Buone performance per tutte le tipologie. La pasta fresca sta vivendo un periodo davvero positivo. Secondo i dati di Gfk Panel Services Italia relativi a maggio 2007, infatti, la categoria ha registrato un incremento del 5,7% nelle quantità commercializzate, raggiungendo le 102.052 tonnellate, e del 7,2% nel giro d’affari mosso, che totalizza 463 milioni 671mila euro.

Le famiglie acquirenti sono aumentate del 3,8%. Attualmente sfiorano i 19 milioni e sono quasi equamente distribuite per fascia d’età, con punte di maggiore acquisto oltre i 64 anni e di minore acquisto al di sotto dei 34 anni. La penetrazione assoluta è cresciuta, ma ancora non raggiunge il 90%. Ci sono quindi ancora margini di crescita importanti sui consumi della categoria.

La tipologia che riscuote maggior successo, nonché la più remunerativa, è sicuramente la pasta ripiena, che rappresenta il 48,3% dei volumi totali e ben il 67% dei guadagni. Con le sue 49mila tonnellate abbondanti, la pasta ripiena è la più venduta in assoluto. Durante l’anno terminante a maggio 2007 ha registrato un aumento delle quantità di 4,6 punti percentuali. Ancora meglio il fatturato, che – ammontando a 310 milioni 847mila euro – è cresciuto del 7,4%. Andamento strano, se si considera che quello della pasta ripiena è uno dei mercati più promozionati. Se nell’alimentare in generale l’incidenza delle promozioni si aggira intorno al 20%, nella pasta ripiena la percentuale supera addirittura il 40%.

Gli gnocchi rappresentano invece la categoria più economia del comparto. Le 24mila tonnellate scarse (che segnano un +4%) corrispondono al 23,4% del totale, mentre il fatturato di 58 milioni 674mila euro (che cresce di 6,5 punti percentuali) corrisponde solo al 12,6% del giro d’affari complessivo.

Ottime performance per la pasta di semola fresca, che registra il migliore andamento in assoluto. Tassi di incremento a doppia cifra, infatti, sia nei volumi (che aumentano del 14%) che nel giro d’affari (+10%). Le 16.836 tonnellate (corrispondenti al 16,5% del comparto) fanno guadagnare 44 milioni 685mila euro (il 9,6% dell’intero mercato).

Rapporto invece equilibrato tra volume e valore quello della pasta fresca all’uovo. Se infatti le 12mila tonnellate rappresentano l’11,8% del totale, la quota sul fatturato (10,6%) non si discosta di molto. Le quantità commercializzate salgono del 3%, mentre i guadagni (49 milioni 462 euro) aumentano di 4,4 punti percentuali.

La distribuzione nelle diverse aree geografiche vede prevalere il Sud con la Sicilia, con il 30,2% della pasta commercializzata. Segue a breve distanza il Nord ovest, con il 28,3%. Centro e Sardegna totalizzano il 22,4% delle vendite, mentre il Nord est si accontenta del 19,1%.

Quello della pasta fresca ripiena è un mercato caratterizzato da un forte leader: Rana. Secondo i dati Gfk Panel Services Italia, le famiglie acquirenti del marchio Rana hanno superato quest’anno gli 8 milioni. Quasi 7 milioni di famiglie, invece, comprano pasta ripiena a marchio del distributore. Questo dimostra quanto siano forti le private label in questo settore.

La seconda azienda è Buitoni, che segue da vicino il leader ormai da molti anni e che può contare su 4 milioni e mezzo di famiglie acquirenti. Molto forte anche Fini, con poco più di tre milioni di famiglie. Fini, presente soprattutto al Sud, ha visto un cambiamento importante negli ultimi tempi, passando da Chiari & Forti al fondo comune estero alle spalle di marchi come Louis Vuitton.

