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Cifre record nel bilancio Lavazza

Cifre record nel bilancio Lavazza
Antonio Baravalle

Cifre record nel bilancio Lavazza

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Luca Salomone

Continua la serie positiva delle nostre imprese del caffè. Lavazza chiude il 2024 con un fatturato di 3,35 miliardi (+9,1% vs 2023).

L’Ebitda si porta a 312 milioni (+18,6%), l’utile netto cresce di 20,6 punti, fino a 82 milioni di euro, mentre l’Ebit schizza a 130 milioni, rispetto ai 97 antecedenti.

La posizione finanziaria netta, a fine 2024, è negativa per 511 milioni e riflette le operazioni straordinarie, in particolare l’Opa su Ivs Group, che ha comportato un investimento di 180 milioni di euro.

Lavazza, che deteneva già il 20% di quote in Ivs è passata così in maggioranza, diventando la prima azionista in assoluto, e aggiudicandosi un 49% del capitale.

Per inciso Lavazza opera oggi in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi: Italia, Francia, Gran Bretagna, Usa e India. La quota di fatturato estero è molto elevata e pari al 73%, mentre i collaboratori totali sono più di 5.500 nei cinque continenti.

Il nodo delle materie prime

Come spiega l’amministratore delegato, Antonio Baravalle «l'industria di settore deve affrontare sfide sempre più complesse, in un contesto macroeconomico e geopolitico critico ed estremamente volatile, che vede un aumento incessante dei costi delle materie prime. Le turbolenze – prosegue il top manager - hanno richiesto, più che mai, una costante capacità di adattamento e gestione dei costi a tutti i livelli, sia operativi sia di capitale, mantenendo l’azienda su buoni livelli di redditività. Questo ci ha permesso di continuare a preservare e valorizzare le nostre persone e di mantenere la capacità di investimento, necessaria per essere sempre più competitivi nello scenario globale».

E l’anno in corso? «Il 2025 si è aperto con una traiettoria ancora molto complessa: non solo lo scenario geopolitico è sempre più complicato, ma ci saranno anche ulteriori aumenti record delle quotazioni delle materie prime, a cui si aggiunge l’attuale tematica dei dazi per gli Stati Uniti. Nonostante queste difficoltà, abbiamo sempre voluto mantenere i nostri investimenti in ricerca e sviluppo, e nell’anno del nostro 130° anniversario siamo pronti a rilanciare con l’innovativo sistema Tablì, che ci permette di aprire una nuova categoria merceologica – la “tab” fatta 100% di caffè (dunque senza imballaggio, ndr) – in un segmento strategico come quello delle monoporzioni».

Tablì crea una nuova categoria

Tablì, che crea un nuovo segmento, è stata sviluppata da Lavazza a seguito dell’acquisizione, nel 2020, della start up italiana Caffemotive, e della sua idea di “tab”: da lì, un percorso di innovazione che conta oltre 15 nuovi brevetti e che ha rivoluzionato l'idea iniziale, creando un vero e proprio sistema composto da tab e macchina, sviluppando una nuova tecnologia per la produzione della tab e mettendo a punto un progetto su scala industriale.

Da notare che il segmento single-serve rappresenta una componente strategica nel mercato globale del caffè, sia in termini di crescita che di adattamento alle nuove esigenze dei consumatori. Nel 2024, a livello internazionale, le monoporzioni hanno incassato un incremento a volume di oltre il 4% e a valore di più del 3 per cento.

L’operazione Ivs non è ancora finita

L’esercizio 2024 è stato caratterizzato, come detto, da una paurosa fiammata del caffè, che ha visto aumenti di oltre il 70% sul 2023 sia per l’Arabica, sia per la Robusta, aumento sul quale insiste il perdurare di quotazioni estremamente elevate anche nel 2025 (un aggiuntivo 20% per l’Arabica e 10% per la Robusta, nei primi mesi del nuovo anno).

La persistenza dell’aumento del costo delle materie prime e del contesto inflattivo ha avuto un effetto sui prezzi al consumo, impattando negativamente sul potere d'acquisto dei consumatori in tutti i mercati e le geografie. Questo fenomeno ha portato a un calo dei volumi di vendita, generando una contrazione media del mercato del caffè globale di circa il 3,5% solo negli ultimi due anni, a dimostrazione delle difficoltà che l'intero settore sta sostenendo.

Il leader piemontese ha affrontato queste turbolenze con una forte attenzione verso la gestione dei costi a tutti i livelli, sia operativi che di capitale. Tra i punti di forza c’è la diversificazione geografica, che ha consentito di assorbire meglio gli impatti negativi in Europa. Questo ha permesso di concentrare le energie sulla crescita negli Stati Uniti, con un incremento del 12% del fatturato, e di mantenere una presenza importante e un ruolo di leadership nei mercati europei maturi dove, nonostante un calo delle quantità, il giro d’affari ha registrato andamenti positivi nelle geografie chiave, come Italia e Francia (rispettivamente +4 e +2 per cento).

Previsioni per Ivs. Grazie al delisting, Lavazza dovrebbe esercitare le opzioni a partire dal 2027, in seguito alle quali il colosso piemontese dovrebbe acquisire il controllo sulla regina del vending (oltre 726 milioni di euro di ricavi).

«Il 2024, inoltre, ha segnato il primo anno completo dall'acquisizione, al 100 per cento, della francese MaxiCoffee, avvenuta a marzo 2023, i cui risultati hanno confermato le previsioni, attestandosi su livelli consistenti e rafforzando la strategia multibrand del Gruppo Lavazza. Inoltre, l'Opa lanciata, ad aprile scorso, su Ivs Group e il possibile esercizio delle opzioni a partire dal 2027 contribuirebbero a consolidare ulteriormente la posizione del gruppo, garantendo l'espansione futura del nostro portafoglio e delle nostre capacità, con un focus particolare sui canali distribuzione automatica e Ocs (Office coffee service) -  conclude Baravalle -. Continuiamo a guardare avanti, con l'espansione in Nord America, il consolidamento in Europa come leader omnicanale (con focus su Italia, Francia, UK e Germania), lo sviluppo del segmento single-serve e la crescita in Cina, attraverso i coffee shop realizzati con il partner Yum China» (1.000 caffetterie entro la fine di quest’anno in base all’accordo stipulato nel 2021).

Leggi anche: La crescita di Illy

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