Su che cosa si basa la vostra attuale strategia di sviluppo?
Il nostro Gruppo, nato nel 2003 dall’acquisizione dell’intero pacchetto merende ex Motta da parte di Bistefani, in questi ultimi anni si è dedicato soprattutto alla razionalizzazione e ottimizzazione delle due realtà aziendali. Un processo che ci ha assorbito molte energie e che ha riguardato vari ambiti: produttivo, commerciale, di marketing. Oggi possiamo tuttavia concentrarci maggiormente sulla crescita del business. Questo ci porta ad avere un ambizioso piano di sviluppo che prevede aumenti del fatturato a doppia cifra per il prossimo triennio.

Qual è la “ricetta magica” che vi permetterebbe un tale risultato?
Sono tre gli asset su cui puntiamo. Il primo è quello organizzativo, gli altri due riguardano i prodotti e i canali.

Cosa intende per canali?
Oggi siamo presenti prevalentemente in gdo - più del 90% del nostro giro d’affari viene realizzato nel mass market - e nel mercato italiano. Intendiamo sviluppare anche altri canali – dal normal trade al pubblico esercizio, al vending, e allargare l’incidenza dell’export sul fatturato (attualmente sotto il 5% NdR), incidenza che intendiamo portare al 10% circa in un paio d’anni. L’estero è quindi una delle nostre priorità. Tanto che abbiamo approntato una nuova struttura export e una nuova gamma di prodotti dedicati ai mercati stranieri.

E per quanto riguarda il mercato italiano?
Il nostro obiettivo primario consiste nel rafforzare ulteriormente il presidio in gdo, con l’intento specifico di accrescere la numerica e l’accessibilità del prodotto a scaffale. Lo scenario competitivo, tuttavia, è cambiato e di conseguenza il nostro approccio al canale. Questo non significa sacrificare l’immagine dei nostri brand o non curare con attenzione l’ingresso all’interno dei discount. Quello che intendo dire è che abbiamo un potenziale inespresso rilevante.

Discount potrebbe anche voler dire copacker?
No, la vocazione della nostra azienda è quella di sviluppare prodotti di marca. E questo è fuori di discussione: il nostro core business è e sarà la marca. Ciò non significa che non si possa trovare un modo intelligente per difendere la nostra identità e nello stesso tempo cogliere delle opportunità di sviluppo. La qualità dei nostri prodotti è univocamente riconosciuta sul mercato, per cui stiamo ricevendo continue richieste da parte di player importanti della distribuzione per sviluppare progetti in questa direzione e stiamo valutando in che modo poter coniugare questi due aspetti. Con Conad, per esempio, abbiamo da poco avviato un progetto congiunto che riguarda le merendine, concentrando in particolar modo la nostra attenzione sugli aspetti nutrizionali.

Lei prima faceva riferimento anche al canale del pubblico esercizio…
Sì, abbiamo dei progetti molto interessanti anche in questo ambito. Qui però è l’impulso che comanda e occorrono quindi prodotti dedicati. Questo ci porta al terzo asset della nostra strategia, cioè quello dello sviluppo di nuovi prodotti, anche in categorie diverse dalle merende e dai biscotti. Come per esempio il cioccolato, la nostra più recente e più importante novità.

Di cosa si tratta?

Siamo sostanzialmente partiti da una considerazione: il nostro Gruppo ha un’anima aziendale incentrata su merende e biscotti e su un brand di cioccolato che è Ciocorì, dedicato ai più piccini e che stiamo fortemente rilanciando. Ci mancava il mondo del cioccolato adulti. Alcune ricerche effettuate sul consumatore ci hanno fatto capire che Bistefani è già collegato al mondo del cioccolato in maniera trasversale, perché viene associato alla ricorrenza. Se a questo si aggiunge che il nostro marchio Krumiri, tra i marchi più famosi nel mercato dei biscotti, presenta alcune rferenze arricchite con cioccolato, l’abbinamento cioccolato-pasticcino risultava non solo coerente, ma quasi automatico. Ecco dunque la linea di ciccolatini Krumiri, al latte e fondente, lanciata da pochi giorni sul mercato. Un progetto che parte da lontano, dalla ricerca della qualità e della tradizione  Bistefani, che ci permetterà di avere un elemento di innovazione rilevante e con molteplici funzioni d’uso: per piacere personale, come confezione regalo di una certa eleganza e anche come prodotto d’impulso.

E sui prodotti storici cosa state facendo?
L’obiettivo è di focalizzare gli sforzi sul sostegno ai brand principali: Buondì in primis, che è il marchio storico con la maggior notorietà in assoluto dell’azienda e con la maggior penetrazione nelle famiglie. Questo brand verrà difeso con degli elementi di innovazione importanti e anche con un forte supporto in termini di comunicazione. Dal mese scorso è partita una campagna radio che ci permette di essere tutte le mattine a contatto con gli italiani, su tutti i principali network radiofonici. Unitamente a ciò abbiamo avviato delle attività di sponsorizzazione legate a iniziative di marketing e below the line. Sul piano del prodotto, abbiamo sviluppato un Buondì con una farcitura speciale con crema pasticcera, che si traduce in una “special edition” per il periodo autunnale e natalizio. Il prodotto avrà una particolare copertura di cioccolato e pack particolarmente.