Il Covid-19 lascia segni pesanti su H&M: il colosso svedese, con oltre 5.000 punti vendita nel mondo, ha infatti in programma di chiudere, entro il 2021, qualcosa come 250 negozi, pari al 5% del proprio network. Il dato è la somma algebrica di un piano di 100 opening, contro 350 dismissioni.

Nel periodo da gennaio a fine agosto il colosso del pronto moda ha chiuso 118 negozi e ne ha aperti 85, con un saldo negativo di 33.

In ogni caso la pandemia non è stata altro che un acceleratore di tendenze già in atto. Anche se, a inizio luglio, erano ancora fermi, per motivi sanitari, circa 900 negozi, scesi a 200 alla fine del terzo trimestre, già prima del Covid il gruppo aveva avviato un processo di riduzione della rete e un calmiere delle nuove aperture.

A motivare il taglio della rete fisica, ma anche a fungere da camera di compensazione è infatti, come per altri retailer, soprattuto lo sviluppo del canale online, attivo, per il marchio portabandiera, H&M, in 51 nazioni. La sua incidenza ha raggiunto il 26% dei ricavi totali, e una variazione positiva, nei 9 mesi, del 36 per cento.

Il piano dovrebbe essere realizzato nonostante un relativo processo di recupero.

Ha detto l’amministratore delegato, Helena Helmersson: “Grazie a collezioni molto apprezzate e ad azioni rapide e decise, siamo tornati in utile già nel terzo trimestre (174 milioni di euro, ndr.). Sebbene le sfide siano tutt'altro che finite, riteniamo che il peggio sia passato e siamo in una buona posizione per uscire rafforzati da questa crisi. Si prevede che la domanda di prodotti sostenibili e a valore aggiunto crescerà, proprio n conseguenza della pandemia”.