Meno Italia e più estero nel futuro del Parmigiano Reggiano. Il piano di regolazione dell’offerta del Consorzio 2026/2031 stima una crescita del mercato del 2% annuo. La risultante della perdita di quota del mercato in Italia dell’1-1,5% l’anno e l’aumento dell’export del 3-3,5% l’anno. Fra 6 anni la produzione dovrebbe salire a 4,7 milioni di forme (4,1 milioni nel 2024).
Intanto oggi è già record storico per produzione ed export del re dei formaggi. Nei primi 10 mesi dell’anno la produzione ha raggiunto 3,5 milioni di forme (+1,8%) e il prezzo a novembre (stagionatura 12 mesi) ha toccato il picco di 13,7 euro/kg (+15%).
Inoltre si è ristabilito il differenziale di prezzo del 35% rispetto al Grana Padano che ha probabilmente fatto venire meno gli acquisiti di convenienza legati, nei mesi precedenti, a un gap di appena il 5/10%. Le quotazioni al top del Parmigiano Reggiano hanno però ridato slancio ai formaggi similari.
Secondo il Consorzio guidato dal presidente Nicola Bertinelli, l’Italia è un mercato maturo “dove è difficile prevedere evoluzioni positive in termini di dimensioni assolute della domanda. La prospettiva del mercato interno è pertanto legata a un obiettivo di difesa dei volumi di sell-out raggiunti, ed è prevedibile una leggera contrazione dei volumi complessivi per effetto della dinamica demografica e della concorrenza crescente di formaggi alternativi”.
“Quest’anno - conferma Carmine Forbuso, direttore marketing del Consorzio, a margine dell'evento Quality heritage of Europe - il mercato italiano ha ceduto lievemente, ma a trainare le vendite è stato l’export”. In particolare gli Stati Uniti ai quali il budget del Consorzio ha assegnato 5,2 milioni. “Negli States - aggiunge Forbuso - abbiamo promosso il Parmigiano Reggiano nell’Horeca e nel retail. Inoltre abbiamo realizzato delle sponsorizzazioni nel tennis e nel football”.
Il progetto Quality heritage of Europe è co-finanziato dalla Ue e comprende i Consorzi dei vini della Valpolicella e del Parmigiano reggiano uniti nella promozione dei prodotti.
Nel complesso la quota export del Parmigiano Reggiano è salita al 53%. Gli Usa sono il primo mercato con una quota del 22,5%, seguiti da Francia (20,4%), Germania (14,2%) e Regno Unito (10,7%).
Per quanto riguarda i canali distributivi, la Gdo rimane il primo (65%), seguita dall’industria (18%) e dall’Horeca che con il 7% rimane fanalino di coda. Il restante 10% è distribuito negli altri canali di vendita, in particolare nelle vendite dirette dei caseifici che rappresentano il 5,5% del totale.
Gli altri articoli:
Parmigiano Reggiano protagonista al Rolex Paris Masters come nuovo partner ufficiale del torneo
Parmigiano Reggiano: nuove misure di regolazione offerta e adeguamento della contribuzione