Si inserisce nel mercato della pasta ripiena anche Alibert, che in termini di qualità si posiziona vicino a Rana, ma a un prezzo leggermente inferiore. Franco Zanasi, presidente dell’azienda, commenta il trend attuale: “Abbiamo chiuso il 2006 con un +6% di fatturato, in Italia. Il nostro giro d’affari nazionale si attesta intorno ai 10.000-11.000 euro, compresi sia i prodotti a marchio Alibert sia quelli a marchio del distributore. Anche il 2007 sta andando bene. I primi riscontri della prima metà dell’anno sono molto positivi: stiamo registrando incrementi a due cifre. L’export, responsabile di un fatturato di altri 10.000 euro, si sta riprendendo molto bene, dopo una performance negativa nel 2006”.

Il 70% del fatturato deriva dalla gdo, mentre la restante quota se la dividono il dettaglio tradizionale e la ristorazione. “Proprio la ristorazione è un fattore di grande novità per noi – continua Zanasi -: un paio di anni fa abbiamo lanciato la linea Chef Gourmet, con prodotti di facile utilizzo per cuochi e chef, di formato molto grande e con ripieni particolari. Si tratta di una linea che ha riscosso molto successo e che continua ad arricchirsi di nuove referenze. Tra le più recenti i gusti asiago e funghi porcini, tartufo bianco, polpa di granchio”.

Il buon andamento della linea non è dovuto solo alla forte crescita del trend del fuori casa. Anche la grande distribuzione si sta interessando a questi nuovi prodotti Alibert. In alcune catene di ipermercati la linea è già stata inserita, dando ottimi risultati. Zanasi si dichiara soddisfatto: “Il prodotto è abbastanza costoso (6 euro per il formato da mezzo chilo), ma la gente sembra dimenticare l’effetto prezzo. La qualità e la particolarità dei gusti premiano, facendo tornare il consumatore. Il nostro ripieno rappresenta più del 50% del prodotto (contro un 28-30% medio degli altri marchi), dando una sensazione di particolare pienezza e piacere”.

Abbiamo deciso di lavorare solo con le catene distributive che hanno accettato di vendere la linea per il suo valore, e non sottoponendola a politiche promozionali svilenti per il prodotto”, puntualizza Zanasi. Tra gli obiettivi dell’anno in corso, il principale riguarda l’ulteriore diffusione di Chef Gourmet.

Per far conoscere i propri prodotti, l’azienda non fa uso della comunicazione pubblicitaria tradizionale, se non in rari casi, preferendo contare sul passaparola e su in-store promotion molto mirate, spesso con assaggi. Con l'obiettivo di rafforzare il brand e affermare un posizionamento distintivo, Alibert punta oggi anche sull'immagine di marca, cominciando dalla rivisitazione del packaging.

Specializzata nella pasta ripiena freschissima anche Copaim, che produce per il retail sia per il self service che per il banco assistito. Il fatturato complessivo della pasta fresca ripiena è di circa 6 milioni di euro. La produzione è fortemente concentrata nel centro Italia, in particolar modo nelle principali insegne gd e do della Toscana.

“La principale novità del 2006 – dichiara Walter Cheleschi, marketing manager dell’azienda – è stata il lancio della marca di alta gastronomia per il retail Ricette d’Autore, che vede al proprio interno sette referenze di pasta fresca ripiena”. Da quest’anno, inoltre, in base a un accordo con i coltivatori del territorio, tutta la produzione di pasta fresca vede l’utilizzo esclusivo di semola di grano duro coltivato in Toscana. “Abbiamo lanciato anche alcuni nuovi ripieni – continua Cheleschi - legati a prodotti o ricette toscane o a nuove linee di tendenza dei consumi: agnolotti di carne di cinta senese, ravioli alla borragine, ravioli agli scampi e fiori di zucca”.

Così come altri produttori del settore, anche Cheleschi lamenta l’alta incidenza promozionale delle catene distributive italiane. “Nei paesi esteri, dove la distribuzione moderna è meno influenzata dalle tensioni di prezzo tipiche dei grandi consumi italiani, il riconoscimento della qualità organolettica dei nostri prodotti è maggiormente incidente nelle decisioni del management che gestisce la categoria. La nostra pasta fresca è distribuita nei migliori department stores in Francia e Gran Bretagna (Le Grand Epicerie e Selfridge’s, per esempio) e in altre importanti catene straniere. Le esportazioni rappresentano il 16% del nostro fatturato”.