Creato da Veronafiere, da oltre 40 anni organizzatore di Vinitaly, Unione Italiana Vini e Federvini, il consorzio Genius Vini ha come principale obiettivo quello di promuovere il vino italiano sia sul mercato italiano che all’estero.

Oltre a supportare la formazione delle imprese e l’internazionalizzazione attraverso l’individuazione di nuovi sbocchi, il consorzio si occuperà anche di sostenere iniziative culturali, socio economiche e formative.

“Proseguiamo su una strada già tracciata e nella quale crediamo profondamente: fare sistema per vincere le sfide dei mercati - commenta Paolo De Castro, ministro per le politiche agricole e forestali. - Il nostro vino sta dando al made in Italy grandissime soddisfazioni, ma siamo certi che - nel segno dell’unione tra i protagonisti del mondo agroalimentare - potremo raggiungere ulteriori traguardi”.

“La creazione del consorzio con Federvini e Unione Italiana Vini va nella direzione di un potenziamento dell’intero settore. Si è voluto creare una cabina di regia per sfruttare al meglio tutte le opportunità per incrementare la leadership nel settore enologico e agroalimentare, strategica per l’intero made in Italy. Una iniziativa che si inserisce perfettamente nella filosofia organizzativa della rassegna”, sottolinea Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere.

“E’ una grande operazione di sinergia per dare alla filiera mercato risposte sempre più concrete ed efficaci per conoscere e interpretare le tendenze e i trend nei paesi di tradizionale consumo e su quelli emergenti sui quali fare promozione”, precisa Andrea Sartori, presidente dell’Unione Italiana Vini.

Il presidente di Federvini Piero Mastroberardino evidenzia come “Tale alleanza rappresenta una sorta di operazione verità per il settore, tendente a porre all’attenzione di interlocutori privati e istituzionali la voce sinergica delle forze propulsive di un comparto economico di grande importanza per il Paese. Comprendiamo che un simbolo culturale come il vino possa essere per tutti un veicolo interessante e appetibile in chiave di comunicazione, ma non possiamo per questo collocare su un piano secondario i problemi di competitività del settore”.