Pomì Usa, Sac (trasformazione del pomodoro) e De Martino, specializzata nella commercializzazione di conserve alimentari italiane nel mondo.

Nata nel 1977 a Rivarolo del Re (Cremona), l’organizzazione commercializza i suoi prodotti in 74 Paesi e può contare su 800 aziende agricole associate, 5 stabilimenti e 70 linee di produzione.

Il colosso lombardo ha il proprio core business nelle attività di co-packing e private label, ma sviluppa, al tempo stesso, un portafoglio di brand del calibro di De Rica, Pomì, Pummarò, oltre a marchi distintivi anche all’estero.

In aggiunta a quella del pomodoro, Casalasco alligna altre due filiere integrate: una dei legumi e una del basilico, avviata a fine marzo 2025.

Nei primi mesi di quest’anno la major cremonese ha rilevato, da Unilever, la gamma tedesca di sughi per pasta Knorr Tomato al Gusto e portato a termine un accordo, con Star Alimentare, per il trasferimento del ramo d’azienda relativo a Pummarò, Polpabella e Sugo Lampo.

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