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Il ritorno di Auchan Chronodrive

Il ritorno di Auchan Chronodrive
Dopo dieci anni senza aperture il marchio torna di attualità

Il ritorno di Auchan Chronodrive

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Luca Salomone

Dopo 10 anni senza novità di rilievo e senza opening, ricomincia ad aprire, in Francia, Chronododrive, che, l’11 settembre ha inaugurato, al posto di due Casino drive, una coppia di siti: a Avrainelle, nella regione centro nord dell’Essonne, a Le Tholonet, nell’area meridionale della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

Una formula troppo evoluta?

L’insegna non ha negozi fisici, ma è rete di dark store per il ritiro in auto, ovviamente alimentata dall’omonima piattaforma Internet.

Sul proprio sito il marchio dichiara un assortimento di oltre 3 mila referenze, fra alimentari, drug e reparto pet, e assicura la preparazione dell’ordine in 30 minuti, domenica mattina compresa (cosa non proprio scontata Oltralpe), garantendo la stabilità della catena del freddo per almeno 24 ore.

Insomma, un format evoluto, forse troppo, e che tuttavia ha imboccato una strada difficile sia perché le persone, in fondo, preferiscono vedere quello che acquistano – e dunque di solito funziona meglio l’ibridazione tra fisico e online – sia perché, nel post Covid, e almeno fino allo scorso anno, lo shopping in presenza è tornato più che mai il vero protagonista.

Ma il rilancio dimostra, se ce ne fosse bisogno, che i tempi e le abitudini del consumatore si evolvono in maniera incessante, un fatto che ha permesso a Chronodrive di risalire a un totale di 57 insediamenti, ripartiti in modo capillare su tutto il territorio nazionale.

Scene da un matrimonio

E che si tratti di vero rilancio e non di due casi isolati, lo ha confermato, su Linkedin, il direttore generale dell’insegna, Sébastien Picart.

L’azienda, fondata nel 2004 dagli imprenditori Ludovic Duprez et Martin Toulemonde, è passata, nel 2012, sotto l’egida di Auchan retail e ne è diventata una filiale. E nel 2013 è entrata anche nella nostra Italia, a partire da Torino e Rozzano (Milano), in sinergia con gli ipermercati.

Le nozze fra il nuovo proprietario e la dot.com non sono state comunque una scampagnata, visto che, già nel 2015, Auchan ha decretato un piano di 15 chiusure e, in seguito, si sono avvicendate numerose voci di cessione del brand, che peraltro non è mai avvenuta, in quanto tutto sommato, Chronodrive rende un bel servizio al consumatore ed è un business che valeva, in termini di fatturato, circa mezzo miliardo di euro nel 2022 (490 per la precisione, contro 520 del 2021), quando i punti vendita erano 55.

Va detto anche che il cliente francese è molto più incline di altri all’acquisto on line. I beni di consumo hanno una quota, sul totale vendite, intorno al 9%, che arriva al 12% nelle grandi città.

Per il 2023, Fevad, la federazione delle vendite a distanza, quantificava tutto l’e-commerce nazionale verso i privati cittadini e servizi compresi, in poco meno di 160 miliardi di euro, in rialzo del 10,5 per cento sul 2022.

In Italia, invece, l’online B2C vuol dire 38,6 miliardi (che diventano 35,2 miliardi escludendo i servizi), di cui 4,6 dovuti al food and grocery, questo secondo l’Osservatorio Netcomm-School of management del Politecnico di Milano.

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