Negli ultimi dieci anni le accise sulla birra in Italia sono già̀ cresciute del 70%. Quando compri una bottiglia di birra da 66cl – al prezzo medio di un euro – 37 centesimi sono di tasse.

Il Governo ha deciso di aumentare ancora le accise sulla birra. Già̀ oggi più di un sorso su tre se lo beve il Fisco. Con gli aumenti proposti si rischia di arrivare a quasi un sorso su due.

In Italia la birra è l’unica bevanda a bassa gradazione alcolica a pagare le accise. E da noi le tasse sulla birra sono fra le più̀ alte in Europa. Gli italiani pagano tre volte le accise di tedeschi e spagnoli.

Queste sono solo tre delle sei argomentazioni che Assobirra ha messo in rete nel sito salvalatuabirra.it dedicato alla raccolta di firme per la petizione contro aumenti, che nel giro di 15 mesi, faranno esplodere del 35% l’imposta di consumo, una misura decisa in settembre dal Governo e destinata a finanziare una serie iniziative urgenti in favore della scuola, della cultura e del turismo.

La mossa degli industriali ha riscosso un indubbio successo e, anche grazie a Facebook e Twitter, in pochi giorni si sono registrati 50.000 firmatari.

Come possa esserci mai una ripresa e come si possa pensare che togliere risorse agli imprenditori per darle alla scuola sia una buona idea, quando poi gli stessi studenti andranno proprio da quegli imprenditori a cercare un sempre più improbabile lavoro, rimane un mistero.

Un mistero che non è chiaro, in primis, ad Alberto Frausin, presidente di Assobirra e amministratore delegato di Carlsberg Italia, che ieri ha preso carta e penna e ha scritto al Presidente del Consiglio, Enrico Letta:

''A nome dell'Associazione che presiedo e delle centinaia di produttori di birra, auspico che il Governo da Lei presieduto voglia correggere l'ulteriore ingiusto inasprimento di una tassazione già discriminante della birra previsto nel suddetto provvedimento. Il nostro prodotto, apprezzato e consumato con moderazione dal 65% degli italiani e con un successo sempre maggiore anche sui più avanzati mercati esteri, ha già subito un incremento della tassazione con il decreto 91/2013, recentemente convertito in legge. Mi rimetto ad una Sua ponderata valutazione sull’opportunità di punire così severamente un comparto manifatturiero radicato nel nostro Paese, inserito in una filiera agricola nazionale e da sempre impegnato in iniziative di responsabilità sociale anche sostenute ufficialmente dal Governo, settore che già contribuisce con oltre 4 miliardi di euro all’anno all'erario. Nell'attuale contesto di contrazione dei consumi di birra, questo, per noi incomprensibile, rilevantissimo aumento mette a repentaglio le 150.000 famiglie che lavorano nel nostro settore e nell'ampio indotto a monte e a valle, senza procurare all'erario le attese risorse''.