Dai fermenti lattici alle vitamine, dai complementi alimentari per sportivi ai dimagranti: una serie pressoché sterminata di prodotti che concorrono a comporre il variegato mondo degli integratori alimentari. Un segmento che negli ultimi anni ha conosciuto tassi di crescita molto importanti, tanto che, secondo alcune recenti indagini, circa un italiano su due ne farebbe uso.  Questo nonostante da più parti ci siano dubbi sulla loro reale valenza, in quanto spesso si tende a ritenerli superflui e si evidenzia come basterebbe seguire una dieta varia per restare sani. In realtà, secondo i sostenitori della categoria, gli integratori concorrono, insieme ad altri atteggiamenti di vita, a stabilizzare il benessere e l'equilibrio fisiologico dell'organismo, che è qualcosa di diverso dall'idea di terapia e anche dal concetto di prevenzione delle malattie.
I numeri tendono a confermare l’apprezzamento dei consumatori verso questa categoria. Infatti, secondo i dati Nielsen raccolti per Fedesalus, l’associazione rappresentativa delle aziende che operano sul mercato italiano dei prodotti salutistici, sull’anno terminante a gennaio 2012 il segmento valeva 1.864 milioni di euro, per un totale di 137,5 milioni di confezioni vendute sul totale dei canali farmacia, parafarmacia e grande distribuzione. Rispetto ai precedenti 12 mesi, il fatturato totale è cresciuto del 10,9% e i volumi di vendita di un +7,8 per cento. “Gli integratori specifici seguono le patologie quasi fossero farmaci e il pubblico man mano li acquisisce come veri coadiuvanti, con tassi di crescita intorno al 5 per cento – spiega Giorgio Piraccini, amministratore delegato di Forsan –, mentre quelli più generici hanno un andamento costante, con un incremento nell’ordine del 6% circa, il che dimostra come sempre e meglio diventa radicato nell’uso costante, sebbene in un periodo economicamente recessivo”.

La farmacia è il canale di vendita principale
Ma nonostante i dati mostrino un contesto piuttosto favorevole, non mancano le voci fuori dal coro che delineano un quadro a tinte fosche. “Il mercato è totalmente fermo – sentenzia Roberto Riccardi, proprietario della Mar-farma – e non c’è nessuna intenzione di introdurre nuovi prodotti, ma si cerca soltanto di navigare a vista. In termini di sell-out noi registriamo livelli del tutto simili a quelli dello scorso anno, anche se un grande lavoro di sampling ci ha dato qualche piccola prospettiva. A causa della contrazione dei consumi, anche la grande distribuzione non ha più il polso della situazione e sta effettuando una grossa selezione sui fornitori, con una forte pressione promozionale. Il prodotto-immagine oggi non funziona più”.
In effetti, a ben guardare, il canale di elezione per questo segmento è senza dubbio la farmacia tradizionale, che da sola detiene una quota di mercato dell’87,3%, mentre molto distaccate seguono la gdo con il 6,5% e le parafarmacie con il 6,2 per cento. Nonostante questo, gli ultimi due canali insieme intercettano una quota sui volumi di vendita pari a circa il 20% e nel corso degli ultimi anni, in particolare a partire dal 2006, da quando cioè il decreto Bersani sulle liberalizzazioni ha dato la possibilità di acquistare questo tipo di prodotti anche al di fuori delle tradizionali farmacie, hanno rappresentato un vero e proprio traino per la crescita del settore. La grande distribuzione, però, sconta ancora una certa difficoltà nel proporre al meglio la categoria. “La capacità di analisi da parte dei category per poter correttamente collocare i prodotti “tecnici” è abbastanza limitata, per contingenze logistiche, ma anche per conoscenza tecnica – sottolinea Piraccini –. Eppure questo genere di prodotti possiede una marginalità interessante, anche quando vengono inseriti in piani di vendita promozionali”.

Difficoltà nella promozione
Dal punto di vista delle vendite, a trainare il mercato sono sicuramente i prodotti dell’area salustico-specifica, quali per esempio i multiminerali o i multivitaminici, che rappresentano comunque un atto di tipo “fideistico” da parte del consumatore, poiché non propongono sostanze con una specifica iterazione. A questi si aggiungono i prodotti di stampo farmaceutico, quali per esempio l’Epilobio indicato per la prostata e il Riso Rosso contro il colesterolo, che stanno conoscendo una crescita costante.
Un’interessante novità in tal senso novità sono gli Estratti Idroalcolici Biologici, di cui Forsan è attualmente l’unica distributrice nell’intero mercato della grande distribuzione nazionale. “Si tratta di un prodotto più complesso, dove il cliente finale deve possedere una sua cultura ancor più particolareggiata, ma che troverà nuovi estimatori, essendo gli idroalcolici di assunzione più efficace e di risultati più pronti – illustra Piraccini –. Forsan propone una linea di prodotti ad unico componente attivo e tende cioè a ridurre drasticamente integratori che contengono più principi attivi”.
Una notevole difficoltà si riscontra sul lato della promozione della categoria, che richiederebbe investimenti pubblicitari massicci che difficilmente oggi troverebbero un riscontro economico adeguato. Tra l’altro, le normative, non ultime quelle recenti comunitarie, rendono difficile la descrizione dei prodotti e soprattutto l’indicazione degli effetti sia alimentari che cosmetici e anche internet spesso tende a confondere il consumatore più che aiutarlo.