Nonostante l’impennata dei prezzi degli ultimi anni, il caffè e le bevande calde non possono che continuare a far parte della ritualità quotidiana degli italiani. Con un’offerta, però, che è sempre più diversificata.
Nell’anno terminante il 28 settembre 2025, il mercato del caffè e delle bevande calde ha registrato un fatturato di circa 2,2 miliardi di euro (dati NIQ, totale Italia, Iper+Super+Liberi servizi+Discount), in crescita del 20,3% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda le vendite a volume, si evidenzia un calo pari all’1,4%, con oltre 120 milioni di chilogrammi venduti, mentre a confezione si segnala un incremento dell’1,4%. «Questo è in parte dovuto al fatto che si vendono confezioni più grandi di monoporzionati – spiega Francesco Murru di NIQ –, per cui il consumatore acquista con una spesa minore per singola capsula o cialda. Si registra un aumento dei prezzi sia a volume che a confezione, rispettivamente del 22% e del 18,6%. La pressione promozionale, invece, diminuisce di 4,4 punti (dal 33,9% al 29,5%), mentre nel numero medio di referenze si nota un incremento dell’1,1%».
Analizzando l’allocazione delle vendite nei diversi canali distributivi, i supermercati rappresentano quello in cui si concentra la maggior parte del fatturato (46,1%), registrando un trend a valore pari al +21,4% e generando un fatturato di un miliardo di euro. Seguono gli ipermercati (sales location a valore 26,6%), con una crescita a valore del 18,3% e un incremento assoluto del giro d’affari di circa 89,8 milioni di euro. I
n terza posizione i discount (sales location a valore 16,7%) e, infine, i liberi servizi (sales location 10,6%), che registrano rispettivamente un incremento delle vendite a valore del 21,4% e del 18,8%. La contrazione dei volumi avviene soprattutto nei liberi servizi con un trend pari a -5,6%. «Nel comparto – prosegue Murru – la distribuzione moderna pesa sul totale Italia l’83,3% a valore e il 79,9% a volume, generando un fatturato di circa 1,8 miliardi di euro. Osservando le quattro Aree NIQ a distribuzione moderna, è possibile riscontrare un aumento nelle vendite a valore comune a tutte, con trend rispettivamente di +16,6% (Area 1), +17,1% (Area 2), +18,9% (Area 3) e +28,6% (Area 4). Trend opposti si osservano analizzando le vendite a volume, per le quali si registrano ovunque variazioni negative. Per quanto riguarda le vendite a confezione si hanno dati stabili, a parte in Area 4, dove si evidenzia una crescita rispetto all’anno precedente (+4,4%)».
Il comparto del caffè è suddiviso in cinque segmenti principali: macinato, caffè in grani, caffè solubile, orzo e sostitutivi del caffè, modificatori del latte. Nello specifico, il macinato costituisce l’84,6% a valore del mercato (circa 1,8 miliardi di euro, trend +21,8%), mentre molto sotto troviamo il caffè in grani, che rappresenta il 5,5% (120,1 milioni di euro, trend +33,2%); seguono il caffè solubile, che copre il 4,9% (106,1 milioni di euro, trend +4,6%), il segmento orzo e sostitutivi del caffè, che costituisce il 2,6% (56,4 milioni di euro, trend +2,3%), e modificatori del latte con il 2,4% (53,2 milioni di euro, trend +3,5%). Il segmento del caffè macinato si deve però dividere a sua volta in caffè macinato di diverse tipologie, capsule e cialde. Nello specifico, a volume, il sottosegmento caffè macinato normale mostra trend negativi pari a -9,4%, mentre crescono i macinati con caratteristiche specifiche come il caffè macinato per espresso, che cresce del 2%, il 100% Arabica, le cui vendite registrano un incremento del 3,5%, e il macinato per espresso 100% Arabica, che vende a volume il 13,3% in più. Capsule e c
ialde, invece, crescono sia a valore che a volume, perché il consumatore apprezza sempre di più questi segmenti ad alto contenuto di servizio, che garantiscono semplicità e un’esperienza d’uso più appagante. Nel mondo capsule, le Nespresso registrano +8,8%, quelle Dolce Gusto +11,1% e quelle A modo mio +5,7%; crescono dello 0,5% le capsule che appartengono ad altri sistemi. Infine, le vendite a volume delle cialde vedono un incremento del 19,1%. Se da un lato, a causa dell’impatto inflattivo, tutti i segmenti mostrano un andamento positivo a valore, dall’altro solamente il segmento del caffè in grani cresce a volume (+3,1%). A totale Italia, il posizionamento di prezzo della categoria caffè è di 18,03, +22% rispetto all’anno precedente. Aumenta anche il prezzo medio a confezione (+18,6%). A livello di segmenti, l’incremento di prezzo maggiore si registra nel prodotto in grani (+29,2%), che raggiunge i 13,8 €/kg, ma anche il macinato vede una crescita complessiva del prezzo al chilo superiore alla media (+23,3%), arrivando a 19,07 €/kg. I prodotti più costosi restano tuttavia i caffè solubili, con 23,45 €/kg. La pressione promozionale diminuisce per tutti i segmenti, in particolare: il macinato ha un’intensità promozionale a volume pari al 33,5% (-4,9 punti rispetto all’anno precedente) e il segmento caffè in grani pari al 17,2% (-2 punti).