Nonostante la crisi generale dei consumi, condizionati dalla congiuntura negativa del mese di dicembre che, per tutto il Food ha fatto registrare dati particolarmente sfavorevoli, la frutta secca – con un fatturato che sfiora i 457 milioni di euro - mostra segnali incoraggianti.
Nell’anno terminante a luglio 2012, infatti, il mercato è cresciuto del 2,3% a valore registrando però un lieve calo delle vendite a volume (-1,9%), con la commercializzazione di 46 milioni di tonnellate (Fonte: SymphonyIri, totale Italia Iper+super+LSP).

Un mercato segmentato
I dati aggregati non raccontano, però, tutta la realtà del settore: i singoli segmenti si muovono infatti con differenze anche ampie e discordanti tra di loro.
Tutte le categorie calano a volume tranne le prugne (+1,6%) e la frutta secca senza guscio (+2,7%), mentre a valore crescono quasi tutte tranne datteri e fichi (-4,6%).
La frutta secca con guscio, che ha da sempre ottime valenze salutistiche, ha perso nelle quantità quasi 5 punti percentuali pur restando positiva a valore (3,5%). A questo proposito Carlo Mangini, direttore commerciale di Noberasco, racconta: “Se si fa riferimento ai prodotti con guscio, le arachidi sono quelle che hanno sofferto maggiormente. Nel dato AT del mese di luglio il calo è del 4,9 %, ma occorre sottolineare come esso sia inficiato dal terribile mese di dicembre, essendo un articolo molto esposto ai consumi del periodo natalizio”.
L’andamento della frutta essiccata (albicocche, uva sultanina, ecc), invece, si mantiene sostanzialmente stabile.
“Il mercato che tiene meglio è quello dei pistacchi e dei semi tostati in genere – afferma Maurizio Castagnoli, direttore commerciale di Eurocompany - ma il segmento veramente forte è quello dei misti di frutta morbida e tostata (mix di frutta secca) che stanno spingendo il comparto verso un prodotto servizio per ogni momento della giornata”.

Apprezzata al Nord e acquistata nei supermercati
Per quanto riguarda i canali distributivi, nella Gdo super e superette fanno la parte dei leoni, seguiti dal discount in rapida ascesa. Registrano invece una flessione gli iper, il cash&carry e l’horeca. Analizzando nello specifico i dati Iri emerge che sono le regioni del Nord Ovest a trainare maggiormente i consumi con il 36,6% delle vendite; a seguire il Centro con la Sardegna che segna il 25,4%, il Nord Est con il 24,7% e, fanalino di coda, il Sud che totalizza 13,3%.

PL: il primo player in un mercato ancora polverizzato
Con una quota di mercato superiore al 34%, le private label rappresentano i principali competitor delle aziende produttrici. Facendo leva sulla scarsa percezione di marca che caratterizza i consumatori e rendendo proprie le innovazioni introdotte dall’industria, la frutta secca a marchio d’insegna ricopre infatti sempre più un ruolo da protagonista nel comparto.

Gli assortimenti e le novità di prodotto delle aziende

L’innovazione è uno dei punti focali su cui si basa la mission delle aziende, attente ai cambiamenti radicali che la congiuntura economica ha apportato. Il lancio di mix innovativi, ma anche di formati e packaging più adatti alle esigenze del cliente moderno hanno contribuito a creare nuove occasioni di consumo e a destagionalizzare le vendite.
Eurocompany e Madi Ventura, ad esempio, sfruttando la sensibilità del mercato al discorso salutistico hanno puntato sui frutti rossi (preziosa fonte di antiossidanti naturali) che possono essere consumati da soli o in accompagnamento a yogurt, macedonie e cereali.
Noberasco ha invece concentrato gli investimenti nel lancio della linea Fruttime: pratici cubetti 100% frutta, privi di zuccheri aggiunti, spectine, coloranti e gelificanti; F.lli Damiani ha puntato, infine, sul biologico ampliando la gamma dei prodotti fairtrade ricoperti al cioccolato.
Novità anche tra gli scaffali dedicati agli arricchitori per insalata, tra i quali si è aggiunta la linea BB Mix Insalata 42 g di Madi Ventura: “Si tratta – spiegano dall’azienda - di quattro mix di frutta secca in granella, ideali per arricchire di gusto e fantasia le insalate e calibrati per garantire un ottimale profilo nutrizionale”.
Non solo novità di prodotto: le buone performance del mercato derivano anche dal lavoro svolto sulle confezioni dalle aziende. Packaging più impattanti che danno maggiore visibilità al prodotto, consentendogli di distinguersi a scaffale. In quest’ottica si è concentrata l’attenzione di Eurocompany, come conferma Maurizio Castagnoli: ”Nel corso del 2012 abbiamo fatto un importante restyling grafico di tutta la nostra linea istituzionale e per lo stagionale abbiamo rivisto il pack della frutta secca ricoperta di cioccolato fondente”.

Comunicare per vincere
Tante le strategie comunicative adottate dai player del settore per raggiungere il numero più ampio possibile di consumatori: dal ricorso al web alla comunicazione all’interno dei punti vendita, dalle campagne televisive a quelle su stampa.
Oltre ai media tradizionali, ad esempio, Noberasco ha deciso di sfruttare le potenzialità di internet per il lancio di Fruttime: “Contemporaneamente all’arrivo della nuova linea in grande distribuzione, avvieremo una campagna web alla quale, nel 2013, seguirà un importante investimento in comunicazione anche su altri mezzi”, racconta Carlo Mangini.
Web che è anche al centro delle strategie di Eurocompany, impegnata nella ricostruzione del proprio sito internet per permettere agli utenti di scoprire maggiori informazioni e curiosità sui prodotti e sull’azienda; un’attenzione che riguarda anche il mondo dei social network, con una serie di iniziative su Facebook e Twitter.