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Il Nutriscore declassa gli yogurt da bere. Danone si ritira

Il Nutriscore declassa gli yogurt da bere. Danone si ritira
L'etichetta va dalla A verde alla E rossa

Il Nutriscore declassa gli yogurt da bere. Danone si ritira

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Luca Salomone

Anche Danone lascia, dopo molte aziende e varie nazioni, il sistema francese del Nutriscore, la famosa, o, secondo alcuni, famigerata etichetta, presente in molti altri Paesi, che classifica i cibi in base al contenuto, più o meno elevato, di calorie, in una scala che va dalla A verde (il livello più salutare) fino alla E rossa, ossia da consumarsi con molta parsimonia.

Tutta colpa dell'algoritmo

La decisione del gruppo d'Oltralpe è dovuta al declassamento degli yogurt da bere e delle bevande vegetali con i marchi Danette e Danonino, Activia, Actimel, Hi-Pro e Alpro. Infatti, la revisione dell’algoritmo che sta alla base del sistema ha portato questi prodotti dalla zona del base latte, considerata fra i ‘buoni’ a quella delle ‘bevande’ considerata non proprio fra i ‘cattivi’, ma quasi, e facendo salire di vari gradini la pericolosa scala.

Così i proteici Hi-pro sono passati, in un colpo, dalla serie A alla serie C, mentre Danonino ha fatto addirittura quattro salti, da A a D.

Dunque, il gruppo, che è stato fra le prime multinazionali a sposare l’etichetta volontaria, nel lontano 2017, in buona compagnia con Unilever, PepsiCo, Coca-Cola, Mondelez e Mars, ha preso la storica decisione. Un fatto che dimostra, se ce ne fosse bisogno, che cambiando le regole si rischiano di cambiare, indirettamente, gli atteggiamenti di quei consumatori che basano una parte delle proprie scelte sul Nutriscore e, quel che è peggio, rende l’etichetta ben poco credibile.

La marcia indietro avverrà in modo quasi immediato, già in questo mese di settembre, anche se Danone, in una nota, si è detta fautrice di un metodo di etichettatura europeo di questo tipo – ormai universalmente richiesto -, a patto che esso sia basato sulla scienza e permetta una facile comprensione del messaggio.

Precedenti illustri

Una mezza abiura, che non è certo la prima, visto che, a maggio di quest’anno, un’intera nazione, il Portogallo, è uscita, dopo un brevissimo ingresso, dal sistema Nutriscore e lo stesso ha fatto la Spagna, che ne ha bloccato l’adozione.

Eclatante poi, fra gli altri, il caso di Migros, colosso elvetico produttivo e distributivo con 10 cooperative associate per un fatturato consolidato 2023 di 31,9 miliardi di franchi svizzeri (34 miliardi di euro), scappato dall’etichetta soprattutto per i costi di gestione del sistema, troppo elevati e non giustificati da benefici significativi.

E anche Danone non è certo un piccolo calibro. Basti dire che copre 120 Paesi e che, nel 2023, il suo fatturato consolidato netto ha raggiunto 27,6 miliardi di euro, mentre nell’ultima semestrale, gennaio-giugno 2024, ha fatto registrare 13,7 miliardi di vendite nette con una crescita, a dati comparabili, di 4 punti, trascinata da volumi in salita di 2,9 punti.

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