Europa: ecco dove il lockdown colpisce ancora
Europa: ecco dove il lockdown colpisce ancora
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Sarà nuovo lockdown? In Italia è molto improbabile, almeno secondo la presidenza del Consiglio.
Ma, anche se l’epidemia è sotto controllo, le Regioni Lazio e Campania, dove i contagi crescono rapidamente, hanno ventilato la possibilità di tornare a misure di emergenza alquanto drastiche. Si regista, al momento, un caso di blocco, quasi completo, su decisione del sindaco, Marco Alaia, a Sperone, comune di 3.800 abitanti, in provincia di Avellino.
Più pesante lo scenario delle altre grandi nazioni europee, a partire dalla Francia, dove il ministro della Sanità, Olivier Veran, ha decretato da oggi, lunedì 28 settembre, la serrata della ristorazione a Marsiglia, Aix-en Provence e, nell’isola caraibica della Guadalupa (dipartimenti d’Oltremare). A questo si somma il coprifuoco per i locali parigini, costretti a chiudere i battenti alle 22.
È l’ultimo passo prima di un nuovo confinamento e, naturalmente, il Paese è sotto shock non solo per l’impennata dei contagi - oltre 552.000 dall’inizio della pandemia, con una forte accelerazione negli ultimi giorni –, ma anche per le inevitabili ricadute economiche.
Difficile la situazione anche in Gran Bretagna: i nuovi casi giornalieri hanno largamente superato i 6.000, mentre il totale, dall’inizio del contagio, è di 432.000 infetti.
Il primo ministro, Boris Johnson ha disposto, per il momento, misure blande - chiusura dei locali alle 22 in tutto il Regno, invito a proseguire il lavoro da casa, limitazione del numero dei partecipanti alle occasioni sociali, anche private –, ventilando però, in assenza di miglioramenti, una serrata completa verso la fine di ottobre.
Spaventoso lo scenario della Spagna: la nazione, particolarmente flagellata – oltre 716.000 casi da inizio pandemia -, è partita, il 21 settembre, con un nuovo confinamento nella regione di Madrid, dove le uscite sono autorizzate solo per la scuola, il lavoro, le visite mediche e l’acquisto di farmaci.
Per 14 giorni, fino al prossimo 5 ottobre, tutti i negozi che non vendono beni di prima necessità e la ristorazione sono tenuti a limitare la propria capacità al 50 per cento, un taglio che comunque è già insito negli obblighi di distanziamento e nella limitazione degli spostamenti.
Nella Capitale la serrata ha assunto anche un'inedita connotazione sociale, con successivi scontri e proteste, poiché i quartieri più penalizzati sono quelli poveri, che d'altro canto sarebbero i più colpiti dal contagio.
Nettamente diverse le cronache della Germania. Il governo federale - specie il ministro dell'Economia, Peter Altmaier, e la cancelliera Angela Merkel - ha da tempo escluso la possibilità di un nuovo lockdown, anche segmentato, visto che il Paese ha avuto, dall’inizio dell’emergenza, circa 285.000 casi con un numero elevatissimo di guarigioni.
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